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Recensione: La creatrice di bambole – Serie: Le quattro promesse vol.1 di Giulia Dal Mas

 

 

Titolo: La creatrice di bambole

Serie: Le quattro promesse vol.1

Autore: Giulia Dal Mas

Genere: Narrativa contemporanea

Editore: More Stories

Target: +16

Data di pubblicazione: 28 gennaio 2022

Che cosa succede al corpo di una donna quando non può avere figli? Se lo chiede di continuo Gioia Ermini, scrittrice di trentasette anni, da quando dieci mesi prima la sua ginecologa le ha detto che non potrà mai portare a termine una gravidanza.
Sposata da quindici anni con Claudio, è sul punto di firmare le carte della separazione quando riceve la proposta di tenere delle lezioni di scrittura creativa all’Università di Firenze.
Autrice di una serie bestseller, da mesi Gioia è preda della cosiddetta sindrome della pagina bianca, e ogni pomeriggio scrive parole su parole che, inevitabilmente finisce per cancellare. Ha bisogno di allontanarsi da una vita che non riconosce più, così accetta di partire per la Toscana.
È sulle colline intorno a Firenze dove prende casa che Gioia incontra Edda, una donna anziana, con lunghi capelli bianchi e un filo di perle attorno al collo. Edda, che ogni pomeriggio siede all’ombra di una betulla e accarezza il capo di una bambola. E di cui ogni notte Gioia ode le urla trasportate dal vento.
In un rincorrersi di ricordi, Edda porterà Gioia in un’altra epoca, tra i sorrisi di quattro amiche che danzano in riva al mare, e poi in una Firenze attraversata dalla guerra. Tra i lussi di una residenza diplomatica e la devastazione di una vita spezzata. Edda le racconterà della paura, della speranza, del coraggio. E dell’amore. Per Angelo, nipote del console tedesco, e per Manfredi, ceramista di Montelupo. Tra le macerie di quella vita lontana, Gioia ritroverà se stessa, le parole che ormai temeva perdute e anche il suo cuore.

La creatrice di bambole è il primo volume della serie Le quattro promesse.

 

 

Primo romanzo di una serie dedicata alla vicenda umana di un gruppo di amiche giovani e belle alla vigilia della Seconda guerra mondiale. 

Ci racconta la storia di una donna, Gioia Ermini, una scrittrice dei nostri giorni che vive il grande successo dei suoi libri ma soffre terribilmente per il divorzio dal marito; un divorzio causato dalla sua sterilità e dal conseguente tradimento di lui. 

Preda del blocco dello scrittore, accetta un posto come professore associato di scrittura creativa a Firenze e si stabilisce in un bel villino sulle colline toscane.

Attraverso una siepe, una sera in cui è particolarmente affranta, intravede una bella signora anziana seduta nel giardino confinante con l’unica compagnia di una bellissima bambola di porcellana: è Edda, che, malata di Alzheimer, vive in una bella casa curata e accudita da una governante.

Per Gioia, cercare di avvicinarla per saperne un po’ di più è uno spunto per bucare il velo di angoscia che la avvolge, soffocandola: con il beneplacito della domestica inizierà a frequentare il giardino vicino ascoltando il racconto insolitamente vivido che la donna, nei suoi barlumi di lucidità, le racconterà.

Una storia di sofferenza e perdita vissuta a cavallo della guerra, che ha piagato una donna sensibile e affascinante come Edda sino a distruggerle l’animo.

Per Gioia la catarsi che vivrà nel compenetrarsi nelle vicende dell’anziana donna sarà di stimolo per guardare dentro se stessa e riprendere in mano la sua vita.

Una bella storia di dolore e rinascita come nel miglior stile di questa bravissima autrice italiana che seguo già da un po’.

Ve la consiglio, la profonda empatia per le protagoniste che proverete sarà emozionante e lascerà sicuramente il segno.

 

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