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recensione trilogia This man di Jodi Ellen Malpas

Ava è stata chiamata ad arredare alcune stanze di una lussuosissima dimora londinese, il Maniero. Il proprietario, Jesse Ward, ha chiesto di lei personalmente. Ava si presenta all’appuntamento aspettandosi un vecchio aristocratico e invece si ritrova davanti un uomo giovane, pericolosamente bello e molto sicuro di sé.
Fin da subito è chiaro che Jesse sa come ottenere quello che vuole, e adesso vuole lei. Ava sa che da un uomo così sensuale ma prepotente, dominante e irragionevole sarebbe sicuramente meglio scappare, ma lui è determinato a farla sua e Jesse non è un uomo al quale è facile sfuggire…

Jesse Ward, l’irresistibile Lord del Maniero, ha conquistato Ava, rendendola schiava di una passione selvaggia e appagante. Ma le ha mostrato anche il suo lato più debole e tormentato e, per non dover soffrire, Ava non ha avuto altra scelta che lasciarlo. Jesse però è un uomo da cui è impossibile fuggire. Ava lo sa bene, e quando lui irrompe di nuovo nella sua vita, pronto a ricordarle il piacere intenso e assoluto che hanno condiviso, lei non può resistergli. Stavolta però è determinata a far luce sul suo misterioso passato, anche se questo significa stargli molto vicino, e lasciarsi trascinare ancora una volta nel vortice della passione…

L’eccitante storia tra Ava e Jesse è iniziata al Maniero, il lussuoso tempio del sesso, ed è proprio qui che stanno per celebrarsi le loro nozze, coronamento di una passione sfrenata e travolgente. Jesse ha mostrato di desiderare Ava più di ogni altra cosa e Ava ha imparato a conoscere meglio il suo uomo e ad accettare anche i lati peggiori del suo carattere dominante e impulsivo. Ma ora l’affascinante Lord del Maniero ha in serbo per lei altre sorprese. Lui che sa bene come offrirle momenti di pura estasi, sa anche come farla infuriare e gettarla nello sconforto. E stavolta non sarà affatto facile farsi perdonare…

Tutto quello che succede tra noi è il risultato dell’amore potente e a volte intossicante che proviamo l’uno per l’altra. Ci paralizza, ci spinge a comportarci in modo imprevedibile e irragionevole – tutti e due. In realtà, credo che il nostro livello di pazzia sia identico, o forse io l’ho persino superato. Di sicuro mi sento pazza.

Eccomi qui pronta a recensire la tanto vituperata serie This man; avrete sentito parlare di quei tre libri erotici scritti da una mentecatta con protagonisti due, che il cervello non sanno neanche dove sta di casa, la cui lettura è consigliata solo a menti mononeuronali! Ecco io per fare questa recensione che sarà positiva, anzi positivissima mi sono fatta prestare un neurone dalle tante altre lettrici a cui, scusate signore bloggeresperte, i libri sono piaciuti.

Scuoto la testa e rido, incredula. «Sei consumato dal bisogno di vendicarti. Non mi conosci nemmeno. Non c’è mai stata intimità tra noi, né momenti speciali. Sei matto o cosa?»
«Riconosco una cosa buona quando la vedo, e sono pronto a lottare per ottenerla».
«Lotterai invano», affermo, calma. «E anche se ci separassi, cosa che non ti riuscirà mai, non potresti avermi comunque».
«Perché?», domanda, aggrottando la fronte.
«Perché senza di lui morirei».

Il lui in questione è Jesse Ward, il lord del Maniero, uomo impossibile o come lo definisce la lei in questione, Ava, il suo maniaco del controllo polemico e nevrotico.
Intorno a questa figura maschile si svolge tutta la vicenda che copre l’arco dei tre libri. Ogni libro è l’evoluzione del precedente, si evolvono i comportamenti, si chiariscono i misteri, si delinea un futuro, si conosce il passato. In questa trilogia è soprattutto il passato che ha un grosso peso, il passato di Jesse, talmente grosso da condizionare le sue scelte, i suoi scatti e le sue profonde paure, perché Jesse Ward ha paura, ha veramente paura.

