
Serie: Freud Reloaded vol. 1
Autore/Autrice: Giulia Barucco
Genere: commedia romantica
Editore: self
Data di pubblicazione: 4 aprile 2025
La serie Freud Reloaded è composta da:
- La terapia vol.1
Immagina di essere innamorata del tuo migliore amico da quando sei nata.
Immagina di dichiararti e scoprire che lui prova le stesse identiche cose che provi tu.
Adesso immagina che i tuoi genitori e i suoi si scambino le coppie e voi diventiate fratellastri.
Un minuto di silenzio…
Questa è la storia di Agata e Pietro, che ora sono una psicologa di coppia traumatizzata dall’amore e
uno psicologo per famiglie con una pazienza livello pro. Lei è rancorosa, scostante, poco aperta alla
rassegnazione. Lui invece è molto rassegnato, calmo, affidabile, inspiegabilmente muscoloso e pure
felicemente fidanzato.
Quando i loro prozii, restii ad accettare il matrimonio della figlia con un ragazzo del tutto inadatto,
chiedono ai nipoti psicologi una terapia di famiglia, Agata e Pietro sono costretti a far buon viso a
cattivo, cattivissimo gioco. Come stare insieme per un weekend intero, fingendo di essere
imperturbabili e professionali.
Aprire gli ombrelli: i traumi stanno per iniziare a gocciolare.
Bentrovate Fenici,
in questo ultimo periodo la mia personalità di lettrice compulsiva è stata molto stimolata, le mie autrici preferite si sono risvegliate come la primavera!
Oggi è il turno di Giulia Barucco, che mi ha di nuovo piacevolmente stupita.
Per chi non la conoscesse, questa autrice è maestra nel raccontarci con frizzante ironia le vicende di persone che potrebbero essere nostri vicini di casa, o colleghi di lavoro, niente supereroi o principi azzurri a cavallo di bianchi destrieri, per intenderci. Eppure con il suo stile inconfondibile e i suoi dialoghi che non lasciano respiro, cattura sempre il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Protagonisti della sua ultima fatica sono Agata e Pietro, due pseudo fratellastri (la madre di lei e il padre di lui sono sposati) entrambi psicoterapeuti. Lei specializzata nei problemi di coppia e lui in quelli di famiglia. Su richiesta di una prozia e del marito, si trovano a dover trascorrere un weekend di lavoro al mare che avrebbe l’obiettivo di dissuadere la figlia di questi ultimi dallo sposare il fidanzato.
La psicanalisi di gruppo è indubbiamente la terza protagonista del romanzo, tre giorni di full immersion all’interno delle dinamiche moglie-marito e fidanzata-fidanzato, che portano anche i due terapeuti a scoperchiare involontariamente il vaso di Pandora dei loro sentimenti repressi da anni.
E qui l’autrice ci spiazza: esce dalla sua comfort-zone e regala una trama che emoziona, che a tratti commuove e rende impossibile non identificarsi con i due dottori. Intendiamoci: i dialoghi incalzanti, le battute argute e al limite del surreale che sono il suo biglietto da visita non mancano, ma sono la superficie sotto cui i sentimenti, repressi e non, sgomitano per emergere.
Facile immedesimarsi nei conflitti descritti durante le sedute, sia per chi abbia un rapporto di coppia da tempo che per chi, come Angelica ed Edoardo (i due promessi sposi) sono dei novellini in amore. Agata e Pietro sono dei veri professionisti, un plauso all’autrice anche per questo, per essersi documentata a dovere in questo campo, con addirittura note a margine molto apprezzate. Personalmente ho evidenziato parecchie parti, con il proposito di approfondirne lo studio in seguito.
Dovremmo stare davvero attenti alla persona con cui decidiamo di trascorrere un pezzo della nostra vita, o tutta. Capire che l’amore agisce nella sfera dell’essere. Implica diventare responsabili di quella persona, volersene prendere cura.
Il quarto protagonista è, non ridete, il cactus. Presente in copertina e nell’incipit di ogni capitolo vuol far passare, secondo me, il messaggio che in fondo siamo tutti anime “con le spine”, dietro alle quali ci nascondiamo e dalle quali ci facciamo proteggere. Agata, soprattutto, è la creatura che calza a pennello questa metafora, quella che più ha sofferto, ma che si è nascosta di più per proteggersi.
Perché, dopotutto, una rosa profuma anche se si sceglie di chiamarla cactus. Basta semplicemente stare attenti alle spine.
Terminato il weekend, il rientro a casa per i due sarà piuttosto difficile: decisioni verranno prese e anche successivamente disattese. Pur se continuare a negare il sentimento soffocato per anni non pare più possibile, il pensiero delle conseguenze sulla famiglia porterà a scelte drastiche che faranno temere per il peggio.
In conclusione: si ride, si piange, si batte (metaforicamente) la testa contro i muri in più occasioni, si rischiano “badilate di cactus” ma è un viaggio che vale assolutamente intraprendere.