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Recensione: Cerca un rifugio lontano da me di Giovanna Roma


Titolo: Cerca un rifugio lontano da me

Autore: Giovanna Roma

Genere: Giallo

Editore: Self

Data di pubblicazione: 8 Novembre 2021

Diego è cresciuto nella violenza del cartello. Gli hanno insegnato a cavarsela da solo e vive per risolvere le rogne della gang. Nulla è al di fuori degli affari, finché il fratello si arruola nella squadra avversaria. Diego sa di dover affrontare l’imprevedibile per tirarlo fuori, ma Rosa non rappresenta una casualità. Lui è andato a cercarsela.
Se ne è pentito tanto.
Se ne è pentito subito.
L’ultima arrivata nel cartello rivale attira guai, non ha un soldo, il fisco la cerca e il suo lavoro offre gli stessi sbocchi del sonno eterno. Lottare e assorbire la crudeltà di Diego è la sua unica difesa. Tra deserto e foresta, la caccia all’uomo è aperta.

La vita è una stronza. Ti incastra, ti impedisce di sfuggire alle emozioni e rifiutare i sentimenti. Non è possibile decidere di “sentire” fino a una certa soglia.

(Tratto dal libro)

Care fenici, ho letto l’ultimo romanzo di Giovanna Roma con molto piacere, anche perché adoro il suo stile di scrittura che è sicuramente nelle mie corde.

Chiariamo subito che questo non è un romance ma un dark ambientato in Messico, dove si respira sudore e polvere e si cammina fra pozze di sangue.

Una faida fra gang appartenenti a cartelli rivali è al centro della storia, ma ciò che rende accattivante il contesto è colui che scatenerà il putiferio, il carnefice ovvero Diego Ortega, il nostro protagonista. Lui è un membro dell’élite dei Los Asesinos, la gang di Navarro, il patròn di Mirida.

Quando suo fratello Felipe si arruola nel clan rivale di Castillo, gli tocca andare a riprenderselo. Qui incontra Rosa, la nuova arrivata nella banda rivale, una risorsa importante per Diego che lavora nell’ombra, in territorio nemico, e che si servirà della ragazza per nascondersi e carpire informazioni importanti.

Rosa vive con la madre e per campare deve soprassedere a molteplici violenze, sia morali che fisiche. Ma a quanto pare è già fortunata ad avere un lavoro e una catapecchia nella quale ripararsi. Lei è una rosa nel deserto, bella ma con la scorza dura, una combattente abituata al peggio e protettiva con chi ama.

Bellissimo il rapporto tra i due, fuori dal comune, senza stereotipi, fatto di attimi fugaci e parole non dette: quello che potrebbe essere e si vorrebbe, quello che si prova ma non si può dire. Ciò è quanto una lettrice romantica come me ha carpito tra le tante stilettate tra i due e che onestamente, avrei voluto fossero esternate maggiormente. Ma d’altra parte, questo è quanto ha deciso la brava autrice per tutti noi: altro libro e un’altra storia rispetto al solito.

Il racconto narrato da entrambi i protagonisti è arricchito da sporadici POV di personaggi secondari, creando un ulteriore elemento di sorpresa nella narrazione, che mi ha intrigato moltissimo.

L’autrice è stata bravissima a creare uno scavo psicologico importante dall’inizio alla fine del romanzo. Si denota un approfondimento meticoloso della realtà menzionata, la delinquenza, il modo di vivere del territorio, usi e costumi molto lontani dal nostro quotidiano.

Non nego di avere assorbito come una spugna le sensazioni che è riuscita a esprimere Giovanna con la sua scrittura. Lei è bravissima a coinvolgere il lettore nel suo mondo dark, fatto ahimè di tanti elementi reali e quindi più angoscianti, che fanno riflettere attentamente.

I personaggi sono lo specchio della vita degradata del territorio in cui si svolge la trama. Il Messico, i cartelli, i narcos, la droga, un mondo infame dove per sopravvivere si è disposti a tutto e ogni giorno si rischia la vita.

Il male sfama in eterno, perché la crudeltà è un pupo che ciuccia all’infinito dal seno materno.

(Tratto dal libro)

Ho aspettato fino alla fine di carpire un po’ di umanità o un sentore di lieto fine a coccole e baci, ma invano. La sofferenza regna sovrana, ho cercato di destreggiarmi nella trama complicata e meticolosa di dettagli che mi hanno catapultata lì con loro, in questa terra dura, arida, dove tutto è sudore, anche i sentimenti.

«Raggiungi la mia mente. Crea un rovo di spine che blocchino le immagini dell’orrore. Fai in modo che il profumo delle rose cancelli la puzza di morte.»

(Citazione dal libro)

Complimenti a Giovanna Roma, mi piace sempre di più il suo stile unico, per niente banale e perfetto nella scrittura. Il libro è autoconclusivo ma non nego che mi sarebbe piaciuto un seguito.

Consigliato.

 

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