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Una Serata al Cinema: “La befana vien di notte”

Befana

Progetto grafico a cura di TessV

Data di uscita: 27 dicembre 2018

Regista: Michele Soavi

Sceneggiatura: Nicola Guaglianone

Musica composta da: Andrea Farri

Cinematografia: Nicola Pecorini

Montatore: Pietro Morana

Coreografia: Marina Campanale, Ornella Campanale

 

La Befana vien di notte racconta la storia di Paola, una maestra di scuola elementare con un segreto da nascondere: bella e giovane di giorno, di notte si trasforma nell’eterna e leggendaria Befana!

A ridosso dell’Epifania, viene rapita da un misterioso produttore di giocattoli. Il suo nome è Mr. Johnny e ha un conto da saldare con Paola che, il 6 Gennaio di vent’anni prima, gli ha inavvertitamente rovinato l’infanzia…

Sei compagni di classe assistono al rapimento e dopo aver scoperto la doppia identità della loro maestra decidono di affrontare, a bordo delle loro biciclette, una straordinaria avventura che li cambierà per sempre. Tra magia, sorprese e risate, riusciranno a salvare la Befana?

 

Trailer accattivante.

Film così così.

Pieno di contraddizioni, tanto da non capire se è un film per adulti o per bambini.

I giovani protagonisti attendono con ansia doni e dolcetti dalla Befana ma al contempo si vorrebbero limonare tra loro come se non ci fosse un domani.

Il baby-bullo-stalker che spia la compagna di classe mentre si spoglia e che finisce per fotografare la madre di lei sotto la doccia. Se non può avere le foto dell’amica vanno bene anche quelle della donna, basta che ci sia del nudo da vedere e da condividere con gli amici sui social. Idea discutibile, da qualunque parte la si guardi.

C’è un accenno di buoni propositi quando si parla di bullismo e si sfiora il tema del razzismo con il piccolo ariano che finisce per apprezzare la bambina di colore. Bene, ma per il resto la trama fa acqua da tutte le parti.

I cattivi guidano sci volanti, droni killer, sparano con pistole ridicole…e tirano in ballo con una leggerezza disarmante la caccia alle streghe, piaga reale che dal 1300 al 1700 uccise milioni di donne.

Non si capisce perché i bambini debbano usare biciclette con metri di neve e strade ghiacciate. In altri contesti le bici avrebbero anche potuto avere un senso, ma non qui, dove sembra invece che abbiano voluto metterle ovunque a ogni costo.

Lupi cattivi pronti a divorare bambini, uomini malvagi che infilano i piccoli dentro una pressa, pareti che si stringono e bambini contorsionisti che urlano.

Un cattivo-macchietta accudito da ambigue ragazze orientali che sembrano massaggiatrici. Trattandosi di un film per famiglie mi è sembrata discutibile la scelta di mettere una donna nuda sotto la doccia, senza contare le massaggiatrici che strizzano l’occhio ai papà in sala… boh.

Si parla di narcotici e penthotal e poi i bambini sono catturati e legati con improbabili corde di nastrini colorati.

Decisamente estremo il gesto di un bambino che sceglie di sacrificare la propria vita, pur di impedire al cattivo di intercettare le pucciosissime letterine destinate alla Befana.

E vogliamo parlare del fidanzato della Befana che accorre in suo aiuto travestito da dinosauro?!

Senza contare il trascurabile dettaglio che secoli fa alle donne non era permesso insegnare e che le classi erano femminili o maschili, non miste come si vede nel film dove da secoli la stessa donna insegna nella stessa scuola dello stesso paese. Nessuno si fa due domande?

Sarebbero due stelline. Ne assegno una in più per presenza e interpretazione della Cortellesi, brillante e sempre sul pezzo e che da sola regge tutto il film.

 

 

 

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StaffRFS