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Recensione: “Holmes” di Cristina Bruni

Buongiorno fenici oggi Aina ha recensito per noi “Holmes” di Cristina Bruni

Si tratta di una raccolta di racconti che sembrano essere uno spin-off di un progetto più ampio, dove i personaggi sono ben caratterizzati, hanno già esperienze condivise, una quotidianità e degli aneddoti.

Mi sono sembrati capitoli molto dolci, teneri, scritti con una penna romantica e poetica; mi è mancata, però, un’ossatura che desse più struttura alla trama.

Leggiamo di un Holmes e Watson giovani prima, e di quando sono più maturi poi, e infine di un momento successivo. La sensazione è che tra la giovane età e quella più matura sia successo qualcosa, una lontananza dolorosa, situazione che però non viene mai del tutto chiarita. Se ne fa cenno, si adducono giustificazioni, ma mi è mancato un momento in cui questa loro distanza sia stata approfondita, come se l’autrice avesse voluto regalarci solamente i momenti positivi, quelli del “ritrovo”. È un peccato perché soffrire per loro avrebbe aumentato la soddisfazione per il riavvicinamento. Tenerezza, calore, amore nel vero senso del termine, e anche un po’ di rimpianto sono le emozioni principali.

Si tratta quindi di racconti che mostrano dei momenti significativi, che riassumono non solo la passione del momento, ma anche quella frustrata, trattenuta, e il rammarico per il divieto sociale del poter esprimere la propria sessualità.

Le caratterizzazioni dei due personaggi sono efficaci, anche forse per il fatto che ovviamente tutti conosciamo Holmes e Watson, ma per una buona parte vengono date per scontate, visto che la focalizzazione è sullo svelare le loro personalità nell’intimo del loro rapporto affettivo. Solo qualche strizzatina d’occhio all’abilità di Sherlock di leggere i dettagli, anticipare risoluzioni, uscire con frasi che sembrano leggere la mente.

Ambientazione storica precisa che risulta dalle piccole cose, anche solo nel dare del “lei” alla persona con cui si sta facendo sesso: l’ho trovato un dettaglio abbastanza forte, nella passionalità del momento, che sottolinea una scrittura perfettamente ambientata storicamente.

Quindi una serie di racconti piacevoli da leggere, che però avrei voluto poter inserire in un contesto più ampio, in cui fosse presente un’evoluzione del loro rapporto più esaustiva.

I momenti sensuali, infine, per quanto descritti in modo tenero e poetico, sono tutt’altro che banali. Fantasiosi e interessanti, niente posizioni o esecuzioni standard, ma rapporti pensati e ricercati come dinamica, dalla scintilla all’esecuzione.

Le palpebre scivolano a coprire gli occhi, i respiri sfiorano la pelle ormai grinzosa, le mani tentennano mentre si cercano l’un l’altra.

Davanti a loro si affollano immagini di ciò che non è stato, ma che avrebbe potuto essere”

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