Ma andiamo con ordine. Come ho detto ogni libro delinea un aspetto di questa storia così complessa seguendo un preciso percorso. Tutta la vicenda si svolge in un arco temporale decisamente breve ma intenso, gli eventi si susseguono a una velocità a dir poco impressionante, le reazioni dei protagonisti sia ai comportamenti del partner, che ai propri, in certi momenti ci appaiono a dir poco sconcertanti tanto da farci desiderare di possedere una buona mazza chiodata, stile medioevo e rompergliela su quelle teste vuote!

In tutta “la Confessione” Jesse e Ava passano il tempo a scornarsi e sfidarsi in continuazione, lui interamente preso da lei fino all’ossessione, Ava impegnata a scappare da quello che pensa essere un pazzo psicotico, ma che le è ormai entrato dentro nello spazio più profondo del cuore.
Nel primo libro Jesse è un odioso maschio Alpha pieno di sé, con una mania di controllo su Ava e sulla sua vita, eppure andando avanti nella vicenda si intuisce che quello che si vede in superficie è solo la punta dell’iceberg, sotto c’è molto di più, qualcosa che influisce significativamente sul suo comportamento, ma la Malpas non lascia trapelare niente di niente, neanche il più piccolo indizio per quasi tutto il libro, dove, nelle ultime pagine una valanga informativa ci mette ko, noi lettrici e lei, Ava. Tutto sembra destinato a precipitare, e Jesse riaffonda nel suo passato e nelle sue profonde paure.

Inizia a venirmi incontro. Arretro. Non voglio stargli vicino. «Brava, scappa». Continua ad avanzare, guadagnando terreno a ogni passo. «Sei una fottutissima provocatrice, Ava. Posso averti, poi non posso, poi posso di nuovo. Deciditi, cazzo!».

Ava è la nota dolente di questo primo libro. Di fronte a quest’uomo è talmente spiazzata che tutto quello che fa è fuggire. A ogni fuga corrisponde un ricongiungimento, del sesso a dir poco sfrenato, ma nessun tentativo da parte di Ava a indagare o capire, di avvicinarsi a quell’uomo con l’intento di parlare, non urlare, fino a quelle ultime pagine dove la mia mazza chiodata virtuale si abbatte su tutti e due i protagonisti così presi da loro stessi da rischiare il disastro più assoluto

Il mio «e vissero sempre felici e contenti» con il mio meraviglioso farabutto è stato distrutto. Sarei potuta finire invischiata con Jesse senza conoscere i suoi lati oscuri. Quando li avrei scoperti?
Dovrei esserne grata. Almeno lo so adesso, prima che sia troppo tardi.
Prima che sia troppo tardi?
È già troppo tardi.

Mi sento all’inferno. Vuota. Incompleta. È una vera agonia.
Ho lasciato Jesse domenica scorsa nel suo attico, ubriaco e furente. Non l’ho più sentito dal giorno in cui me ne sono andata, mentre lui sbraitava e incespicava. Nessuna chiamata, nessun messaggio, nessuna consegna di fiori… niente

Questo lo stato d’animo di Ava nel secondo libro “la Punizione”; pentita dei suoi stupidi scatti che altro non hanno provocato che reazioni ancora più esasperate, finalmente esce dal ruolo che si è ritagliata nel primo libro e inizia a crescere, a cercare dei perché, delle soluzioni che possano rendere il loro rapporto non dico normale, perché normale non lo potrà mai essere, ma vivibile. La vita, l’amore non può essere solo sesso per quanto sia da “settimo cielo Jesse”, e quando finalmente Ava prende coscienza di quanto il Lord sia parte già irremovibile in lei, comincia a studiarlo, deve salvare la loro relazione e per questo ha bisogno di conoscenza, di risposte.

«È questo il tuo problema, Jesse. Vuoi aggiustare le cose distraendomi e toccandomi piuttosto che parlare con me e darmi delle risposte. Non posso lasciare che accada di nuovo»

E questo libro è pieno di risposte, non definitive,non complete e soprattutto non belle per la maggior parte.

«Perché fa parte del mio passato, dove voglio che resti, Ava. Non voglio che influenzi il mio futuro».
«Non succederà. Non importa cosa mi dirai. Ti amo comunque».

