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Recensione: Cieli di Cornovaglia – spin-off Le due sorelle di Julia Quinn

TITOLO: Cieli di Cornovaglia

SERIE: spin-off Le due sorelle

AUTORE: Julia Quinn

GENERE: Romance storico / Regency

EDITORE: Mondadori

DATA DI PUBBLICAZIONE: 05 Luglio 2022

Henrietta Barrett non ha mai dato peso alle convenzioni della società: vive in Cornovaglia, dove si occupa con amore della tenuta del suo tutore; indossa pratici calzoni invece di abiti sontuosi e risponde all’improbabile nome di “Henry”. Quando però l’anziano lord Carlyle muore, Stannage Park va in eredità a un lontano cugino, William Dunford, il più impenitente scapolo di Londra, che rimane parecchio sorpreso quando viene a sapere di avere ereditato una proprietà, un titolo… e una pupilla, la quale è ben determinata a far sì che la prima visita del nuovo proprietario alla tenuta sia anche l’ultima. Già, perché Henry ha tutta l’intenzione di continuare a gestirla senza alcun aiuto da parte di questo bellimbusto del nuovo padrone. Dal canto suo, Dunford è sicuro di poter cambiare le cose… a partire da quella giovane fanciulla selvatica. Ma avrà da penare non poco per trasformare una ragazza all’apparenza sfacciata in una vera lady. Un’impresa che potrebbe riservargli dolci sorprese.

Cieli di Cornovaglia è il titolo del terzo romanzo autoconclusivo della serie intitolata The Splendid Trilogy di Julia Quinn. La storia è interamente ambientata in Inghilterra, fra Londra e la Cornovaglia.

I protagonisti sono William Dunford, appena diventato Lord Stannage, ed Henrietta (Henry) Barrett, ereditata come pupilla, insieme al titolo, dal nuovo lord.

William è presente anche nei due volumi precedenti come miglior amico del Duca di Ashbourne (Meravigliosa) e di Bella Blydon (Danzando sotto le stelle). Ha un fascino particolare e adesso, dopo aver letto tutti i tre capitoli della serie, posso dire con certezza che lui è il mio personaggio maschile preferito.

Autoritario, libertino, affascinante, un buon amico, pieno di risorse, a volte cinico ma capace di grandi gesti, è generoso e altruista.

Era alto, muscoloso, con le spalle larghe, i capelli folti e bruni, un po’ più lunghi di quanto imponesse la moda, e il suo volto … Henry si rendeva conto che era quanto di meglio una faccia potesse essere. Zigomi alti, naso dritto e forte, bocca ben modellata con una lieve piega sardonica.”

(Tratto dal libro)

La sua antagonista, Henry, è un’affascinante donna sensuale mascherata da maschiaccio. È cresciuta in campagna senza restrizioni, ignara delle convenzioni sociali, orfana, libera di spirito e anticonformista (veste abiti maschili per sovraintendere alle faccende del podere). Henry è l’amministratrice della tenuta di Stannage Park fin dalla tenera età, è innamorata della sua Cornovaglia e non vorrebbe mai lasciare quelle terre.

Il sole già calava, tingendo di rosa il cielo. Henry sospirò di amore per quelle terre. Non c’era niente che la toccasse di più.”

(Tratto dal libro)

Non mancano i balli poiché parte dell’ambientazione è a Londra. Tuttavia, la maggior parte si svolge in Cornovaglia, dove le dinamiche sociali, come di consueto nelle tenute di campagna, sono diverse. I personaggi sono disinvolti, informali, spontanei, poco ingessati. Aggiungendo a tutto questo il loro innato carisma, direi che il successo è assicurato.

Henry prova di tutto per convincere Dunford a scappare dalla tenuta e crea una serie di situazioni divertenti che vivacizzano la trama. Non si rende conto che con la sua naturalezza non fa altro che attirare ancora di più il nuovo Lord, abituato alle debuttanti timide e superficiali.

Cosa deve fare un aristocratico con un maschiaccio? Le deve insegnare le buone maniere, comprarle vestiti e trovarle un marito. Queste sono le nobili intenzioni di William ma quando il cuore se mette in mezzo, questi bei propositi sono destinati a fallire.

“Non aveva portato Henry a Londra per sedurla. Buon Dio, pensò amaramente, quante volte aveva dovuto ripetersi questo ritornello nelle ultime settimane ? Ma così stavano le cose, e Henry aveva il pieno diritto di conoscere tutti i buoni partiti di Londra. E lui doveva tirarsi indietro e lasciare che facesse da sola le sue esperienze. Tutta colpa di quel dannato istinto cavalleresco. La vita sarebbe stata più facile se l’onore non fosse sempre messo di mezzo quando si trattava di quella ragazza.”

(Tratto dal libro)

Non mancano le situazioni rocambolesche e gli equivoci.  L’azione si svolge con un ritmo veloce e frizzante. Il romanzo è romantico, allegro, divertente con una storia in cui prevalgono sia i sentimenti sia i personaggi. La Quinn riesce raccontarci la vicenda fra Henry e Dunford con scioltezza, aggiungendo dei dialoghi spontanei.

Posso affermare che fra i tre romanzi di questa serie, questo è quello che mi è piaciuto di più.

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