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Recensione: Mikhail – Serie Russian Dolls vol. 3 di Scott J. Anna

 

TITOLO: Mikhail

SERIE: Russian Dolls vol. 3

AUTORE: Scott J. Anna

GENERE: Mafia Romance

EDITORE: Indipendent Publishing

DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 Ottobre 2020

Alekseij – Russian Dolls vol. 1

Viktor – Russian Dolls vol. 2

Mikhail – Russian Dolls vol. 3

Rimasto solo a dirigere uno dei clan mafiosi più temuti di San Pietroburgo, Mikhail deve prepararsi ad affrontare una delle ore più buie delle sua vita. Non ci sono più i suoi fratelli a guardargli le spalle, Boris Nikita Ivanov è morto, e la Brigata del Sole guadagna pericolosamente terreno.
Mentre con i suoi collaboratori metterà a ferro e fuoco la città pur di riaffermare il suo potere, una sola e unica domanda continua a tormentarlo: deve rinunciare per sempre a Irina? La donna che ha imparato a guardare e non toccare, ad avere in casa, ma senza che possa mai essere sua? D’altronde cedere a lei significherebbe lasciarsi andare ai suoi istinti primordiali, a quel modo tutto suo di prendere le donne, che già in passato si è rivelato eccitante ma anche… troppo pericoloso.

«Ti prego, Irina. Ho voglia di te…» mi sussurra quasi con disperazione, ma io non voglio cedere. «Questo è l’unico modo che abbiamo per farlo…» cerca di convincermi. «Così non posso farti del male…» continua tra un bacio e l’altro.
Mi stacco appena da lui.
«E invece sì che puoi.»
Il suo sguardo si fa confuso.
«Perché non esiste solo il dolore fisico e perché, quando tutto questo sarà finito, tu tornerai a essere padrone della mia vita, tornerai a ignorare i tuoi sentimenti e a ignorare me…»
Lui sorride amareggiato.
«Sono un uomo morto.»
«Non finché sono viva io» sussurro.

Mikhail è il terzo romanzo autoconclusivo della serie Russian Dolls di Anna J. Scott

Si conclude in bellezza questa travolgente trilogia sulla mafia russa e i fratelli Ivanov.

Tutti i romanzi sono autoconclusivi, ma se ne consiglia la lettura in ordine cronologico.

Mikhail è il più grande grande dei fratelli, colui che da sempre è stato predestinato a ereditare l’impero mafioso di San Pietroburgo.

Rimasto solo, è supportato unicamente dai due fidati bracci destri Bogdan e Ivan; il padre è morto, la madre si finge pazza per convenienza e i due fratelli – Alekseij e Viktor – hanno trovato l’amore e la serenità lontano dalla mafia e dalla Russia.

Con questi presupposti il potere degli Ivanov risulta indebolito e facilmente usurpabile, numerosi clan rivali lo vogliono far fuori, ma Mikhail non se ne rende conto, è orgoglioso e crede di avere tutto sotto controllo.

In questo ultimo capitolo il gioco di potere, le alleanze all’interno dell’Organizzazione mafiosa hanno un ruolo fondamentale: una nuova minaccia incombe sulla famiglia e il ruolo di Mikhail viene messo a dura prova.

Fra i tre libri questo è sicuramente il più bello, perché il lato oscuro predomina e i protagonisti sono degni di nota, interessanti, per le varie sfaccettature caratteriali che sono descritte e caratterizzate molto bene.

Il pezzo forte è la cara “vecchia” Irina, la fidata tuttofare della famiglia Ivanov, una giovane bellissima, che da ragazzina fu salvata dalla strada da Boris e, con l’approvazione della padrona di casa, messa a servizio degli Ivanov… in tutti i sensi.

Già la conosciamo perché nel primo libro comparve al fianco di Alekseij, il fratello con cui si era instaurata una maggiore affinità e di cui era anche l’amante. La figura di questa ragazza si insinua, agli occhi del lettore, come un serpente che striscia invisibile, ma che all’occorrenza sbaraglia senza esclusioni di colpa.

Nel secondo libro emerge il suo rapporto conflittuale con Viktor e il trattamento da bambola sessuale che le viene riservato, perché quello è stato il suo compito da sempre: la cara buona mammina dei tre russi pensò bene di trovare uno svago casalingo per i figliuoli.

Con la famiglia fuorigioco, l’ultimo Ivanov al potere le regala l’agognata libertà, ma forse alla fine non era quello che cercava… tra loro, infatti, esiste un legame tenuto sopito per troppo tempo e che adesso, rimasti soli, devono affrontare.

“Sei solo una donna, non ho paura di te e non mi servi. Sei libera, finalmente. Lo hai sempre desiderato e ora ti accontento” dice con tono di voce incolore.

Mi ritrovo a sorridere, anche se dentro sono come morta, ancora una volta.

(Tratto dal libro)

Irina, dopo anni sotto il loro stesso tetto, è una fonte di informazioni preziose per gli avversari degli Ivanov, è addestrata ed è una combattente, ma lasciata allo sbaraglio è una facile preda.

La sua scelta è coraggiosa, si dimostra ancora una volta una donna con le palle, disposta a tutto per sopravvivere perché la lezione della vita con lei è stata durissima.

Mikhail è un uomo alfa, un duro, un dominatore, le sue tendenze sessuali sono particolari e infatti le scene piccanti sono esaustive e svariate. Il rapporto tra queste due personalità esplosive viene esposto al lettore tramite dei flashback del passato che spiegano cosa è successo. Un unico rapporto sessuale ha minato le fondamenta della nascita di qualcosa nella coppia. Da allora lui ha mollato l’osso e l’ha ceduta ai fratelli senza darle la libertà, tenendola legata a un filo illusorio e denigrante, senza mai cedere.

L’egoismo di Mikhail è un aspetto che proprio non ho sopportato, questo atteggiamento di possesso e di poter disporre della vita degli altri a piacimento perché per lui Mafia e amore non possono coesistere.

La sottomissione di Irina invece la comprendo, perché tutto sommato per lei non è stata una scelta, ma una necessità per sopravvivere; la fame, la miseria e le perdite subite fin da piccola sono state una scuola di orrori da voler dimenticare.

Consiglio la lettura.

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