La coppia deve combattere contro amanti che non si arrendono, spasimanti disposti a tutto, segreti e ancora segreti, ma soprattutto contro atteggiamenti ancora sopra le righe. E’ il libro centrale della trilogia, chiarisce alcuni punti, ma non si spinge più in là di questo, mette le basi, con la comparsa di personaggi che definire ambigui è poco, degli avvenimenti che cercheranno anche nel terzo libro di dividere Jesse e Ava, è decisamente il libro più travagliato, dove da Ava mi aspettavo molto, ma ho avuto poco, dove sapevo che Jesse avrebbe fatto qualche sua solita cavolata, ormai me lo aspettavo qualche suo gesto stile troglodita.

«Voglio essere io la tua vita», dice sottovoce.
«Lo sei», ribatto piano. A volte è così vulnerabile e delicato, e so che lo fa per me. Quest’uomo è lontano chilometri e chilometri dal bruto dominatore che mi ha appena scopato per infondermi del buon senso. Ma è davvero buon senso, o solo pura follia?

Follia, l’amore in fondo cos’è se non una forma di follia? E Jesse è folle, folle nelle azioni e folle nelle parole, la sua mente è decisa a concepire qualunque assurdo piano purché lei, la sua Lady, gli resti accanto, pur di proteggerla dal mondo intero e in fondo ha ragione, ogni volta che Ava cerca di allontanarsi e di ribellarsi il più delle volte per puro capriccio, attira i guai come una calamita facendo irritare Jesse all’estremo. Altra mazza chiodata in arrivo. Pretendo di più da una donna, pretendo tutta quell’intelligenza e quella sensibilità che gli uomini, la maggior parte delle volte non dimostrano di avere nelle relazioni.
Ava vuole capire il suo uomo ma la maggior parte delle volte fallisce miseramente, deve uscire dagli standard, non ha ancora capito che ha a che fare con qualcosa fuori dal normale, che deve misurare le sue reazioni, che basterebbe così poco per vincere ogni confronto, per poterlo gestire.

Esce dalla stanza e io crollo per terra e piango. Mi sento disperata e incompleta. Tutto questo dolore solo perché volevo avere l’ultima parola, perché ho insistito a uscire e a farmi valere. L’unica cosa che ho dimostrato è che sono persa senza di lui.

Invece come nel libro precedente, le cose peggiori arrivano sempre nel finale, dimostrando un’assoluta irrazionalità da parte di entrambi, quando sentono i loro sentimenti messi in pericolo, lui perché ancora si riflette in un misterioso passato lei perché è priva di logica nelle sue reazioni immediate, mai che si fermi a pensare, dov’è finito il contare fino a 10 prima di reagire? Doppia mazza chiodata Ava,doppia, questa volta te la meriti proprio! Quando ci vuole ci vuole, tu dovresti essere il punto fermo, la boa di salvataggio di quest’uomo contrastato e invece in certi (molti) momenti lo fai precipitare ancora più in fondo al suo inferno personale, e di nuovo a tirarsi su le maniche per porre rimedio…

Era imprevedibile, appassionato e irresistibile. Ora è tutto mio e io sono sua.
Alla fine l’ho capito.
Finalmente so chi è quest’uomo.

Ci siamo, finalmente siamo all’ultimo capitolo “Il Perdono”. Lo affronto certa di trovarmi di fronte ancora una volta a quelle crisi di follia proprie dei due episodi precedenti e, invece, questo libro è chiarificatore e conclusivo. Jesse finalmente apre il suo passato ad Ava in ogni sua piega, e capiamo che è un passato tragico da cui apparentemente non può fuggire. E finalmente Ava dopo alcuni primi capitoli in cui la mazza chiodata diventa tripla e vorrei tanto, veramente tanto, che avesse un effetto letale per le scelte irrazionali che riesce a fare una a ruota dell’altra, diventa donna, smette di fare la capo cheerleader e inizia a capire che le parole valgono molto di più delle fughe e delle urla. D’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti con gli eventi significativi, anzi assolutamente fondamentali, che arrivano nelle loro vite. Nei primi capitoli Jesse le impartisce una lezione che difficilmente dimenticherà ma che servirà a delineare il loro futuro.

