Genere: Narrativa straniera, contemporanea
: : : : :Data di pubblicazione: 19 aprile 2018
1998, Shaker Heights, Cleveland Ohio, lo Stato che da sempre con il suo voto determina il successo o meno di un candidato alla presidenza. Perché combina una generale tendenza liberale a una forte dose di conservatorismo di élite. Una comunità fondata su un insediamento Shaker e popolata da una maggioranza di benintenzionati democratici, e abbienti. Le comunità Shaker erano caratterizzate dalla sovrabbondanza di regole – dall’ora migliore per alzarsi al mattino a come scegliere il compagno di vita. E una delle protagoniste del romanzo, Mrs Richardson, è cresciuta incarnando questa filosofia di vita: una famiglia da sempre insediata nella comunità, molto abbiente, perfettamente inserita in ogni comitato e organizzazione. All’inizio del romanzo troviamo Mrs Richardson in strada, davanti alle rovine fumanti della sua bellissima casa. Qualcuno ha appiccato un piccolo fuoco in ciascuna delle sue stanze perfette. Il dito della signora punta subito su Izzy, la più piccola dei suoi quattro figli. Ribelle da sempre, una pecora nera appena adolescente, diversissima dai fratelli in partenza per le università più prestigiose del paese, Izzy invece è in fuga per chissà dove. Mia invece è una fotografa single che ha scelto una vita itinerante con la figlia, fin dalla nascita, cavandosela a malapena con lavori vari, per avere tempo libero da dedicare alla sua arte. Con un buon successo, però accuratamente nascosto: le sue opere sono state vendute a una prestigiosa galleria di New York, ma Mia non parla mai di questo, né del suo passato. Mia lavora controvoglia come domestica e cuoca nella lussuosa casa di Mrs Richardson, in cambio di un piccolo alloggio. La figlia Pearl ha fatto amicizia con i quattro ragazzi Richardson, e Mia le ha promesso di metter fine al vagabondaggio… e allora come mai quella che dovrebbe essere una svolta decisiva diventa a poco a poco un problema per madre e figlia, e non solo? Accade quando un vecchio amico dei Richardson decide di adottare un bambino sino-americano. Ne nasce una battaglia per la custodia che divide l’intera cittadina. Mia ed Elena si troveranno su fronti opposti e questo farà scattare nella mente di Elena il sospetto che Mia nasconda un passato torbido. Ma questa sua ossessione avrà costi altissimi.
Di colpo ripensò alla fotografia che aveva visto in casa di Mia quel primo giorno, quando l’aveva invitata a casa sua. La donna con le sembianze di un aracnide, un muto groviglio di zampe furtive. Che razza di persona, si disse, poteva trasformare una donna in un ragno? Di più, che razza di persona poteva vedere una donna e anche solo pensare a un ragno? (Tratto dal libro)
Ciao a tutti, amanti della lettura!
È arrivato per me il momento di parlarvi di Tanti piccoli fuochi, best seller negli Stati Uniti da cui è stata tratta l’omonima serie TV Little Fires Everywhere e di cui potete trovare la recensione nel nostro blog. La fiction approderà presto in Italia su Amazon Prime.
Mi è successo raramente di restare delusa da un film o da una serie ispirati a un romanzo; è capitato per esempio con la versione cinematografica de Le affinità elettive di Goethe. A scapito dell’indiscusso genio dei fratelli Taviani, penso che sia stato un azzardo scrivere una sceneggiatura da quell’opera letteraria. Troppo cerebralmente interiorizzata e immaginifica.
Leggendo Tanti piccoli fuochi sono precipitata nel baratro della disperazione e ho dovuto riflettere a lungo prima di stilare questa recensione. A differenza della fiction, che ha calamitato subito la mia attenzione e mi teneva incollata allo schermo, il libro è stato una vera tortura. In linea di massima, la versione televisiva e quella cartacea della storia sono abbastanza simili e aver seguito la serie mi ha permesso di non perdere il filo durante la lettura.
Il ritmo della scrittura scorre troppo lento, non c’è uno stacco definito tra i pensieri dei protagonisti, i loro dialoghi e le vicende si sovrappongono creando in alcuni momenti un’accozzaglia di parole che mi ha costretto a rileggere più di una volta alcuni paragrafi.
Molto diversa è la caratterizzazione dei personaggi; vediamo brevemente alcuni dei principali.
Nella fiction, Elena e Mia instaurano una relazione amicale, mentre nel romanzo il rapporto tra le due donne è civile ma sempre distaccato, non si chiamano mai per nome e si danno solo del lei. In aggiunta a ciò, la Mrs. Richardson dell’opera letteraria, pur essendo sempre fastidiosa come una spina di fico d’india sotto un’unghia, appare opaca rispetto all’eccelsa interpretazione televisiva di Reese Witherspoon che ne fornisce un quadro meravigliosamente subdolo e quasi malvagio.
Ho apprezzato il maggiore spazio che la scrittrice dedica ai figli di Elena; essi nella versione filmica sono delle figure di contorno sbiadite, l’unico personaggio che ha il giusto spazio è Isabelle, la pecora nera della famiglia. La nostra autrice ci fornisce invece delle descrizioni dettagliate anche di Lexie, Trip e Moody che pur restando un nerd appare molto più spigliato e meno impacciato del suo “sosia” televisivo.
Passiamo a Linda… questo è il personaggio che mi ha sorpreso maggiormente. Mrs. McCullough è nel libro una donna dal carattere solido che sa bene quello che vuole e che ha con Elena un rapporto fraterno. La fiction ne dà invece l’immagine di una donna nevrastenica e tanto consunta dal dolore per la maternità mancata, da essere completamente alla mercé di Elena che la manovra a suo piacimento portandola a compiere gesti ai limiti della legalità.
Mi ha fatto piacere che nel romanzo sia dedicato maggiore spazio alla figura di Bill Richardson; l’avvocato è presentato come un uomo di polso ed è fornita una descrizione accurata dei suoi pensieri e dei suoi scrupoli, un aspetto del tutto tralasciato nella serie in cui appare come l’ombra della moglie e un padre esageratamente permissivo. Lo stesso ruolo che svolge nella causa di adozione in cui ha il patrocinio dei suoi amici Mark e Linda mostra un uomo tutt’altro che passivo.
Potrei proseguire oltre, ma rischierei di essere prolissa. Mi permetto di consigliare sia la lettura del romanzo sia la visione della fiction, non necessariamente in quest’ordine. Io ho scoperto il romanzo partendo dal prodotto televisivo e nonostante sia rimasta un po’ delusa sono contenta di averlo letto perché mi sono resa conto che l’aver prodotto una miniserie – che comunque ho adorato – sia stato forse un po’ riduttivo rispetto alla complessità dei fatti che sono presentati nell’opera letteraria che però ho trovato un po’ indigesta.
La bibliografia di Celeste NG include un altro romanzo pubblicato nel 2015 – Quello che non ti ho mai detto – e di un racconto breve inedito in Italia – Girls at play.
Sono curiosa di natura e prima o poi leggerò entrambe le opere. Nel frattempo, non mi resta che augurare a tutti voi una buona lettura.
A presto.



