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Recensione: “Il corvo (La malavita di Boston #1)” di A. Zavarelli

Buongiorno fenici, oggi la nostra Aina ha recensito per noi il libro “Il corvo (La malavita di Boston #1)” di A. Zavarelli

Lui è un assassino. Un mafioso.

L’ultimo uomo al mondo con cui vorrei stare. Non perderò la testa solo perché è sexy, irlandese, e sfoggia un malizioso accento.

È una delle poche piste nella scomparsa della mia migliore amica, e non mi fido di lui.

Così, ho in mente alcune regole, quando si tratta di avere a che fare con Lachlan Crow.

1. Rimanere lucida e non distrarmi.

2. Fare ciò che è necessario e non dimenticare mai perché sono qui.

3. Non innamorarmi mai, e sottolineo mai, di lui.

Quarta ed ultima regola?

Gettare via tutto il libro. Perché non si applicano regole, quando si ha a che fare con la mafia irlandese.

Doveva essere solo temporaneo, ma ora Lachlan crede di possedermi. Dice che non mi lascerà andare.

E io gli credo.

 ***

 (Fonte: Grey Eagle Publications)

Questo è un romanzo standalone, che vede come protagonisti sexy mafiosi irlandesi.

  

Sei l’unico uomo a cui mi inchinerò mai

 

Ho trovato questo primo episodio della serie (diversamente da Il Mietitore, che ne è il seguito) un classico mafia romance. Molto thriller, molto sesso, amore impossibile, segreti, i concetti di famiglia e onore…

Mackenzie è una ragazza tosta che tutti sottovalutano a causa del corpicino basso e atletico, anche se è una campionessa di lotta. E come spesso accade nei romanzi in cui ci sono personaggi femminili dotati di troppo testosterone, non può evitare di fare gesti stupidi e di mettersi (o mettere gli altri) nei guai. Vergine per scelta, perché maggiormente interessata a difendersi dagli uomini che a irretirli, finora non si è mai innamorata.

Lachlan è un uomo adorabile che è un peccato tradire. Forse un po’ troppo “composto” per essere un mafioso, ma ho trovato credibile la sua forte attrazione per questa donna forte e bellissima che lo costringerà a mandare a monte un matrimonio combinato e a scendere in guerra con altre bande rivali. Non eccessivamente impulsivo, ma razionale ed equilibrato, il suo sguardo è imperscrutabile perfino da parte di Mack. Emerge da subito un legame molto forte sia con Ronan che con Alexei, che approfondiremo nei libri a loro dedicati.

Sia Mackenzie che Lachlan nascondono qualcosa di grosso all’altro. Il Corvo naturalmente non può parlare degli affari mafiosi con nessuno se non con chi si fida in particolar modo, tantomeno ha voglia di spiegare che la sua vita affettiva è già “impegnata” da accordi precedenti. Mack non può rivelare il motivo per cui si trova infiltrata nel Sindacato. Si trova in quella posizione con il solo scopo di raccogliere informazioni per rintracciare un’amica scomparsa. Il suo obiettivo sarebbe quello di uscirne appena ha raccolto queste informazioni; naturalmente accade l’imprevisto: entrambi provano una forte attrazione l’uno per l’altra, che solo nella seconda parte sfocia in una serie di pagine di sesso.

 

Avendo letto già anche il secondo libro, mi aspettavo una differente caratterizzazione dei personaggi, ovvero una Mack più fragile e piagnucolosa, e un Lachlan innamorato e sdolcinato. Mi aspettavo inoltre di vedere formarsi e crescere il rapporto tra Mack e Ronan, cosa che invece viene appena toccata. Inoltre, forse a causa della traduzione, ho trovato alcune frasi non perfettamente chiare nel contesto.

In tutta onestà, devo dire che il secondo episodio della serie mi è piaciuto di più, essendo meno incentrato sulle dinamiche mafiose e di guerriglia, ed essendo più introspettivo e relazionale.

I due volumi sono idealmente collaterali, e insieme collegano le dinamiche relative ai rapporti mafiosi (la trama thriller che fa da sfondo, insomma). Non è quindi del tutto esatta la dicitura nella sinossi “i romanzi sono autoconclusivi”, anche se è vero che la trama romance nei singoli volumi tratta personaggi differenti.

 

Sei preoccupato per la tua anima?” gli chiedo.

“Dipende dal giorno” risponde vagamente. “A volte sì. Ma un uomo col mio lavoro quanto tempo può passare a preoccuparsi di queste cose?”

Mi sta prendendo in giro, sfruttando l’umorismo per evitare la domanda. Ma sotto quella facciata, posso scorgere la verità. Si preoccupa di queste cose. Si preoccupa di rimanere umano. Del bene e del male. Della sua oscurità.

 

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