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Recensione: “Il risveglio” di Luca Farru – Serie: Quattro #1

Titolo: Il risveglio

Serie: Quattro #1

Autore: Luca Farru

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: Urban Fantasy

Data di pubblicazione: 18 maggio 2021

Siete l’unica speranza che ha il mondo di sconfiggere Serafyn ed evitare che spalanchi le porte degli Inferi. Sei pronto a rischiare tutto per opporti al male? Cody, Matt, Rose e Sybil sono quattro ragazzi che vivono in città lontanissime tra loro – rispettivamente a Vancouver, New York, Milano e Singapore – e che conducono esistenze diametralmente opposte. Sennonché, un giorno, tutti loro notano sulla pelle l’apparizione di un marchio insolito e cominciano ad avere strane visioni, oltre a manifestare poteri inspiegabili. Ed è allora che il velo che separa naturale e soprannaturale si squarcia, e i ragazzi scoprono di essere presi di mira dai seguaci di Serafyn, un antico demone che dominava il reame oscuro di Inferium, e che è stato sconfitto in passato dalle forze del bene, di stanza a Nuramen e guidate dalla regina Melania. Tra fughe rocambolesche, addestramenti serrati e scoperte sconvolgenti, i Quattro dovranno lasciare che il loro destino si compia. Riusciranno a impedire il ritorno di Serafyn e a salvare chi amano?

 

 

Il risveglio è il primo volume della serie Quattro, scritta da Luca Farru.

Si tratta di un fantasy interessante con tratti originali, a mio avviso, non del tutto sfruttati.

Questo volume di 374 pagine introduce il lettore nella vita di quattro ragazzi.

Ebbene sì, “introduce” è la parola giusta per descrivere la sensazione che ho avuto, ovvero quella di trovarmi sempre all’inizio della storia senza arrivare da nessuna parte.

I protagonisti del romanzo sono Rose, Matt, Cody e Sybil, i quali vivono in quattro angoli del mondo: Milano, New York, Vancover e Singapore. Un fattore comune li lega: l’apparizione nello stesso momento di un segno sulla pelle.

Loro sono i dormienti, che per cause sovrannaturali ricevono poteri inaspettati e hanno visioni strane. Ed è qui che veniamo catapultati in un’ambientazione di fantasia che s’intreccia con la quotidianità.

Ho trovato originale l’idea di quattro giovani che nascono, vivono e si comportano normalmente senza conoscere la loro vera natura. Quest’ultima, infatti, si manifesta quando il mondo sovrannaturale è in pericolo. Purtroppo, secondo me, l’originalità del libro inizia e finisce qui.

A malincuore devo ammettere che tutto il resto non mi è tanto piaciuto.

Leggerò i volumi successivi per capire come finirà questa avventura e soprattutto come e se l’autore riuscirà ad arrivare a un lieto fine.

Potrei sbagliarmi, ma la mia sensazione è stata proprio questa: la ricerca con ogni mezzo di arrivare al famoso happy ending, motivo per cui la trama è lineare, a parte il finale che ancora devo comprendere fino in fondo e senza colpi di scena eclatanti.

Nonostante sembrino scelti dal ventaglio sociale attuale, i protagonisti appaiono stereotipati: la modella con problemi di alcool, lo scrittore perfettino, la ragazza viziata con la sindrome dell’abbandono, il ragazzo gay…

Non manca la descrizione fisica accurata di ognuno di loro ma i rapporti che si creano sono affrettati e senza consistenza.

Trovo inverosimile che fra Cody e David in pochissimo tempo si crei un legame talmente forte da condizionare quest’ultimo fino al tradimento. L’inguaribile romanticona che è in me può accettare che nasca una forte attrazione o un colpo di fulmine, ma l’Amore con la “A” maiuscola dopo una notte di passione è un po’ eccessivo.

Anche il legame fra Matt e Rose si mostra forzato. Infatti, dopo gli eventi paranormali (se tali possono definirsi) la ragazza lascia il fidanzato, mentre i suoi problemi con l’alcool si dissolvono quando decide di entrare quasi con prepotenza nella vita tranquilla di Matt.

Nonostante si conoscano da poco tempo i due costruiscono un rapporto forte pieno di fiducia e si scambiano il primo bacio dopo la morte dei genitori di Matt. Diciamo pure che la cosa può starci, tante volte dopo un momento tragico e doloroso ci avviciniamo a persone a noi care ed esteriorizziamo i nostri sentimenti. Ciò non toglie la sensazione di accelerare troppo, di voler a ogni costo una relazione tra i due protagonisti.  La mia parte romantica si aspetta degli sguardi pieni di messaggi, piccoli gesti che consolidano un rapporto, un’esplorazione reciproca delle compatibilità, una scoperta graduale, ma il ritmo accelerato della storia non lo permette.

Mi aspettavo di più, forse personaggi sviluppati con maggiore spessore, creati in modo tale da evidenziare l’idea originale con cui parte la storia.

Peccato! Ero partita con tantissime aspettative.

Da lettrice appassionata di fantasy, trovo difficile non confrontare questa saga con un’altra molto famosa, in cui il sovrannaturale è nascosto agli occhi dei mortali e dove il principale scopo è continuare a tenerli all’oscuro. Sicuramente non era questa l’intenzione dell’autore, ma il paragone è inevitabile.

Per il resto, cos’altro dire? Non sono riuscita a farmi attrarre dalla narrazione o innamorarmi dei personaggi. Anche la struttura immaginata del mondo fantastico come: la scelta del nuovo re, la reazione e le azioni della regina piuttosto che quelle delle fate o il mondo dei demoni non mi hanno convinto.

La regina, Melania, sarebbe stato un personaggio molto interessante e chiave del libro. Parte come un’eroina, sopravvissuta alla guerra contro Serafyn. Un modello che ispira devozione ai sudditi e finisce per fare dei gesti inspiegabili: mente, inganna, droga, uccide, tradisce. Certo, si scopre che era in qualche modo soggiogata al potere demoniaco, ma proprio per questo dualismo si poteva sviluppare un personaggio molto più complesso partendo proprio da questo.

Non mi sento di consigliare il libro, ma nemmeno di suggerire di non leggerlo.

Se qualcuno è appassionato di fantasy potrebbe per curiosità provarci, forse trova quel “qualcosa” che a me è sfuggito.

 

 

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