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Recensione in anteprima: “Il fantasma ( La malavita di Boston #3 )” di A. Zavarelli

Buongiorno fenici oggi Aina ha recensito per noi in anteprima il libro “Il fantasma (La malavita di Boston #3)” di A. Zavarelli

Talia
Sono sempre stata un uccello. In gabbia in una prigione o nell’altra, quando l’unica cosa che ho
sempre voluto era volare via.
Venduta. Picchiata. Affamata. Drogata.
Niente mi spaventa più.
Finché non ho conosciuto lui.
Fa sparire il torpore.
È pericoloso per me. Questo non ha nulla a che fare con il suo stile di vita mafioso e tutto a che fare
con ciò che offre.
Una prigione dorata.
Un rifugio da tutto ciò che ho conosciuto. La realtà a cui non ho alcun desiderio di tornare.
Crede di avermi imprigionata, ma presto…
Volerò via.

Alexei
Vivo secondo un codice. Il codice Vory.
In questo mondo mafioso, ci sono delle tradizioni.
Delle aspettative.
A lei non importa di queste cose. Non le importa nulla.
Crede di avermi ingannato con i suoi occhi tormentati.
Quello che non può sapere è che la scruto nell’anima meglio degli altri.
Desidera volare.
Ma ho intenzione di tarparle le ali.
E renderla mia moglie.

“Non credo di poterlo fare” dice.
Vivere.
È questo che intende con quelle parole sussurrate.
“Puoi, e lo farai” le dico.

Talia e Alexei sono così simili che, quando le sta accanto, gli sembra di rivivere il suo passato. Rifiutato dal padre, abbandonato dalla madre suicida, disabile per una sordità conseguente a una malattia, Alexei sa cosa significa attraversare il rifiuto, la disperazione, l’autolesionismo, ma sa anche che è possibile rialzarsi e trovare un equilibrio. Oggi è un uomo rispettato, potente, il miglior hacker in circolazione, il Fantasma. A patto che nessuno sveli il suo segreto.

Talia, la cui infanzia è stata raccontata nel primo volume della serie ed è tutt’altro che gioiosa, è reduce da una tratta di schiave sessuali, periodo del quale non ci vengono risparmiate la violenza, le privazioni, l’umiliazione, la sua ferrea tenacia per raggiungere l’unica via d’uscita rimasta: l’overdose.

Quando Alexei la trova e la recupera, è il momento in cui Talia deve iniziare a lottare per accettare ciò che le è successo. Deve superare la fase di negazione, la depressione, e assistiamo al momento in cui, privata dell’attenuazione delle droghe e della dissociazione traumatica, riprende a provare qualsiasi tipo di emozione in modo amplificato, siano esse negative o positive. Paradossalmente, o forse catarticamente, condire il piacere con una punta di dolore e di umiliazione le permette di vivere il sesso senza sensi di colpa e di elaborare le sue esperienze. Alexei capisce e la aiuta in questo.

Il nostro protagonista è un Vor, occupa una posizione di rilievo nella mafia russa, quella di consigliere del capo, e il suo personaggio trasuda questo ruolo da tutti i dettagli. Nonostante viva recluso nella sua casa e in pochissime scene lo vediamo alle prese con la violenza bruta, ogni cosa che fa è venata di autorevolezza, di durezza.

Da un lato, a causa delle affinità nelle loro esperienze, mostra nei confronti di Talia una grande capacità di ascolto, di accettazione, senza giudicare, senza aspettarsi una sorta di guarigione. Ma è anche vero che Alexei gioca la sua partita usando tutti i pezzi sulla scacchiera, inclusa Talia stessa. Le propone un matrimonio per evitarne un altro combinato, cosa che, allo stesso tempo, risulta una soluzione per impedire che la ragazza possa essere reclamata dal suo vecchio padrone. Anche il desiderio di farle avere un figlio rappresenta una risposta alle aspettative della Famiglia russa che gli consentirà di consolidare la sua posizione, ma vuole anche essere un incentivo, per lei, ad avere uno scopo diverso da quello di uccidersi.

Alexei si sposa, quindi, con delle finalità ben precise, ed è un accordo in cui mette in chiaro che non ci saranno sentimenti: così è più semplice, i patti chiari rendono superfluo mettersi in gioco del tutto, doversi fidare dell’altro, doversi aprire. La modalità attraverso cui si avvicinano Talia e Alexei è, naturalmente, il sesso, essendo il mezzo meno rischioso sotto il profilo sentimentale. Tuttavia, il sesso non nasconde mai le emozioni, ed è naturale che, prima o poi, si trasformi in qualcosa di più completo, di più intimo, in grado di svelare le loro fragilità, la morbidezza all’interno delle loro barriere.

