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Recensione: L’ultimo libertino – Serie Scoundrels #4 di Loretta Chase

 

Titolo: L’ultimo libertino

Autore: LORETTA CHASE

Serie: Scoundrels #4

Genere: Romance storico / Regency Romance

Editrice: Mondadori

Data di Pubblicazione: 6 novembre 2021

La figlia del leone #1

Prigioniero del desiderio #2

Il lord della seduzione #3

L’ultimo libertino #4

Vere Mallory, duca di Ainswood, il più grande libertino d’Inghilterra, ha dissipato gran parte della sua giovinezza tra alcol e belle donne, in una spirale che non potrà che condurlo al baratro. Un giorno, però, i suoi occhi incrociano quelli della bellissima Lydia Grenville, indomita giornalista al servizio degli abitanti più bisognosi dei bassifondi di Londra. Nonostante la ragazza si mostri fredda e misteriosa, a Vere è sufficiente rubarle un bacio per percepire il fuoco di passione che arde dentro di lei. Ma Lydia non può permettersi di cedere alle lusinghe di quell’uomo dissoluto e impossibile, e così cerca di resistergli. Sebbene la tentazione di abbandonarsi a lui sembri essere più forte di tutto…

L’ultimo libertino è il quarto volume autoconclusivo della serie intitolata Scoundrels di Loretta Chase.

Giunta al quarto romanzo di questa saga, noto con piacere che ci sono diversi collegamenti con il libro precedente. Sono felice di ritrovare, non solo le così dette “apparizioni” di personaggi secondari come Francis Beaumont, Helena Martin e Bertie Trent, ma anche quelli del penultimo capitolo.

La storia è interamente ambientata in Inghilterra, a partire dal prologo nel 1826 fino a tornare nel 1828.

I protagonisti sono Vere Aylwin Mallory, duca di Ainswood, “l’ultima canaglia dei Mallory” e la signorina Lydia Grenville.

Il titolo fa supporre che Vere sia un depravato, immorale e inaffidabile membro dell’alta Società londinese.

Lo incontriamo per la prima volta nel terzo volume, dove ha un ruolo secondario. Vere e Sebastian (il marchese di Dain, protagonista del terzo volume) sono amici, fin dai tempi del collegio di Eton. Le loro strade si incrociano di tanto in tanto, ma si ritrovano quando durante la prima notte di nozze del marchese, Vere ubriaco, non crede che Sebastian si sia davvero sposato e considera la nuova marchesa una prostituta. I due risolvono la loro controversia con i pugni. La loro bravata sarà raccontata da tutte le testate scandalistiche..

Da quel momento sui giornali, quando si tratta del duca di Ainswood, si farà sempre riferimento alla sua dissolutezza. Il suo nome sarà associato a donne malfamate, al gioco d’azzardo come assiduo scommettitore e si parlerà del suo totale disinteresse alle responsabilità come duca e capo di una famiglia nobiliare.

Loretta Chase crea nel quarto volume un personaggio complesso, più profondo di come appare nel terzo, con una storia familiare drammatica da scoprire e comprendere.

A lui si affianca un’eroina anticonformista, nonché giornalista e paladina dei più deboli. Lydia è originale nel portamento, nell’abbigliamento, nel carattere e nella stazza.

 

Al di sopra del primo bottone si trova un volto di una tale, perfetta bellezza che quando l’aveva scorto la prima volta ne era rimasto abbagliato. Era una bellezza invernale, con gli occhi blu ghiaccio e la pelle bianca come la neve, incorniciata da una corona di capello setosi, chiari, come il sole di dicembre.” 

 

La loro storia d’amore, fino alla fine del romanzo, è burrascosa, piena di avventure, segreti, colpi di scena, scommesse, tutto in pieno stile della Chase.

Ho trovato  L’ultimo libertino nella parte iniziale caotico. Ho fatto fatica sulle prime a districarmi nella trama. Già dal loro primo incontro occasionale sulle strade di Londra, l’azione si svolge con un ritmo molto veloce, riempita da una moltitudine di personaggi, tanto da far sembrare la narrazione spezzata. Tutto, troppo insieme.

Almeno per quasi tutta la prima parte pensavo che non mi piacesse, o che fosse peggio degli altri già letti, ma il finale e la ripresa di stile nell’ultima parte mi hanno fatto cambiare idea, apprezzandolo.  La Chase è riuscita piano piano a equilibrare l’azione e, come in un puzzle, i personaggi si sono incastrati nel giusto posto. Così tutto il caos iniziale si è assestato e la “nebbia” si è alzata per fare luce su un finale sorprendente.

Volevo dedicare uno spazietto  anche alle figure secondarie, perché in questo romanzo vi è  in parallelo non solo la storia d’amore fra Vere e Lydia, ma anche quella fra Bertie Trend e la signorina Price. Perfino loro sono protagonisti di avventure e segreti che aggiungono sostanza alla trama. Molto simpatiche le nipoti del duca, invece viscido come sempre, Francis Beaumont, mentre ho adorato Susan (il mastino di Lydia).

 

Concludo con le parole di Vere: “subdolo, ambiguo, sleale… questo era l’amore. E lui ne era maledettamente felice. “

 

 

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