Care Fenici siamo, purtroppo, giunte alla fine di questa meravigliosa serie, ricca di fatti ed emozioni, che ci hanno coinvolto e sì, anche sconvolto. Rispetto alle stagioni precedenti, questa è stata incentrata più sulla politica e sulla storia.
La puntata inizia con Piero sulla tomba di Tommaso Peruzzi. È sconvolto e soffre molto. Lorenzo, anche lui ormai molto provato, non riesce a fare il padre con lui e non lo ritiene capace di governare la città, come suo nonno Cosimo con suo padre Piero. Forse è il nome che non porta bene? Clarice comunica al marito di essere incinta, sperando in un nuovo inizio per loro. Lorenzo è molto emozionato nel ricevere questa notizia.
Savonarola riempie sempre di più le piazze e la gente lo ascolta: dice che Tommaso Peruzzi aveva trovato le prove del furto dei soldi del monte delle doti, denuncia la sua uccisione e accusa apertamente Lorenzo, che però continua a negare.
Lorenzo chiede quindi al Papa di ordinare Giovanni Cardinale per avere più potere sulla Chiesa.
L’influenza di Savonarola inizia a dare i suoi frutti: vengono attaccati i Giardini e distrutte le opere al loro interno. Un giovane Michelangelo viene consolato da Lorenzo, versione profeta, che gli dice che un giorno le sue opere avranno molto successo. E a proposito di artisti, Botticelli rifiuta di insegnare all’Accademia come gli aveva offerto Lorenzo. Non crede nella versione ufficiale che è stata diffusa sulla morte di Tommaso, un incidente, ma crede a Savonarola. I due amici si sono allontanati e Sandro si vergogna del suo rapporto con Lorenzo.
La coppia Bernardi-Lorenzo decide di “costruire” una propria verità sulla morte del Peruzzi. Come? Offrendo 100 fiorini d’oro a chi darà notizie sull’accaduto. Si presenta una testimone, che ha trovato gli occhiali rotti di Bernardi (tana per Bruno!), ma i due riescono a manipolarla facendole dire che Peruzzi era solo e l’uomo che lei ha visto, è uscito prima “dell’incidente”.
Innocenzo VIII è nervoso e ci credo, caccia in malo modo suo figlio Franceschetto perché nonostante abbia appena saldato il suo debito con la Banca dei Medici, 200.000 fiorini, suo figlio vuole ancora dei soldi! Quindi è normale che rifiuti Giovanni come cardinale. Scusa ufficiale: troppo giovane. Vera ragione: è un Medici, nonostante il poveretto vuole solo servire Dio. Serve allora un B, anzi un piano M, ma ne parleremo dopo.
Casa Medici viene attaccata, Maddalena rischia di finire arrosto nella biblioteca ma Lorenzo la salva scappando, o meglio, cadendo dalla finestra. E finalmente ha il coraggio di dire a Clarice di essere malato gravemente e che deve mettere in ordine gli affari. In questa scena traspare tutto il loro amore (occhi a cuoricino).
Chi viene accusato dell’attacco? Savonarola ovviamente, che è riuscito ad arruffianarsi anche Piero. Il frate risponde che gli uomini sono tutti uguali agli occhi di Dio e continua ad accusare velatamente Lorenzo del Peruzzi-gate.
Neanche a Lucrezia Donati, l’ex amante, piace come è diventato il nuovo Lorenzo… “tu dovevi cambiare il mondo” gli dice infatti. Lui soffre molto e Bernardi si offre di trovare chi ha attaccato la famiglia. Nel frattempo passa molti momenti con una già provata Clarice, che è a capo della famiglia finchè Piero non sarà pronto, sempre con il supporto dell’onnipresente Bernardi. E di nuovo gli attori, in queste scene riescono a mostrarci tutta la sofferenza che questa coppia sta provando!
Niente, ormai Piero (Combinaguai) è andato, sta dalla parte di Savonarola. Clarice ne se accorge e intima al prete di stare lontano dalla sua famiglia, ma il figlio non sente ragioni, va da Savonarola e gli spiffera che il padre sta morendo e presto sarà lui a capo di tutto.
Ed ecco che arriva il piano M. Il Papa ha accettato: Giovanni sarà cardinale. Ma in cambio di cosa? Matrimonio o Maddalena, scegliete voi la M. Lorenzo ha promesso la mano della figlia al figlio del Papa, in modo da poter avere un’influenza maggiore sulla Santa Chiesa. Clarice non ne è per niente contenta e ciò porta a una rottura tra di loro: menzogne e corruzione, ecco cosa sono diventati i Medici per lei. Ma è molto coerente e va da… Savonarola! Mentre lo sta guardando assolvere la gente dai loro peccati, improvvisamente si sente male. Siamo arrivati alla sua fine. Sul letto di morte, aspetta soltanto Lorenzo per lasciarsi andare.