Questo Alexei mi è risultato molto più forte, maschio, autoritario rispetto a quando l’avevo incrociato in precedenza, nelle storie di Ronan o di Crow, perché a fianco del suo lato educato, composto, ospitale, rispettoso di regole, valori e tradizioni, ce n’è un altro crudo, vendicativo, calcolatore, astuto, che si affianca alla sua grande capacità di leggere le persone, facoltà acuita dal fatto di dover mascherare la sua sordità ponendo estrema attenzione a tutti i segnali del corpo nei suoi interlocutori. Non a caso lo chiamano il Fantasma, e non per niente è un ottimo giocatore di scacchi.

Talia, dal canto suo, sa di non avere molte alternative al matrimonio. Alexei forza un po’ la mano per farla accettare, in un momento in cui non è totalmente capace di intendere e di volere e non ha molto da perdere ma tanto da guadagnare. Però, col tempo, man mano che supera la depressione, Talia diventa più forte, aiutata anche dal luogo sicuro in cui si trova e dal tocco di lui, che la protegge. E finalmente decide di ricominciare a vivere. Più riesce ad accettare l’idea di lasciarsi andare, più emerge in lei questo nuovo sentimento per l’uomo che la fa sua almeno una volta al giorno.

Un sentimento a cui lui, però, non può lasciarsi andare. Forse non ci sarà mai amore tra loro (questo è quello che le ha detto), ma lei sarà al sicuro, protetta, e soddisfatta.

Quello che rende davvero Alexei un Vor, ai miei occhi, è soprattutto quella sorta di crudeltà, o solo crudezza, con cui obbliga Talia ad accettare il sesso, il piacere, il contatto, il desiderio per un’altra persona, mettendola a disagio e allo stesso tempo offrendole la possibilità di accettare il lato passionale di se stessa, quel lato che non è irrimediabilmente compromesso.

Sotto il profilo dell’azione, la trama è principalmente incentrata sulla relazione tra Talia e Alexei, e sui conti in sospeso con il padre e il fratello di lui (l’unico figlio riconosciuto ufficialmente). Una vicenda tutta familiare, che ingloba anche momenti di azione, rabbia o conflitto che sfociano in picchi talvolta violenti. Una vicenda molto intensa emotivamente, in particolare nei momenti in cui è presente Talia, durante la schiavitù, e nei successivi momenti di dolore, del ricordo, del dover rompere la crisalide per poter spiegare di nuovo le ali. Ma anche in quegli attimi in cui Alexei, questo uomo brutale, tatuato, sopravvissuto, menomato, a capo di una cosca mafiosa, finisce per svelare un frammento del bambino che è in lui, spaventato, arrabbiato, deluso, incapace di fidarsi ancora. Una storia intensa, insomma, che mescola a tratti delle buone dosi di adrenalina, violenza e passione.

La storia si svolge parallela a quelle narrate nei primi due volumi. Tutti i personaggi della Serie si sfiorano in alcuni particolari punti, svelandoci come dei backstage rispetto a momenti cruciali in cui, nelle storie precedenti, li avevamo visti attraversare gli stessi corridoi. È un dettaglio delizioso, ma poiché non svela nulla delle altre trame, confermo che questo episodio può essere letto come autoconclusivo o anche in modo disordinato rispetto ai primi due, se preferite.

“Lyoshka” mormoro sulle sue labbra.
“Sì, dolcezza?”
“Sei così sexy.”
Mi sorride.
“Non credo di avertelo mai detto” continuo. “Ma sei sexy, e dovresti saperlo.”
Mi afferra il mento e gli occhi lampeggiano, prima di incontrare il mio sguardo.
“Solnyshko” dice sinceramente. “Mi terrorizzi.”
Deglutisco e mi bacia dolcemente.
“Lo so” gli dico. “Perché anche tu terrorizzi me.”

La malavita di Boston Serie
1. Il Corvo (Lachlan & Mackenzie)
2. Il Mietitore (Ronan & Sasha)
3. Il Fantasma (Alexei & Talia)

4. Saint (Rory & Scarlet)
5. Thief (Nikolai & Tanaka)
6. Conor (Conor & Ivy)

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