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Recensione: La ragazza dell’atelier Rosen di Anne Jacobs

Titolo: La ragazza dell’atelier Rosen

Autore: Anne Jacobs

Genere: Romanzo rosa

Editore: Giunti

Target: +18

Data di pubblicazione: 14 settembre 2022

 

Passione, amicizia e un amore proibito: dopo l’enorme successo della Villa delle Stoffe, Anne Jacobs torna con un’emozionante storia sul destino di tre generazioni di donne.
Kassel, 1830. In un’Europa scossa dai primi moti insurrezionalisti, l’atelier delle Rosen è una piccola oasi di pace. Qui Elise, vent’anni, lavora insieme alla madre e alla nonna: il suo incredibile talento attira donne di ogni estrazione sociale e da ogni angolo della città, che spesso esigono di essere servite esclusivamente da lei. Il negozio di cappelli artigianali si è conquistato infatti nel tempo una folta e benestante clientela, rivelandosi oltretutto un prezioso lasciapassare per i più alti circoli della società. Tra creazioni e pettegolezzi, le tre donne sono spettatrici privilegiate della vita che brulica oltre la vetrina. Ma quando Elise riceve l’incarico di rinnovare lo spento guardaroba della giovane aristocratica Sybilla von Schönhoff, tutto cambia: nonostante la differenza di classe, le due ragazze, complice la passione per i libri, stringono un’affiatata amicizia, o almeno fino a quando la modista scopre che Johann Georg von Haynau, il tenente dagli occhi azzurri che la corteggia e di cui lei subisce innegabilmente il fascino, altri non è che il fidanzato di Sybilla. Elise si ritroverà allora a vivere un tormentato conflitto interiore: come può abbandonarsi alla forza dei sentimenti quando minacciano di travolgere ogni cosa?

 

 

Ritorna un’autrice molto brava nel raccontare donne capaci di realizzare se stesse anche in situazioni ed epoche non comuni.

La bella Elise è la figlia di Charlotte Rosen, un’imprenditrice nella piccola città di Kassel che realizza cappelli e cuffiette per signora.

Siamo nel 1830 e l’Europa è scossa da rivoluzioni e colpi di stato continui, ma nel piccolo atelier, come in un microcosmo, sembra scorrere tutto tranquillo.

Dalla piccola bottega passa la miglior classe dirigente al femminile di tutta la cittadina portando chiacchiere e benessere economico.

Elise però, in un angolo del suo cuore, non è completamente felice: sa di esser figlia di un misterioso padre militare che non ha mai sposato la madre né ha lasciato tracce di sé.

Nonostante la sua posizione poco chiara ella è tuttavia rispettata con quello spirito tipicamente teutonico che da sempre ha assorbito meglio le disparità morali.

Alcuni incontri cambieranno però il corso delle cose: un giovane e promettente ufficiale di cavalleria prima, e una giovane dama infelice e solitaria poi, cambieranno la vita di Elise che sempre seguita da vicino dal giovane Moritz (figlio illegittimo di Therese, una sarta dell’atelier) si allontanerà per fuggire all’ostracismo della città e per cercare questo padre misterioso ma sempre agognato.

La ragazza dell’atelier Rosen ha ritmi piuttosto lenti a cui però non mancano i colpi di scena. 

Ancora una volta colpisce l’abilità dell’autrice nel costruire legami all’interno del racconto stesso e del periodo storico.

Notevole inoltre la distinzione tra i sessi non accresciuta dal contesto storico di collocazione della vicenda ma che appare comunque straordinariamente attuale.

 

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