Dal diario di Lucky, nuotatore ventenne impegnato nella sua realizzazione sportiva e di vita, distratto dai suoi dirompenti amori pericolosi a sfondo BDSM.
Il racconto, in prima persona, del sogno di un ragazzo comune…sfondare nel suo sport.
Combattuto tra l’amore di due ragazze molto diverse e opposte tra loro – una molto sicura di se, l’altra meno – nell’eterno dilemma tra la mora, la rossa e… la biondina. Avventure al limite che lo porteranno a rischiare tutti i suoi progetti.
L’ammutinamento era riuscito, ed ora la Padrona sembava non riuscire più a ricomporsi nel suo ruolo naturale, ma l’azzurro dei suoi occhi brillava come non mai abbandonata completamente all’accaduto.
La adagiai lentamente, facendole ritrovare il contatto con il pavimento che le avevo sottratto tutto il tempo.
Feci un passo indietro per volerla vedere tutta intera, nel tentativo di scattare un’immagine totale di lei nel mio cervello.
Se ne stava poggiata sul muro con un palmo della mano su un occhio e le dita dell’altra tra i capelli, sconvolta, cercava di riprendersi dall’accaduto.
Mi venne in mente allora di inginocchiarmi tornando a quattro zampe da lei e con il guinzaglio in bocca strofinai la mia guancia sulla sua coscia, come un cucciolo in cerca di carezze.
Volevo farle capire immediatamente che nulla era cambiato e che lei sarebbe stata sempre la mia Padrona.
Non potevo vederla da lì sotto ma le sue carezze facevano intendere la sua totale approvazione.
Di tutto punto si abbassò anche lei alla mia altezza, mi prese il viso tra le mani, mi guardò dritto negli occhi dicendo.
“Ti amo campione”.
Le mie amiche ben sanno che prediligo un certo genere letterario ed è per questo che mi hanno consigliato “Swim Switch, amori pericolosi” di Massimo Brighindi.
Il libro devo dire che scorre velocemente, anche se qualche errore e qualche refuso di troppo si notano, e personalmente avrei preferito dei capitoli più continuativi. La narrazione è in prima persona e la voce è di Lucky, giovane nuotatore dai gusti erotici diciamo un po’ particolari. Lucky è un sottomesso e la sua padrona è Elena. I due convivono nello stesso appartamento con ruoli ben prestabiliti anche nella vita vissuta fuori dai club sadomaso. Lucky è un sottomesso totale, talmente preso dalla sua padrona da essere disposto a qualunque “sacrificio”. Nel corso del libro dovrà dare prova della sua dedizione in diversi modi, alcuni lasciatemi dire, particolarmente umilianti; e il comportamento di Elena da questo punto di vista è molto criticabile soprattutto per un dominatore responsabile. Mi sembra che il nostro autore in certi momenti si sia quasi lasciato prendere la mano dalle situazioni più specificatamente fisiche, e abbia sorvolato sull’aspetto psicologico. Non sappiamo perché Lucky sia un sottomesso, ma non sappiamo soprattutto come da sottomesso passi alla situazione di switch. Gli switch sono rari dal momento che ogni individuo attraverso il BDSM ritrova il suo spazio mentale, la sua vera natura, e quindi difficilmente la stessa persona è in grado di essere contemporaneamente padrone e sottomesso. Quale sia la causa di questo comportamento altalenante Brighindi non ce lo specifica, comprendiamo solo che Lucky, trovato il vero amore con Martina sarà in grado di ricoprire qualunque ruolo ella desideri, amico, amante sottomesso e dominatore, peccato che facendolo a richiesta riveli comunque la sua profonda natura di sub. Diciamo quindi che non sono riuscita a comprendere a fondo cosa volesse trasmetterci l’autore, perché il ritratto di Lucky che ne viene fuori non è definito. Definite sono le donne del romanzo: Elena nel suo totale egoismo, lontanissima dai modelli dei veri Dom, Martina innamorata di Lucky, carattere forte che lo gestisce ancora meglio di Elena illudendolo con una vera e propria dominazione dal basso. Un po’ superficiale l’escamotage del ritrovamento del libro ‘Histoire d’O’ per giustificare la sua curiosità e la sua propensione al sadomaso. Una sorpresa finale è Sasha, le 14enni di oggi non finiranno mai di sorprenderci!
Nel complesso, come ho detto, è un libro leggibile che però, per me è poco approfondito nei suoi aspetti più puramente psicologici e che necessiterebbe di un’ulteriore rilettura da parte di un editor, per limare le imperfezioni stilistiche. In ogni caso accolgo sempre più che volentieri le escursioni degli autori italiani nei vari aspetti dell’erotismo a patto che, come in questo caso e ne rendo merito all’autore, non ricadano nel porno più scontato. C’è chi pensa che scrivere di sesso sia facile, ma scriverne con classe è tutta un’altra cosa.
Recensione a cura di:
Editing a cura di: