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Recensione: “Tutto su mio padre” di Sylvia Kant

Care Fenici, oggi Mumù ci parla di “Tutto su mio padre” di Sylvia Kant

Sandro e Maura sono sposati da circa dieci anni, ma non possono certo definirsi due santi. Tradimenti, differenze sociali e incomprensioni di una storia nata già sbagliata mettono in crisi il loro matrimonio. Solo l’affetto per la figlia Eva è forte e profondo. Ma persino questo sentimento, l’unico per cui riuscire a trovare il modo di non fare della separazione un sanguinoso campo di battaglia diventa, invece, la miccia, il pretesto, il luogo dell’odio che totalizza e tutto spazza via. Una vicenda familiare feroce e appassionante, una guerra in nome dell’amore dove il verbo amare viene coniugato solo all’imperfetto del tempo sprecato e del futuro perduto. Sylvia Kant, già autrice di due bestseller erotici, ha smesso per un attimo i panni della dark lady, e scritto un romanzo intenso, coraggioso, ma soprattutto autentico. Impossibile smettere di leggerlo o dimenticarlo, una volta girata l’ultima pagina.

La storia narrata in Tutto su mio padre comincia in una tranquilla domenica; Sandro è in terrazza con la piccola Eva, ma Maura è contrariata, non vuole che la bimba si sporchi con la terra, e un piccolo battibecco iniziale si trasforma presto in un grande litigio, al punto che Maura caccia di casa Sandro, il quale inizialmente è convinto si tratti di un’arrabbiatura passeggera da parte della moglie.  Quest’ultima, però, è proprio decisa a farlo sparire dalla sua vita e da quella della piccola Eva. Da questo momento comincia per Sandro la lenta discesa verso il baratro, in quanto la moglie gli impedisce di vedere la figlia, la persona che più ama al mondo, con ogni scusa possibile e immaginabile

Sandro lentamente scivola sul divano, completamente annientato.

«Sandro, calmati. Calmati. Vedrai che le cose si aggiustano. Che ti frega di aver perso quella poco di buono?», chiede Ugo cercando di consolarlo.

«Eva», mormora flebilmente. «Ho perso Eva».

«Ma no che non l’hai persa! La vedrai anche tutti i giorni, se vorrai. Adesso mi metto a cercare un buon avvocato e tutto andrà per il verso giusto».

«No, papà, perché io e lei non vivremo più insieme… Non vivrò più con mia figlia… Non potrò più darle il bacio della buonanotte… Non potrò più aiutarla a lavarsi i denti e a vestirsi… Non potrò insegnarle ad andare in bicicletta… Non potrò fare i compiti con lei, capisci?», quasi grida.

Le cose peggiorano sempre di più; Maura è decisa a recidere alla radice il rapporto tra padre e figlia, ma lui non vuole arrendersi; Eva è la persona che ama persino più di se stesso e non può accettare di perderla. La paura più grande di Sandro è che un giorno la figlia lo possa accusare di non aver fatto abbastanza per mantenere un buon rapporto tra loro, e quindi è deciso a fare tutto quanto in suo potere per riuscire a far valere il proprio diritto genitoriale e far parte della vita di Eva.

Questo libro, pagina dopo pagina, vi farà riflettere su quella che è la situazione attuale dei genitori separati e del calvario che devono vivere i bambini contesi in questa guerra tra ex.

«E allora che cosa dovrei fare?», domanda Sandro perplesso all’avvocato.

«Niente!». La risposta di Pace è secca. «Lascia perdere!».

Sandro salta sulla poltrona dov’è seduto. «Come sarebbe a dire?».

L’uomo gli pianta in faccia due occhi chiari e pungenti come spilli. «Cerco di spiegarmi meglio. Tua figlia è persa», dice con voce lugubre, «andata! Fottuta! Bruciata!». Sandro lo fissa stravolto, ma l’avvocato continua implacabile: «Insistere vuol dire soltanto sprecare tempo, denaro e salute!

Se una donna decide di usare un figlio per colpirti, non c’è legge che possa proteggerti. Conosco padri che sono andati a prendere i figlioli scortati dalle forze dell’ordine, perché le madri non volevano lasciarglieli durante i fine settimana o le vacanze! E come pensi che si siano sentiti quei bambini davanti alle urla e agli strepiti dei genitori? E al ritorno? Pensi che quelle megere li abbiano lasciati in pace? Più d’uno di questi ragazzi mi ha raccontato che la vera violenza non era uscire di casa scortato dai carabinieri e lasciarsi le grida della madre alle spalle… No. La vera violenza avveniva in casa, al ritorno: botte, pressioni psicologiche d’ogni tipo, ricatti»

Il tempo scorre veloce, la vita di Sandro va avanti, ma sempre con un macigno sul cuore perché Maura riesce ad allontanarlo sempre più da Eva.

Sabrina tace con gli occhi fissi a terra. «Mio cugino sta passando il tuo stesso calvario. È un bravissimo medico e un uomo dolcissimo. La sua ex è persino arrivata ad accusarlo di pedofilia».

«E com’è finita?», chiede Sandro speranzoso. «È riuscito a ottenere la figlia?»

«Ancora no», mormora Sabrina dispiaciuta.

«Da quanto tempo è in causa con la ex moglie?».

Sabrina tace e poi si decide a rispondere. «Quasi dieci anni».

Sandro spalanca gli occhi. «Dieci anni?»

«La società italiana è dominata dagli uomini, ma in questo campo la donna ha troppi diritti e nessun dovere», replica lei decisa. «Un figlio nelle mani d’una madre squilibrata può diventare un’arma micidiale».

Il cuore di Sandro è stretto in un pugno di ferro. «Tuo cugino se n’è fatto una ragione?»

«No, vive in un inferno».

La voce di lui si fa sorda. «Conosco bene quel posto».

All’inizio ho provato molta pena per questa bambina, frutto di un amore finito nel peggiore dei modi, tra accuse, recriminazioni e odio reciproco; ma alla fine di questo splendido romanzo mi sono chiesta perché Eva, diventata prima adolescente e poi donna, non abbia mai avvertito l’esigenza di sentire anche la versione dei fatti del proprio padre, accontentandosi piuttosto di quanto le ha sempre raccontato Maura, una donna bugiarda, manipolatrice e crudele nei confronti di un uomo che voleva semplicemente essere un padre.

Tutto su mio padre è stato un viaggio nei sentimenti; con un realismo sconvolgente l’autrice riesce a narrare una storia di vita quotidiana in cui molte di noi riusciranno ad immedesimarsi, riuscendo a strapparvi il cuore dal petto e riducendolo in poltiglia. Vi verrà da piangere, da urlare, da lanciare il libro contro il muro, ma proprio come Sandro, non c’è nulla che possiate fare se non assistere inermi a questo spettacolo terrificante che oramai è diventata la sua vita.

Toccante. Emozionante. Crudo. Vero.

 

 

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