Suburra, una serie che deve essere vista con una mente molto aperta.

Progetto grafico a cura di Marina Alesse
Ciao a tutti, amanti delle serie TV!
“La Suburra… Sto posto non cambia da duemila anni: patrizi e plebei, politici e criminali, mignotte e preti… Roma.”
Nella Roma bene, fucina di affari sporchi e di festini conditi con sesso e droga, nessuno è esente dal vizio: politici, nobili caduti in disgrazia, preti, cui si aggiungono tre fazioni criminali contrapposte: gli Adami, gli Anacleti e Samurai.
In questo quadro nasce un’improbabile amicizia tra Spadino, Aureliano e Gabriele; a renderli tanto simili, pur nelle loro diversità e avversità, è uno spirito ribelle comune verso l’autorità patriarcale.
Spadino Anacleti vorrebbe poter vivere la propria omosessualità alla luce del sole, ma è costretto dal fratello e capofamiglia Manfredi a sposare Angelica che però diventerà un’inaspettata quanto fedele alleata del giovane.
Aureliano Adami è in perenne contrasto con il padre Guido, colpevole ai suoi occhi … beh, di tutto!
Gabriele è figlio di un ispettore di polizia, è iscritto alla facoltà di legge che però non ha mai frequentato e vive di guadagni accessori spacciando pillole e buste nella zona di spaccio di Samurai, il vero burattinaio della situazione.
Samurai controlla tutto e tutti e tesse con pazienza una grande ragnatela con lo scopo di incastrare nella sua maglia fine gli interessi di molti su una zona comune: i terreni di Ostia, posseduti in parte dal Vaticano e in parte dagli Adami.
Completano il quadro Sara Monaschi, ufficialmente revisore dei conti in Vaticano, nella realtà donna losca e manipolatrice che intrattiene una relazione extraconiugale con il giovane Gabriele e l’onorevole Cinaglia, politico integerrimo ma non troppo.
Suburra è una serie senza se e senza ma… o l’ami o la odi. Io l’ho amata subito e l’interpretazione di Alessandro Borghi nel ruolo di Aureliano è stata una vera rivelazione. Non a caso il successo dell’attore è proseguito fino all’inserimento nel panorama internazionale con la sua magistrale interpretazione in Diavoli.
Questa fiction è una lente di ingrandimento sul sottofondo marcio di una città la cui maestosa bellezza cela alla luce del sole i molti vizi e le poche virtù della gente che conta. Se ne consiglia la visione a un pubblico consapevole e dalla mentalità aperta perché molte delle vicende narrate sono difficili da digerire per chi ha una particolare sensibilità verso certi argomenti, soprattutto in ambito religioso.
La Suburra non è solo un quartiere… è l’anima nera che vive dentro ogni persona, quell’oscurità di cui tutti siamo coscienti ma che preferiamo fingere di non vedere. Roma è una Venere che ti conquista e ti lascia senza fiato, ma è anche una maga Circe implacabile che ti castiga al minimo errore.
Per citare alcune parole della sigla finale: “Nord, Sud, Ovest, Est, Roma è così grande che di notte ti prende, ti inghiotte. Fotte la mente. Un gigante che ti culla tra le urla che non sente. Ti compra, ti vende, ti innalza, ti stende. Ti usa se serve, ti premia, ti perde”