Non ha detto una sola parola da quando mi ha trovata in pista fino a quando mi ha lasciata sola nel bagno guasto di un bar, dopo avermi scopata. Non ha fatto l’amore e nemmeno sesso sfrenato: ha solo trombato sua moglie. Come fossi una troia qualunque che ha trovato in un locale. Mi sento ferita, l’incertezza più forte che mai. Cosa faccio adesso?

Che fai? Il tuo uomo ha cercato di manipolare la tua vita e tu, ben consapevole dei suoi gesti glielo hai più che permesso, adesso cos’è ci ripensi? Torniamo al sì, poi no, poi di nuovo sì del primo libro? STAI FACENDO SCELTE SBAGLIATE STUPIDA!!

Oddio sto impazzendo anch’io con loro! Mi metto a parlare con il libro invece di scrivere la recensione!

Mi rimette immediatamente a terra, con i verdi occhi ansiosi che mi scrutano da capo a piedi. «Sei ferita? Dove?». Porto una mano al cuore. «Proprio qui!», gli urlo in faccia.
Sussulta, ma poi fa lo stesso gesto, battendosi sul petto con la camicia macchiata di sangue. «Benvenuta nel club, Ava!», sbraita.

Torniamo a noi. Nonostante gli sbagli la coppia si rafforza e gli ostacoli uno dopo l’altro vengono abbattuti

«Devi averlo visto con molte donne. Perché prendertela con me?», chiedo, anche se conosco già la risposta.
«Tu eri diversa, si vedeva. Jesse Ward non insegue le donne. Jesse Ward non si porta donne a casa. Jesse Ward non evita di bere. Hai cambiato quell’uomo. Sei riuscita laddove svariate donne hanno tentato e fallito per molti anni, Ava. Hai conquistato il Lord». Si alza. «Congratulazioni, Mrs. Ward. Abbi cura di lui. Fallo felice. Se lo merita»

Fino a … già c’è un fino a, ma spiegare da questo punto in avanti cosa, e come, agiscono i personaggi sarebbe rovinarvi la lettura, vi dico solo che la seconda parte è un rincorrersi di colpi di scena drammatici, dove rischiamo di perdere addirittura i protagonisti, un vero e continuo batticuore, grazie al cielo fondamentalmente nonostante il tanto sesso presente ed eccezionale questo è un romance che cerca e vuole a tutti i costi un Happy ending.

Per me sono stati tre libri intensissimi, spesso non ho condiviso le scelte dei protagonisti, mi sono arrabbiata tanto da smettere di leggere per tanta illogicità, continuavo a chiedermi cosa avevano nella testa quando con tanto amore bastava così poco.
Le critiche alla serie parlano di una donna senza polso e di un uomo praticamente pazzo e che non è accettabile scrivere e leggere di due individui così.
Io invece ho vissuto trepidante questa storia d’amore, questo rincorrere la felicità soffrendo con Ava e arrabbiandomi quando non capiva chi aveva il vero potere, quando era sconsiderata e giocava a chi è più forte senza usare la testa e gioendo con lei quando finalmente capisce!

Esulto. Sta imparando, o forse sono io che sto imparando a gestirlo. Non ne sono sicura, ma stiamo facendo passi da gigante. Sa quando cedere, e anch’io.

«Ho bisogno che mi lasci fare tutto questo, Ava. Ho bisogno che mi lasci avere cura di te per sempre».

Non posso fingere che non sia frustrante, stressante o che non mi faccia chiedere, a volte, in che razza di casino mi sia messa, ma questo suo aspetto − l’incredibile amorevolezza, il fatto che straveda per me − quasi cancella il suo sconvolgente modo di fare nevrotico.

E di Jesse cosa dire … noi donne ogni giorno siamo impegnate a fare, a dimostrare che siamo forti, autonome, ma nei nostri sogni in fondo sogniamo di abbandonarci tra le braccia forti del nostro lui con il viso affondato nel suo collo e le mani tra i suoi capelli, il nostro maschio polemico e manico del controllo.

Mi abbandono sulle sue labbra e mi sciolgo in lui. È lento, è dolce, è delizioso. È proprio come deve essere in questo momento.

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StaffRFS