Recensione libri

Recensione: “Mi appartieni” di Nicole De Luca

Anita è una donna come tante: conduce una vita normale, è solare, spensierata e piena di sogni. Il suo futuro è già programmato. Ha un lavoro, un fidanzato, un’amica sincera e un gruppo di amici. Non le manca niente. Luca, invece, è un uomo particolare: testardo, presuntuoso, intrigante e tormentato, che diventerà presto perdizione, desiderio e piacere. La storia si svolge prevalentemente a Roma ed è qui che qualcosa spezzerà la quotidianità di Anita: l’incontro con Luca la catapulterà in un mondo diverso, al quale non è abituata e che la trascinerà in un vorticoso turbinio di eventi. Insieme ai nostri protagonisti, verremo immersi in una realtà di perverse passioni ed erotiche sensualità dove l’intesa mentale supera ogni ostacolo. Indecisioni, dubbi, ripensamenti e una scelta da prendere in breve tempo. Quale strada sceglierà Anita? Il giusto e l’ovvio o proverà ad intraprendere un nuovo percorso? L’amore, la passione, la perversione e l’intrigo faranno parte di questo romanzo scritto a tinte forti che non lascerà nulla all’immaginazione.

Anita è una ragazza ventinovenne, fidanzata da alcuni anni con Massimiliano. Lavora come commessa in un negozio di abbigliamento, fa una vita normalissima e spesso si ritrova con gli amici del cuore, Simona, Stefano e Fabio, in una yogurteria. Ed è qui, che un giorno, le viene presentato Luca: da subito fra i due volano scintille, si detestano cordialmente e non perdono occasione per litigare. Nonostante questo, Anita non può fare a meno di trovare il giovane estremamente attraente ed avere su di lui pensieri erotici. Simona, non appena si accorge di ciò che lei provo, avverte Anita che Luca è un ragazzo dai gusti molto particolari; la giovane assicura l’amica che mai ci potrà essere qualcosa fra di loro: lei è soddisfatta della sua vita e Luca non potrà mai farne parte. Quando però la comitiva parte per una piccola vacanza, l’assenza del fidanzato fa sì che i due si avvicinino. Fra loro si instaura un rapporto strano, non possono fare a meno di farsi reciprocamente soffrire e ad ogni loro incontro finiscono per avere violenti litigi; eppure, Anita non riesce a stare lontano da lui, completamente ammaliata dalla sua personalità. Luca, giorno dopo giorno, la porta sempre più nel suo mondo di dominatore, facendole scoprire una parte di sé che la ragazza non conosceva. Anita è incapace di prendere una decisione, vuole Luca ma non sa cosa possa aspettarsi da lui, mentre Massimiliano è la sua certezza, il ragazzo dolce e bello come un principe azzurro che non l’ha mai fatta soffrire.
Un anno. Questo è il tempo che ci metterà Anita per capire cosa veramente vuole, ma nel frattempo molte cose non saranno più le stesse.

Questo è un libro che ho penato moltissimo a finire. Cinquecento pagine, e fino a circa 400 avrei buttato volentieri il Reader dalla finestra. La trama era estremamente monotona: loro due si incontrano, si punzecchiano, finiscono per fare sesso e poi invariabilmente uno dei due dice o fa qualcosa per cui si lasciavano arrabbiati, lei quasi sempre decisa a non rivederlo più, ma puntualmente pronta a ricominciare tutto da capo alla prima occasione. Tutto questo mentre entrambe le loro vite proseguono normalmente. I rapporti sessuali sono davvero molti, sicuramente troppi, estremamente particolareggiati, e i fluidi corporei di qualsiasi tipo la fanno da padrone: se la pioggia d’oro è uno dei vostri limiti evitatelo. Luca è un dominatore, perciò non stupisce affatto che appaiano fruste, collari, guinzagli, mollette, sculacciate e quant’altro. Quello che non appare invece mai nel loro rapporto, è una Safeword: non che si arrivi mai a scene in cui sarebbe necessaria, ma nel mondo del BDSM è la regola più basilare: una regola che lui, un Master, non usa con Anita. La Safeword viene citata solo una volta in una sessione con la sua vecchia slave. In uno dei loro primi rapporti la imbavaglia, le lega le mani con la pellicola trasparente, e la sodomizza, poi tranquillamente le dice che non è successo niente e che lui non è riuscito a frenarsi. Io come donna la penso diversamente anche se il rapporto era cominciato in maniera consensuale. Non ci sono altre scene così pesanti a livello di dolore fisico: ce ne sono di crude, di insolite, e tutto è forse più umiliante che doloroso. Il fatto che lui la chiami “cagna”, “cagnolina” (che in un rapporto del genere non è inusuale) mi ha disturbato alquanto, ma è proprio la storia d’amore che ha latitato. In scene di questo tipo, fra due persone che provano dei sentimenti, c’è complicità, c’è quel legame sottile dato dalla fiducia che intercorre fra il dominante e il sottomesso. Ma Anita e Luca si conoscono veramente solo nell’ultima parte, e manca quella scintilla.
I personaggi mi hanno trasmesso poche emozioni positive: Luca avrebbe potuto anche essere interessante, se solo fosse uscito dallo stereotipo del ragazzo con un passato di soprusi e maltrattamenti che lo hanno reso così. Possibile che non esista un uomo che ha avuto un’infanzia felice, ma che ama dominare una donna perché gli piace e basta?
E poi c’è Anita. Quando la conosciamo sembra avere una gran bella tempra, piena di carattere, senza peli sulla lingua, e poi…un’ameba senza spina dorsale, incapace di prendere una decisione, che esce tranquillamente da una sessione di sesso con Luca per finire nel letto del suo fidanzato, per poi ritrovarsi a litigare con Luca che l’aspetta sotto casa per farle una scenata di gelosia, come se fosse lui quello tradito. E non possiamo dimenticare che ogni volta che lui si ingelosisce, in un modo o nell’altro la tradisce con la sua vecchia slave, con la sua compagna di lavoro, o presentandole una fittizia fidanzata, mentre lei, sull’onda della gelosia, diventa una furia, sfoderando un’ indole fantastica, che però si spegne immediatamente come le lucine di Natale. Per 400 pagine Anita per me è stata un personaggio odioso, una donna che svilisce il genere femminile, preda di una passione per un uomo difficile da credere. Riesce a riscattarsi parzialmente per l’ultima parte del libro, e poi, con la sua ultima decisione, perde di nuovo credibilità e orgoglio.
Per quanto riguarda i personaggi secondari, sono simpatici, ma i dialoghi che intercorrono fra loro mi lasciano attonita: sono conversazioni che mi aspetterei da degli adolescenti e non da ragazzi che hanno più di venticinque anni, e sono un altro punto dolente del libro, quello usato non è certo un linguaggio ricercato ed elegante. Un esempio: ad un certo punto della storia, Luca si ammala e Anita, dopo aver detto una bugia al fidanzato, rimane da lui a curarlo. Mentre lo aiuta a farsi la doccia, il ragazzo, pur essendo malato, non può far a meno di mettersi in “mostra” muovendo la sua mano (vi lascio pensare come), ed ecco che lei ha come un mancamento e non può fare a meno di avere un dilemma amletico.

Nel mentre, rifletto sul perché di tanta agitazione e di tanto imbarazzo, e non riesco proprio a capire. Come ha detto Luca, l’ho toccato mille volte e visto nudo ancora di più ma stavolta era diverso, non so come spiegarlo, forse il fatto che sta male, il fatto che era sensuale mentre si lavava oche non lo avevo mai visto insaponarsi in quel modo… già, perché non penso che un uomo si insaponi le parti intime così. Per esempio Massimiliano non s’insapona così e anche alcuni dei miei precedenti ragazzi. Dovrei chiedere a Fabio o Simona, ma Simona non è un maschio, che ne sa? Fabio è quello più giusto. Tra l’altro loro vanno pure in palestra insieme quindi lo avrà già visto lavarsi. Sì sì, chiedo a lui. Se fosse una donna, in pratica sarebbe come se si facesse un ditalino. Quello non era insaponarsi, era farsi una sega.”

Questa ragazza ha ventinove anni non dodici, eppure non appena il suo amico Fabio li va a trovare, imbastisce questa conversazione ai limiti dei confini della realtà:

Fabio fa una faccia strana e io continuo.
Beh è una cosa delicata e un po’ mi vergogno ma non so a chi altro chiedere, poi siccome Luca lo conosci meglio di me, allora penso che sei la persona perfetta a cui chiedere.”
Sì ho capito, taglia Ani, che devi chiedermi?”
Oh e statti calmo, te l’ho detto, è una cosa delicata.”
Dimmela ‘sta cosa. È qualcosa che ha detto o fatto Luca immagino.”
Mmh sì, vedi… a proposito della doccia di cui parlava prima…”
Sì?”
Ecco vedi, lui si è insaponato lì in un modo non tanto normale. Insomma tu come t’insaponi lì?”
Aspetta, lì starebbe a significare il cazzo?”
Sì!”
Come m’insapono? Ma che domanda sarebbe?”
Beh lui lo fa diversamente da come ho visto finora. Massimiliano per esempio non se lo lava così…”
E Luca come se lo laverebbe? Mamma mia Anita ora mi stai mettendo curiosità.”
A parte che ce lo aveva già “sveglio” e poi lo teneva con una mano e la mandava su e giù facendo scorrere il sapone su tutta la lunghezza e poi con l’altra insaponava la… punta, va beh hai capito dai. Io quando ho visto quella manovra, mi sono quasi sentita male.”

Ora: qualunque ragazzo normale, dopo aver sentito un tale discorso, avrebbe preso la sua amica e l’avrebbe portata da un dottore, ma uno molto bravo, e l’avrebbe fatta curare, mentre invece inizia una conversazione goliardica sul lavaggio delle zucchine e della verdura a punta, uno di quei discorsi che i miei figli facevano all’incirca a 11- 12 anni. Detto questo: cosa salvo? Le pagine finali, il colpo di scena inaspettato e abbastanza sconvolgente che ribalta tutto quello che fino a quel momento avete pensato di un personaggio, e conferma la stronzaggine di un altro, e che per un attimo ha ravvivato tutto. Poco, davvero troppo poco. Come sempre una considerazione è d’obbligo: quella che avete letto è la mia opinione strettamente personale. È un libro che non mi è piaciuto per i motivi che vi ho detto. Altri però possono averlo trovato bellissimo, ed infatti ha recensioni molto buone, ma la mia non può essere una di queste, e mi dispiace. Il finale è aperto a un seguito, tutto è ancora da decidere, ma non sarò certo io a recensirlo.

A cura di:

A cura di:

Review Overview

Voto Lucia63 2

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio