Continua la decima stagione di The Walking Dead con l’episodio intitolato One More. Wicked Wolf l’ha commentato per noi. Qui la recensione della puntata precedente.

Progetto grafico a cura di Francesca Poggi
Stavolta è davvero difficile esprimere un’opinione su ciò che ho visto, Fenici, perché da una parte abbiamo un episodio totalmente incentrato su Aaron (amore) e Gabriel (che palle), e questo potrebbe far pendere la bilancia del recensore dalla parte della noia, ma allo stesso tempo questi cinquanta minuti ci portano un po’ indietro nel tempo e ad alcuni dei nostri episodi preferiti: quelli sulla ricerca di risorse.
I nostri amici vagano per le campagne seguendo una mappa data loro da Maggie, nella quale sono evidenziati vari punti di interesse che potrebbero contenere provviste, ma la ricerca si sta rivelando infruttuosa; Aaron è stanco e Gabriel insiste nel continuare fino a quando non trovano un capannone.
Anche qui il fine urbanista che infila supermercati, boschi e baite a caso vedo che si sta sfregando le mani con grandissima soddisfazione.
All’interno Aaron viene aggredito da un cinghiale che diventa ben presto la loro cena, e i due (l’altro è Gabriel, non il suino) si ubriacano giocando a carte, ma il risveglio è quantomeno sgradevole: un tizio brutto e pazzo di nome Mays ha tramortito Aaron e pretende che gli amici giochino a una sorta di roulette russa.
I nostri sono i buoni, quindi anziché spararsi tra loro se la rischiano puntandosi la pistola alla tempia e parlando col loro sequestratore. Mamma mia quanto parlano! Fatto sta che riescono finalmente a fargli capire che non tutte le persone sono cattive e che il fatto che lui sia stato tradito non significa che sia normale; lo convincono a seguirli alla comunità di Alexandria, dove avrà un nuovo inizio e tante persone gli vorranno… SBAM e Gabriel gli spacca il cranio con la protesi di Aaron, che lo osserva sconvolto.
Come noi, d’altronde.
Un ultimo giro nel capannone fa trovare loro la famiglia dell’uomo: il fratello, ossia colui che l’ha tradito, e le mummie di cognata e nipote: anche loro erano stati costretti al medesimo gioco, infatti il povero sopravvissuto, sotto shock, appena viene liberato sceglie di spararsi in testa.
I nostri due esploratori si allontanano con una bestemmia per capello, sconvolti, e scelgono di continuare la loro ricerca anziché tornare a casa come avevano deciso in precedenza.
Lo ammetto, la prima metà dell’episodio non è stata un granché e mi stavo chiedendo cos’avrei potuto scrivere, poi tutto è andato malissimo e mi sono sentita a casa.
Gabriel ormai si è sbloccato e ha deciso di poter uccidere la gente che reputa un pericolo; la faccia di Aaron quando ha ucciso Mays è stata impagabile ed era lo specchio credo di tutti noi spettatori. Tutta la sequenza è stata perfetta nella sua evoluzione, dalla cattura, al dialogo, alla vittoria della ragione sulla follia, del bene sul male, fino all’uccisione repentina dell’uomo che avevano convinto a seguirli.
Aaron ci credeva, l’avrebbe davvero portato a casa con loro, ma a che prezzo? Davvero quell’uomo instabile, pieno di rabbia, avrebbe potuto inserirsi ad Alexandria? Gabriel ha compiuto il gesto più sensato, per quanto inaspettato: ha capito che sarebbe stato un pericolo per l’intera comunità e ha agito di conseguenza.
Avevano appena deciso di cercare di nuovo dei sopravvissuti, di aiutare le persone, e il primo che hanno incontrato ha cercato di ucciderli: questo li porterà a cambiare idea, o porteranno avanti il loro progetto?
Credo che la loro intenzione di proseguire verso il serbatoio idrico, citato più volte mentre osservavano la mappa, porterà a nuove svolte interessanti.
Qui il promo del prossimo episodio di The Walking Dead.