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Recensione “Wishlist 1” di J.D. Hurt (Dark Necessities #5)

Lei è un’inezia, non conta nulla. Una bambina che mi sono preso in casa per fare un dispetto alla madre. Eppure si sta allargando nella mia mente come una macchia d’olio. Non posso permetterlo. Ho altri progetti; trovare la progenie dell’uomo che ha rovinato le vite di tutti noi.
Io sono Ethan Gaffrey e amo una sola persona. Stephan Carroll.
Lei è una delle nostre innumerevoli vittime. Quando l’abbiamo presa in casa mi faceva pena, forse anche tenerezza. Ora sta diventando importante. Non dovrebbe esserlo. Perché a noi interessa una sola cosa. La vendetta. Io sono Kyle Jenkins e amo una sola persona. Ethan Gaffrey.
Volevo liberarmi di mia madre. Cercavo i sogni, la libertà. Ho trovato inganni e bugie. Ho trovato loro due. Kyle ed Ethan. Piano, piano mi stanno svelando chi sono.
Io sono Willow Johnson e ho imparato che l’amore non esiste. E’ solo una frode.
Ethan, Kyle, Willow. Quando l’amore diventa ambiguità.
Nota dell’autrice: Wishlist è il primo capitolo dell’omonima duologia dark. Esso fa parte della Dark Necessities Series (per comprendere il testo è necessario avere letto i volumi precedenti: Stolen 1, Stolen 2, American History 1, American History 2).
Attenzione: anche se può sembrare un romanzo m/m non lo è.Questo quinto episodio della saga Dark Necessities mi ha colpito per la sua caratterizzazione più dolce rispetto ai precedenti, una vera e propria tragedia romantica. Ethan era, tra gli amici di Steph, quello che più mi ripugnava e che più difficilmente avrei giustificato, eppure entrare nel suo passato mi ha aiutato a superare qualsiasi obiezione: è riuscito a convincermi e mi ha conquistata.

Una sigaretta. Anche lei sarà come le altre ragazze della mia vita. Una sigaretta che brucia veloce, regala un brivido caldo, lascia dietro sé cenere e sporcizia. E altro nero nei polmoni.

Ethan è ambiguo, un seduttore, una vittima che si comporta da carnefice, non riuscendo tuttavia a compensare ciò che gli è stato strappato. Il suo rapporto con Willow è intriso di passione, istinto e intensità. Per quanto lui sia, a tutti gli effetti, il suo rapitore, ogni rapporto che hanno è consensuale, e a conti fatti viene tradito più volte lui che chiunque altro, in questo volume.

Ethan fa lo stesso effetto di quei tagli fatti in bagno di nascosto. All’inizio incuriosiscono, poi bruciano, ma ti fanno sentire qualcosa. Alla fine non avverti più niente. È solo farsi male.

 Willow è una forza della natura. Determinata e vincente, ma anche scioccamente ingenua in un paio di circostanze (si può scappare dal proprio aguzzino mettendo degli enormi cartelli con scritto “sono io”?).

Si comporta come l’estate e cammina come la pioggia. Ti fa credere che l’anima possa andare in vacanza e il paradiso sia un cazzo di posto sopravvalutato. Ti fa apprezzare l’inferno perché non teme il diavolo. Abbraccia Satana e ci scherza come una sua pari.

Ti fotte il cervello.

In questo episodio entrano in scena, come secondari, altri personaggi che si rivelano importanti nella storia: Kyle, l’amico che, nonostante la sua grande ambiguità, mi è parso coerente per quasi tutto il romanzo. Sul finale (che non vi svelo) sono rimasta piuttosto perplessa riguardo alla natura e alle motivazioni alla base delle sue azioni, ma confido che il prossimo volume possa convincermi del tutto. Poi c’è Rabby, la sua fidanzata che, wow… non sottovalutatela.

Ma io non sono buono. E neppure coraggioso. Sono sempre stato uno che limita i danni. La via di mezzo vigliacca. Colui che serve due padroni. La coscienza e la passione. Il cervello e il cazzo.

Questo quinto volume, più dei precedenti, contiene un intreccio complicato, una molteplicità di personaggi (padri, madri, zii, cugini…) che trovano sistemazione nella storia solo verso la fine. È una trama che sfiora gli intrecci dei primi quattro volumi per portarli a compimento ed evolvere la situazione.

È una storia piena di marciume, dove nessuno potrà mai uscirne bene; tuttavia, chi ha il cuore tenero come me continuerà a soffrire e sperare fino alla fine.

È inutile. Si pensa sempre che sia il demonio a condurci all’inferno e invece è l’angelo più bello.

Recensione a cura di

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