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Recensione: “Non avrai segreti” di Penelope Ward (Serie Stepbrothers dearest n.1)

Sin dal loro primo incontro, l’attrazione tra Elec e Greta è irresistibile. Ma se lei è dolce e gentile, lui si comporta in modo stranamente scontroso e aggressivo. Greta però non riesce a smettere di cercarlo: è sicura che sotto quella corazza di tatuaggi e muscoli lui nasconda un cuore tenero e che, dietro il suo sguardo glaciale, ci sia un desiderio feroce, capace di portarla all’estasi. Quando finalmente Greta riesce a conquistarlo, provando sensazioni a lei sconosciute sino a quel momento, una questione famigliare costringe Elec a tornare in California… Dopo sette anni, Elec e Greta s’incontrano ancora. Lei si è ricostruita una vita, mettendo da parte i sentimenti che l’hanno tenuta a lungo legata a lui. Lui ha una nuova compagna di cui sembra essere sinceramente innamorato. Ma è davvero tutto cambiato? Quando un brivido le percorre la schiena, Greta ha un cattivo presentimento: il suo cuore sta per spezzarsi ancora…  

Prima di scendere nei dettagli della mia recensione, mi sento in dovere di informare i simpatici avventori di questo spazio culturale, che, di norma, i libri farciti con “problemi esistenziali”, “traumi infantili” e “amori impossibili”, non fanno per me, anzi! Me ne tengo ben lontana.

Questa mia avversione nasce dall’eccessivo sfruttamento dell’argomento perpetrato dagli scrittori negli ultimi anni in cui, per trovare un libro che non contenesse violenza fisica o psicologica subita, si doveva cercare nei libri per l’infanzia e non eri neanche sicura che non ne spuntassero anche in quel settore.

Ma ahimè sono rimasta affascinata da questa trama e ho deciso che doveva essere mio prima di riflettere attentamente sulle conseguenze che questo acquisto impulsivo avrebbe avuto sulla mia debole psiche.

Dopo questo preambolo penserete sicuramente che il libro non mi sia piaciuto! E vi sbagliate! Perché nonostante tutto, questo romanzo ha avuto il potere di catturarmi completamente, di entrarmi sottopelle e di coinvolgermi al punto da soffrire insieme ai personaggi.

La protagonista femminile, voce narrante del romanzo, è Greta, orfana di padre, vive con la madre che si sposa in seconde nozze con Randy.

Il protagonista maschile è il figlio di quest’ultimo, Elec, ragazzo ribelle con problemi di alcool, fumo e droghe, si è costruito una maschera insondabile volta a coprire e difendere la sua parte dolce e creativa, che solo più avanti capiremo che non può in alcun modo mostrare.

La prima parte del racconto è ambientata interamente nel periodo della loro adolescenza: in quei pochi mesi di convivenza, conditi di dispetti, gelati condivisi, partite ai videogame, scherzi sleali e di pessimo gusto, si celano le fiamme di una passione in erba che aspetta solo il momento giusto per poter divampare.

Aprii la porta del bagno per andare a lavarmi i denti e trasalii alla vista di Elec che si asciugava, appena uscito dalla doccia. L’aria era satura di vapore e del profumo di un bagnoschiuma da uomo. Non so perché, ma invece di precipitarmi fuori dal bagno rimasi impietrita. E lui, peggio ancora, invece di coprirsi con l’asciugamano lo lasciò cadere a terra.

Restai a bocca aperta. Per qualche secondo non riuscii a staccare gli occhi dal suo pene, e poi alzai lo sguardo fino ai due trifogli tatuati sugli addominali e ai tatuaggi che coprivano interamente il braccio sinistro. Il petto gocciolava d’acqua, il capezzolo sinistro era attraversato da un piercing. Quando arrivai a guardarlo in faccia, fui accolta da un sorrisetto malevolo. Cercai di parlare ma non ci riuscii. Alla fine girai la testa di scatto e dissi: «Ehm… Oddio… Mi… Ora vado». Mi voltai per uscire, ma la sua voce mi fermò. «Si direbbe che tu non avessi mai visto un uomo nudo.»

