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Recensione: “L’ancella” Serie Il Monastero Vol. 1 di Celia Aaron

 

Titolo: L’ancella
Autore: Celia Aaron
Editore: Hope Edizioni
Genere: Dark Romance
Serie: Il Monastero vol.1

 

Mi sono unita al Monastero nella speranza di trovare la verità, ma ho scoperto altro, molto altro; l’oscurità che attanaglia questo posto mi seduce ogni giorno di più, mi attira a sé, finché non riesco a pensare a nient’altro, se non a lui. Adam Monroe, il figlio del Profeta, un Principe delle tenebre a capo di un impero che cresce istante dopo istante. Lui mi proteggerà dai lupi che minacciano il mondo. Eppure, più rimango al Monastero, più capisco che le belve sono proprio gli uomini al servizio del Profeta. Se Adam scopre perché sono qui, mi punirà con il sangue. Fino ad allora, sarò Delilah, serva obbediente del Profeta, durante il giorno, e di Adam, durante la notte.

 

Questo libro non è per tutti, quante volte è capitato di leggere questa frase per storie che trattavano tematiche particolari? Io, di solito, ci rido su e in genere quando la trovo quasi mai capisco perché venga inserita, ma per la prima volta l’ho compreso poiché, veramente, questo libro non è per tutti.

L’Ancella è una storia dura, brutale, tratta tematiche terribili quali l’abuso, i soprusi, la degradazione di un essere umano nella sua accezione peggiore, la sottomissione totale sia fisica che mentale, in sostanza è un calderone delle peggiori depravazioni umane.

Io l’ho adorato!

L’Ancella è il primo volume della serie Il Monastero, e praticamente tutto avviene all’interno di esso. Alla guida troviamo Leon Monroe, o come viene chiamato, Il Profeta.

Dopo una presunta illuminazione divina in cui Dio e il Diavolo gli avrebbero rivelato cosa fare e come salvare il genere umano, crea quella che possiamo tranquillamente definire una setta, all’interno della Città Celeste, situata da qualche parte in Alabama. Qui accadono le cose più oscure. Ogni anno vengono scelte dodici fanciulle per essere salvate “dai pericoli del mondo”. Ogni Ancella ha un protettore che si occuperà di lei e ovviamente il Profeta proteggerà tutti. Tutto molto dolce, se fosse vero. È proprio alla cerimonia in cui queste giovani vengono, in un certo modo, consacrate che facciamo la conoscenza dei protagonisti, come in ogni delirio religioso che si rispetti, le ragazze devono rinascere a nuova vita a partire dal nome e così troviamo Delilah e il suo protettore che altri non è che il figlio maggiore del Profeta: Adam. Gli accoppiamenti dovrebbero essere casuali, ma non in questo caso perché il ragazzo l’ha scelta facendo a cambio con il fratello Noah.

Adam e Noah sono come il giorno e la notte, sia fisicamente che caratterialmente, là dove il minore crede ancora a tutto quello che dice il padre, il più grande sa benissimo che sono solo boiate per appagare il suo ego, ingrandire le sue tasche e stuprare legalmente qualsiasi ragazza gli aggradi.

 

Tutte le fanciulle che decidono di loro spontanea (o quasi) volontà di recarsi al monastero sono fermamente convinte di andare in un posto in cui vivere al sicuro, di lasciare le loro vite spesso tormentate, tutte tranne lei, Delilah. La ragazza ha una motivazione completamente diversa, vuole risolvere un mistero, trovare e ottenere vendetta contro colui che ha ucciso la sua migliore amica, praticamente sorella. Certo non si aspettava tutto quello che sarebbe accaduto una volta che le porte del monastero si fossero chiuse.

 

I protettori non proteggono, anzi, possono abusare delle loro Ancelle come più gli aggrada, unico limite: devono restare vergini.  Al calare della notte nelle stanze, dietro le porte chiuse, accade di tutto, ma questa non è la cosa peggiore, durante il giorno le giovani vengono addestrate a compiacere gli uomini da altre donne chiamate Filatrici, e porca miseria tanta cattiveria da donne verso altre donne non l’avevo mai vista o letta prima d’ora.

 

Detta così sembra una storia orrenda, ma in realtà no. Adam e Delilah si scontreranno ripetutamente fino a giungere a una conclusione; per lui, lei rappresenta la speranza, la redenzione, la spinta per trovare il coraggio che gli serve per mollare tutto ed essere finalmente libero. Per lei, Adam da carnefice diventa la sua àncora nel momento stesso in cui si rende conto che è tanto danneggiato quanto lei. In un gioco di luce e ombra i due ci faranno vivere momenti davvero intensi, forse è presto per parlare di amore, ma sicuramente la passione non manca.

 

Ma, troppe volte l’uomo le ha ripetuto che un agnellino come lei doveva aver paura dei lupi, ma soprattutto dei leoni, di quelli come lui e così la nostra Ancella decide di scappare, ce la farà? Purtroppo il libro finisce qua, e aspettare un mese per leggere il seguito non mi è mai sembrato un periodo tanto lungo.

 

Non avevo mai letto niente di Celia Aaron e oggi quasi mi vergogno, ha creato una storia talmente intensa, ricca di colpi di scena che ti fanno respirare ogni pagina come se ti trovassi lì, molto coinvolgenti anche le scene di sesso, intense ma mai volgari, insomma ho vissuto un mix di emozioni che mi hanno spiazzato, rabbia, angoscia, empatia, disprezzo e di nuovo rabbia, perché oggettivamente una storia del genere dovrebbe scatenare una certa sorta di repulsione, ma non è così, anzi… sicuramente non ero preparata a un libro del genere, e non mi sento di raccontare molto altro, ma credo che sia una delle storie più belle che ho letto quest’anno e qualcosa mi dice che questo era solo l’aperitivo.

Lo consiglio? Assolutamente sì, ma solo a chi ama il genere.

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