Assistiamo a uno straziante addio: lui è sconvolto e disperato, riesce solo ad accontentare la figlia Maddalena nel leggerle una storia, quella che avrebbe dovuto leggere con sua madre. Tutti piangono e anche noi.
In tutto questo dolore, arriva Bianca che resta accanto al devastato fratello e assistiamo a una reunion di famiglia e lui le revoca l’esilio. Al funerale di Clarice non c’è nessuno. Il popolo è sempre più condizionato dalle prediche di Savonarola, che rischiano di portare alla fine il dominio dei Medici su Firenze. Il frate mette in piazza che Lorenzo sta morendo. Si scontrano ed è uno scontro fra titani: Lorenzo usa il popolo, Savonarola serve il popolo. Il consiglio dei Dieci deve essere abolito e deve essere eletto un consiglio del popolo. Chi governerà Firenze?
Lorenzo si lascia convincere da Bernardi che l’unica soluzione per non perdere tutto sia uccidere Savonarola, il cui seguito si fa sempre più grande. Il piano di Lorenzo è pronto e gli assassini reclutati: Bianca deve mettere in giro la voce che alcuni nemici di Savonarola di Ferrara vogliono ucciderlo e Lorenzo lo proteggerà. Ma Piero Combinaguai colpisce ancora e comunica le intenzioni del padre a Savonarola. E il piano fallisce.
Lorenzo reputa Piero un debole, ma Bianca gli apre gli occhi dicendogli che è stato l’unico che ha avuto il coraggio di opporsi a lui quando ha ordinato l’omicidio di Savonarola. Piero è geloso di Giovanni, più amato dal padre. Bianca, in tutto il suo splendore, affronta anche Bernardi accusandolo di aver plagiato Lorenzo: lo ha fatto diventare un uomo senza pietà e senza morale. Nessuno riesce a far desistere Lorenzo dal voler uccidere Savonarola, neanche Giulio che usato l’amore al posto del coltello, prova pietà per chi gli ha ucciso la madre.
Si crea un alibi per l’omicidio: lui e la famiglia saranno in piazza mentre questo avverrà, senza Piero. Savonarola inizia la sua predica (e un po’ ha ragione): Lorenzo voleva una repubblica, ma si è fatto corrompere dal potere e si è smarrito. Lui rompe la croce mentre ricorda Giuliano e Clarice. Si pente di ciò che ha ordinato di fare e, nel momento di massima tensione, impedisce l’omicidio buttandosi su Savonarola. Il nostro caro Bernardi tenta di uccidere lui stesso il frate, ma viene linciato e trascinato via dalla folla. E che fa la sua spia Nico, alias Niccolò Machiavelli? Se la da a gambe, in fondo… il fine giustifica i mezzi! L’ingrato di Savonarola ringrazia Dio e non Lorenzo.
Il consiglio dei Dieci viene sciolto e al suo posto ci sarà quello del popolo. Bernardi viene impiccato e Firenze è perduta. Molti dei beni dei nobili vengono dati al convento e ai poveri. L’accademia nei giardini è distrutta. Savonarola ha vinto.
Il figliol prodigo Piero chiede perdono al padre, che a sua volta lo chiede a lui: l’ha deluso, mentre Lorenzo è orgoglioso di lui. È molto malato e noi iniziamo a versare fiumi di lacrime. Lorenzo è sul letto di morte, confessa i suoi peccati a Savonarola (ingrato) e chiede perdono a Dio. E cosi un grande uomo muore in pace con il sorriso sulle labbra, circondato dalla sua famiglia, orgoglioso di loro. Pentendosi di tutto, ma non di aver fatto fiorire la bellezza che ci fa avvicinare a Dio e non di aver portato grandi artisti (Leonardo, Botticelli, Michelangelo, Poliziano) a Firenze. Il cuore desidera l’arte e separarla da Dio è una menzogna. E finalmente può tornare a giocare con suo fratello Giuliano. E come dice un rinsavito Piero: i Medici non dimenticheranno Firenze e Firenze con dimenticherà i Medici”.
Piero è durato due anni prima di essere esiliato. Ma sia Giovanni che Giulio sono diventati Papi e hanno riportato l’ordine a Firenze. E caro Savonarola ti sei sbagliato di grosso: il Rinascimento di Lorenzo sia letterario che artistico non ha avuto eguali nella storia. Savonarola ha provato a distruggerli ma alla fine il popolo si è ribellato. Lorenzo ha vinto.