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Recensione: I nostri fratelli inattesi di Amin Maalouf

TITOLO:I nostri fratelli inattesi 

AUTORE: Amin Maalouf 

EDITORE: la nave di Teseo

GENERE: Narrativa Distopica

 

In una minuscola isola dell’Atlantico del nord, Antiochia, risiedono solo due persone, il fumettista canadese Alec Zander e la scrittrice Ève Saint-Gilles, autrice di un unico capolavoro. I due vivono le rispettive solitudini nei quarantasei ettari dell’isola, separati dal resto dell’arcipelago da uno stretto braccio di mare che, con la bassa marea, si può attraversare a piedi. Ma la loro vita tranquilla e abitudinaria viene sconvolta da un blackout totale, tutti i mezzi di comunicazione sono fuori uso, e ciò li costringe a uscire dal loro geloso isolamento.
Cosa sarà accaduto? Il mondo è stato vittima di una tragedia? Le minacce di un conflitto nucleare e di azioni terroristiche erano nell’aria già da tempo e la situazione internazionale così complessa e pericolosa da giustificare il timore di una catastrofe. Alec riuscirà pian piano a risolvere il mistero. La crisi nucleare è stata evitata dalla comparsa di una misteriosa comunità, il “popolo di Empedocle”, in possesso di incredibili conoscenze e capacità che, per secoli, hanno custodito segrete vivendo tra gli esseri umani. L’incontro con questi fratelli inattesi sconvolge l’umanità e il corso della storia.
In un romanzo denso e coinvolgente Amin Maalouf affronta temi centrali del dibattito contemporaneo a cui ha già dedicato indimenticabili saggi.

 

 

Sull’isola di Antiochia, un minuscolo pezzo di terra nell’Atlantico del Nord, a largo dell’arcipelago delle Chirons, vive in solitudine il fumettista di fama mondiale Alec Zander, il quale ha come unica vicina la scrittrice Ève Saint-Gilles, autrice di un unico capolavoro. Entrambi vivono la loro vita in perfetta solitudine, in modo tranquillo e abitudinario. Sono due personaggi agli antipodi: Alec ha deciso che è più felice vivendo in solitudine senza la pressione della vita sociale; Ève, invece, ha un’avversione palpabile contro gli uomini e il mondo in generale, li considera ormai alla deriva. Alec è riflessivo, concreto, disincantato, Ève è amareggiata, burbera, gelosa del suo isolamento. Ma un giorno le comunicazioni subiscono un blackout totale, niente più notizie, niente corrente elettrica, sembra che il mondo sia svanito lasciando solo loro due come testimoni di qualcosa che non sanno neanche spiegare. Così sono costretti ad uscire dal loro amato isolamento per cercare di capire, insieme, cosa sia successo. Perché la minaccia di un possibile conflitto nucleare era nell’aria già da tempo e il loro timore è che sia capitata una catastrofe.

I nostri fratelli inattesi è il diario che Alec tiene per annotare le vicende delle due settimane più strane e complesse che il mondo abbia affrontato. Attraverso il suo minuzioso resoconto veniamo a conoscenza di un altro “popolo” che ha vissuto in parallelo con il nostro, simili a noi, ma più evoluti, con conoscenze che hanno dell’incredibile, con una medicina all’avanguardia in grado di guarire ogni malattia e prolungare la vita. Una comunità che ha fatto scelte differenti dalle nostre, che ci fa sentire antiquati, obsoleti e in balia di un destino che non abbiamo mai saputo afferrare veramente, lasciandolo scivolare tra le nostre dita con ineluttabile consapevolezza.

Un romanzo che fa riflettere parecchio sul nostro modo di vivere, come se fossimo i padroni assoluti di questo pianeta che stiamo prosciugando e uccidendo lentamente ma consapevolmente. Attraverso questi uomini che si sono mostrati al mondo per evitare l’annientamento, evocando un cosmo parallelo al nostro, il quale, in qualche modo, sarebbe potuto essere il nostro stesso futuro, facendoci vedere con i nostri occhi cosa saremmo potuti diventare se solo non fossimo occupati a farci la guerra tra di noi.

Una storia ricca di riflessioni, di ideologie, di spunti filosofici che pone domande ancestrali alle quali ancora non siamo stati in grado di rispondere: se fossimo stati un popolo unito, senza guerre, senza conquistadores che hanno annientato popolazioni intere, senza la “fame” di potere, cosa saremmo potuti diventare? Cosa saremmo stati in grado di realizzare? I nostri fratelli inattesi, tra distopia e saggio filosofico, con la sua misteriosa comunità che si fa chiamare “Il popolo di Empedocle”, dal filosofo che si buttò nell’Etna per le sue convinzioni, cerca di dare una risposta a tutto ciò. E lo fa stravolgendo l’esistenza e le convinzioni degli uomini, aprendo la strada a tante possibilità, che implicano un cambiamento radicale. Starà all’umanità scegliere il cammino da percorrere per poter cambiare il suo futuro. Sceglierà bene? Scopritelo leggendo questo gioiellino di libro.

Una storia per gli amanti dei libri con spunti interessanti per riflettere sul nostro mondo.

 

 

 

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