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Station 19 riprenderà l’11 marzo con i nuovi episodi e nel frattempo vi presentiamo la recensione dell’episodio Out of Control, l’ultimo prima della pausa. Qui la recensione della puntata precedente.
Progetto grafico a cura di Francesca Poggi
La quinta puntata di questa nuova stagione di Station 19 è stata anche l’ultima prima della pausa invernale e, a un mese dalla ripresa, è giusto rinfrescarsi un po’ la memoria. La squadra della diciannove, dopo un turno estenuante, decide di ritrovarsi a casa di Maya, ma mentre sono lì delle urla all’esterno attirano la loro attenzione.
I pompieri, una volta in strada, trovano una donna in cerca della figlia scomparsa assieme all’amica, Travis, Dean e Victoria cercano in tutti i modi di calmarla, finché non arriva la polizia e la situazione degenera. Nel frattempo Jack e Imara, ma anche Sullivan e Andrea si avvicinano sempre di più. Invece Ben è alle prese con il lutto che ha sconvolto la sua famiglia.
Lasciatemi dire che questa è stata una puntata che merita davvero di essere vista, sia per la storyline che viene raccontata, sia per i temi affrontati e approfonditi; visto che sono diverse puntate e, ho notato, anche in diverse serie tv, che vengono portate avanti argomenti come: il razzismo, la discriminazione, le differenze, il covid e, a questo punto, chi più ne ha più ne metta.
Questo episodio di Station 19 ha una tensione davvero palpabile anche attraverso lo schermo, uno di quelli che ti fa tenere gli occhi inchiodati fino alla fine, con il cuore in gola per vedere cosa succede. Soprattutto quando la situazione inizia a scaldarsi, ovvero nel momento in cui la madre di una delle ragazze rapite/scomparse ammette davanti ai pompieri di essere vittima delle discriminazioni del sistema, e purtroppo alcuni componenti della squadra non hanno potuto non sentirsi presi in causa.
La frustrazione si trasforma in rabbia, principalmente di Dean, che quando divampano le fiamme all’interno della casa fa irruzione, accompagnato da Sullivan, senza protezioni. Le scene che si susseguono sono ricche di azione, con una grande suspense per le sorti dei vigili del fuoco e delle ragazzine.
E se pensiamo che peggio di così non poteva andare, ci sbagliamo di grosso. Difatti le vicende si trasformano in un vero e proprio scontro fra poliziotti e membri della caserma 19.
Il confronto fisico è servito, ancora una volta, per mettere di fronte alla dura realtà delle differenze razziali che vengono fatte ogni giorno dal sistema, in questo caso quello americano. Alla fine di tutto Dean e Robert sono portati via dalla polizia.
Ho amato tutte queste sequenze, che colpiscono dritto in faccia lo spettatore, in particolare quello più empatico, soprattutto per le tematiche trattate, discriminazioni che nel ventunesimo secolo dovrebbero essere sparite ma che dilagano ancora e che portano alla luce un lato delle persone, latente in molti casi, che non potrebbe nemmeno lontanamente essere chiamato umano.
La storyline delle ragazze continuerà poi nella puntata di Grey’s Anatomy, altro collegamento che, quando avviene, adoro alla follia. Per rimanere tra la tristezza della puntata, però, è giusto ricordare che mi si è stretto il cuore a vedere Ben dare la notizia della morte della suocera ai ragazzi, ma sicuramente non mi sarei mai aspettata che Tuck reagisse in quel modo così brutale. Ma come si dice? Tutto è bene, quel che finisce bene e nel concludersi della puntata vediamo il rapporto padre figlio risanato in un clima quasi sereno.
Parlando di cose belle, non dimentichiamoci che finalmente Imara e Jack hanno condiviso il letto, anche se alla fine ho percepito che ci fosse qualcosa di strano al di là dell’imbarazzo, spero vivamente che sia un’impressione soltanto mia e che Jack possa essere felice e soddisfatto come merita. Qui la scena che li riguarda.
Oltre a questi due piccioncini, vediamo Andy e Robert ritrovarsi e sono stata davvero entusiasta di ciò! Ma sono anche molto curiosa di vederli integrati nella vita coniugale… soprattutto visto il finale.
