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Recensione: “La Guaritrice” di Philippa Gregory (La saga delle Tidelands)

 

Titolo: La Guaritrice

Autore: Philippa Gregory

Casa Editrice: Sperling & Kupfer

Genere: Storico

Data di pubblicazione: 25 Maggio 2021

 

 

Sussex, 1648. È la notte del solstizio d’estate. La giovane Alinor aspetta, al chiaro di luna, nel piccolo cimitero della chiesa, nella speranza di incontrare il fantasma del marito violento, scomparso da più di sei mesi in mare, e avere così la conferma della sua morte per essere finalmente libera. Invece incontra James, un ragazzo in carne e ossa, e in fuga. E gli mostra le vie nascoste attraverso il pericoloso paesaggio paludoso delle Tidelands, senza sapere che sta guidando una spia e un nemico nella sua vita. Perché James è l’uomo che dovrebbe aiutare il re, ormai detronizzato, a evadere dall’isola di Wight, dove è tenuto prigioniero. L’Inghilterra è, infatti, in preda a una disastrosa guerra civile che sta insanguinando l’intero regno. Il parlamento guidato da Oliver Cromwell si è ribellato a Carlo I. Sono tempi di paura e superstizione, e Alinor è una donna sopra le righe per ambizione e determinazione, una levatrice esperta anche nell’uso di erbe medicinali e ora, per giunta, senza un marito. Da sempre, inoltre, nel villaggio si vocifera che la sua bellezza sia legata a un potere sinistro così come le sue doti curative. Quando i sospetti dei vicini iniziano a farsi più insistenti, Alinor si ritrova stretta in una morsa: se dovessero scoprire il suo vero segreto, le conseguenze sarebbero terribili. Amare un altro uomo – per di più fedele alla monarchia – potrebbe risultare un errore fatale per una donna come Alinor.

 

 

Ho già letto altri romanzi scritti da Philippa Gregory, tutti ambientati in Inghilterra in epoche diverse e, ho sempre apprezzato l’accuratezza e la ricerca storica che si trova dietro ogni suo lavoro. Quando ho scelto La Guaritrice mi aspettavo una narrazione basata su un personaggio famoso della storia o quanto meno appartenente al ceto nobiliare. Ho avuto una grande sorpresa, positiva, scoprendo che la protagonista, Alinor, è invece una donna semplice del suo tempo: una lavoratrice, una pescatrice, una levatrice, una guaritrice, una madre, che deve affrontare tutte le superstizioni e le difficoltà della condizione femminile in un periodo storico alquanto difficile.

Abbandonata dal marito, sparito all’improvviso, si trova a dover provvedere economicamente alla famiglia (composta dai suoi due figli), cercando di mantenere la sua reputazione impeccabile. Per una donna sola, la reputazione era tutto nel 1600: per una sola parola, un semplice pettegolezzo si poteva essere accusate e giudicate; e i metodi punitivi usati non erano molto ortodossi. Alinor deve nascondere che il suo compagno di vita non è morto in realtà, ma ha abbandonato la famiglia. Per fare questo prova ad aiutare il fratello, si mantiene neutrale riguardo al conflitto fra la Monarchia e il Parlamento in un mondo dove lei, come tante altre donne, è esclusa dal potere e deve solo ubbidire agli uomini che ha intorno. Il fatto che sia una bellezza, in una zona desolata dell’Inghilterra paludosa, non la favorisce. Non può accettare l’aiuto di nessuno, non le è consentito guardare in viso alcun uomo per non creare gelosie e soprattutto per evitare le malelingue. Lotta ogni giorno per non cadere in povertà, non elemosinare l’aiuto della comunità e non morire di fame.

La sua vita sarà sconvolta quando, una notte, incontra James, spia papista che milita per liberare il re dal suo esilio. I tentativi di nasconderlo al mondo inconsapevolmente aiuteranno la sua famiglia, in quanto il signore della regione, complice dell’uomo, per ottenere il suo silenzio prende suo figlio come compagno di studi del suo erede.

James, figlio di aristocratici in esilio rimane affascinato della bellezza di Alinor e lotta contro l’attrazione per non cadere in tentazione, per mantenere la sua fede in Dio. Alla fine lui sembra un debole, che rimane schiavo della sua condizione e del pregiudizio. Il fatto che

 

Avrebbe voluto ritrovarsi tra la sua gente, dove la crudeltà era segreta, la violenza nascosta e le buone maniere erano più importanti del crimine” (Tratto dal libro),

 

mostra nettamente quanto siano diversi. Lei infatti, a differenza di lui, affronta di petto tutte le difficoltà e le avversità della vita.

Mentre Alinor combatte le sue più grandi paure per proteggere chi ama, James rimane incastrato nella sua condizione sociale.  Lei trova dentro di sé una grande forza mentre lui si immerge nelle sue più grandi debolezze. Per questo motivo considero il libro, partendo dal titolo, un’ode a una eroina.

I protagonisti sono ben delineati, caratterizzati e ben calati nella storia. La Gregory mantiene la sua scrittura scorrevole e di facile lettura, sapendo dove introdurre la suspense e i colpi di scena. Sa come tenere vivo l’interesse del lettore e creare situazioni particolari, intrecciando la realtà storica con la fantasia.

L’autrice inoltre introduce nel racconto, attraverso la figlia di Alinor, le tradizioni legate alla dote e al matrimonio: una vera e propria transazione d’affari. Questa parte mi è sembrata molto interessante sia perché è un episodio importante ai fini della storia, sia perché chiarisce come le donne a quell’epoca fossero trattate come merce di scambio.

Mi è piaciuta molto anche la parte relativa al cosiddetto processo delle streghe e ho trovato di cruciale importanza il comportamento dei protagonisti in questa situazione. Durante il Medioevo le donne sono sempre state perseguitate e contro di loro sono stati inventati procedimenti arcaici e brutali per dimostrare che erano streghe. In questo racconto le prove utilizzate sono il controllo di segni sul corpo, la verifica del sanguinamento e l’immersione, tutte degradanti per una donna e sminuenti la sua dignità. Le parole pronunciate dalla stessa Alinor secondo me sono molto esaustive:

Nessuna donna è innocente. La Bibbia indica la donna come la persona da incolpare per avere portato il peccato nel mondo. Ogni cosa è colpa nostra: peccato e morte sono alle nostre porte, da ora fino al giorno del giudizio.” (Tratto dal libro)

Questa è la prima parte di una trilogia e se proseguirà con la storia di questa eroina credo sarà molto interessante da leggere. Sono curiosa di capire come potrà cavarsela una donna come lei in un ambiente diverso dal suo villaggio natale.

 

 

 

 

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