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Recensione: “In Aeternum” di Anna Chillon

 

 

RACCONTO
Parigi, 1957. Michelle è pronta ad attuare il suo piccolo colpo di scena per smascherare il tenebroso pianista che si esibisce al teatro Opéra National. A nulla servirà tentare di nascondergli la sua più grande debolezza, sarà semplice leggerle nel cuore e nell’animo e sarà lui stesso a decidere la sua sorte, il castigo e la ricompensa.
Una sinfonia che il pianista ha intenzione di suonare fino all’ultima nota.

Attenzione: contiene scene di sesso esplicito.

Quando mi è stato proposto di ascoltare in Aeternum in “versione audioracconto“, in principio sono rimasta un po’ perplessa.

Ma conoscendo l’abilità magistrale di Anna Chillon nell’affascinare i lettori con qualsiasi genere di romanzo, ho accettato subito quella che per me avrebbe rappresentato una grossa novità.

E non ne sono affatto pentita, perché è stata un’esperienza davvero emozionante.

La protagonista di questo breve racconto si chiama Michelle ed è una ragazza disposta a tutto pur di smascherare la vera natura di un vampiro millenario, celata dietro le sembianze di un abilissimo pianista dell’Opéra di Parigi. Ed è proprio durante una delle sue esibizioni serali che la fanciulla riuscirà nel suo intento, attirando immediatamente un insano interesse da parte di quella creatura magnetica e intrigante che si fa chiamare Friedrich Von Tale. E che non avrà la minima intenzione di lasciarsi scappare una sfida così deliziosa, come quella rappresentata dalla giovane e incosciente Michelle.

Non svelerò altro della trama di questo racconto, perché vi impedirei di gustarvi ogni suo piccolo dettaglio nel modo più giusto e naturale. Comprese le sfumature più calde e peccaminose di un incontro che si trasformerà ben presto un’unione brutale e disumana, ma al contempo sublime e quasi catartica.

Perché entrambi i protagonisti hanno una terribile fame di vita… Friedrich vuole uscire a tutti i costi dalla cupa prigione di solitudine e malinconia in cui è sempre vissuto e Michelle ha un disperato bisogno di ottenere dal vampiro qualcosa di prezioso, qualcosa capace di sorprendere persino una creatura millenaria come lui.

Insomma, questo racconto mi ha davvero stregato.

Forse è merito della magia che le parole della Chillon sono state capaci di evocare ancora una volta, con quello stile elegante, regale e superbo che ha catturato la mia mente e l’ha incatenata a sé dall’inizio alla fine di questa breve storia.

Perché questa donna sa scrivere, accidenti se sa scrivere…

O forse è merito dell’incantevole bravura della voce narrante che, accompagnata dalla splendida melodia di un pianoforte, è stata in grado di accarezzarmi la pelle col suo tocco caldo e vellutato, donando concretezza all’intera vicenda, grazie alle innumerevoli inflessioni che ha saputo creare in modo impeccabile. Nonostante io debba ammettere che ascoltare una voce femminile, anche quando a parlare era un vampiro sensuale e arrogante come Friedrich, mi ha fatto davvero uno strano effetto.

O magari è merito dell’una e dell’altra, perché l’incanto di questa storia è nato proprio dalla fusione di entrambe le parti: la poesia della scrittrice e la melodia della narratrice.

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Voto Nikky 4,5

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