«A dire il vero… no.»

«Ah, che delusione ti aspetta. Per il tuo prossimo ragazzo sarà proprio dura essere alla mia altezza.»

«Presuntuoso, eh?»

«Dimmelo tu: non ho il diritto di vantarmi?»

«Dio… sei proprio…»

«Una gigantesca testa di cazzo?»

Era come un brutto incidente stradale da cui non riesci a distogliere gli occhi: ecco, lo stavo guardando di nuovo. Ma cosa mi prendeva? Era nudo davanti a me, e io non riuscivo a muovermi.

I nostri protagonisti si svelano al lettore pian piano nelle debolezze tipiche degli adolescenti, lui è geloso e le piace la sua compagnia, ma vuole odiarla a tutti i costi, per un malriposto istinto di vendetta.

Lei trova in lui qualcuno da salvare: da se stesso, dal mondo e infine da suo padre che lo distrugge con quell’arma bianca che è la violenza verbale.

Vederli mentre si avvicinano è stata una goduria. Quei botta e risposta sagaci e irriverenti, le battute velate, i baci rubati, soprattutto i baci rubati!

Allo stesso modo, assistere alla loro separazione è stato qualcosa che definire doloroso è dire poco! Il capitolo che la precede è qualcosa di magico e straziante allo stesso tempo, avrei voluto urlare a Elec di restarle accanto, di non andare via, gridargli di non partire, ma mi sono dovuta frenare, perché erano già le due del mattino e, indipendentemente da quanto fosse bello il libro, sono certa che mio marito non avrebbe capito.

“…Sappi però che se potessi resterei qui con te.» Mi posò un bacio casto sulle labbra e continuò: «Stanotte mi hai donato un pezzo del tuo cuore, benché ti avessi avvertita. E io ti ho donato un pezzo del mio, anche se mi ero sforzato di non farlo. Stamattina ho sentito che lo sapevi. Voglio che tu serbi quel pezzo di me. E quando un giorno deciderai di donare a un altro il resto di te, ti prego, trova qualcuno che ti meriti davvero». Mi diede un ultimo bacio, un bacio disperato. Mi bruciavano gli occhi. Quando si tirò indietro lo afferrai per la giacca: non volevo che se ne andasse. Aspettò che lasciassi la presa per girarsi e allontanarsi da me.”

La disperazione di questo momento ci conduce direttamente alla seconda parte del romanzo che si svolge sette anni dopo, e inizia quando un triste evento fa incrociare nuovamente le loro strade.

Le emozioni tra i due non sono meno forti e si ripresentano sin dal primo sguardo, vorrei sapervi descrivere l’intensità delle emozioni trasmesse in questa parte della storia.

Mi sono sentita male fisicamente quando ho visto, con gli occhi di Greta, Elec tra le braccia di un’altra, ed è stata davvero dura arrivare alla fine.

Ho odiato Elec per la sua indecisione, avrei voluto fargli del male fisico, è fortunato a non essere reale, probabilmente lo avrei cercato!

Una domanda spicca tra tutte quelle che vorticano nella testa del lettore, ed è: PERCHÉ? Perché non lascia tutto per mettersi con lei? Perché non segue l’istinto e si fionda su Greta? In quel momento, mentre stai per imprecare in ogni lingua – comprese quelle morte – e senti il profondo bisogno di sapere il punto di vista di Elec, ecco che l’autrice ti accontenta con un approfondimento molto particolare,  un “racconto che spiega il racconto”.

Si tratta della storia autobiografica scritta proprio dal nostro eroe e che finalmente farà luce sull’intera faccenda sedando, almeno nel mio caso, il desiderio di picchiare il povero Elec.

Pur concordando con l’autrice sulla necessità di questo inserto, devo ammettere che mi è risultato tanto utile quanto prolisso, non ha tolto pathos alla storia, ma avrei decisamente preferito un Pov alternato.

Chiudo questa recensione consigliando questo libro a chi non teme di soffrire un po’, a chi si crogiola negli amori impossibili, a chi crede nel destino e a chi, almeno una volta, ha pregato per una seconda possibilità.

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Voto Viv 4

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