
Progetto grafico a cura di Maria Grazia
Bentornati trekker e amanti della Fantascienza!
Eccoci giunti alla quarta puntata della nuova stagione di Star Trek Discovery mentre qui potete trovare la terza.
Come ormai saprete, l’azione si è spostata quasi mille anni nel futuro, citando il classico motto della saga siamo davvero là dove nessuno è mai giunto prima, infatti nessuna delle tante serie e telefilm di Star Trek si era mai spinta così lontano nel futuro.
La scelta, a mio avviso, è stata dettata dal fatto che nelle precedenti stagioni di Star Trek Discovery, le opzioni degli sceneggiatori risultavano spesso non azzeccate, e alcune rasentavano il ridicolo, l’unico modo per tagliare nettamente e riuscire a mantenere gli stessi personaggi, era scaraventarli in un futuro talmente remoto da poter rimettere tutto in gioco.
In questo episodio di Star Trek Discovery assistiamo al contraccolpo emotivo subìto dall’equipaggio. La scelta di lasciare il proprio presente è stata dettata dall’altruismo ma soltanto ora, a freddo, iniziano a capire di avere a che fare con un mondo che non conoscono più e che non conosce loro, ciò porta a tormenti personali che sfociano in una sottile disgregazione dei rapporti fra membri dell’equipaggio, a poco servono i tentativi del capitano Saru (Doug Jones) di alleggerire la situazione cercando di organizzare momenti ludici, tra cui una cena coi membri della plancia che si trasforma in un’occasione di recriminazioni tra: Paul Stamets (Anthony Rapp), (colui che aziona il famigerato motore a spore che io ancora non digerisco, ma a cui gli sceneggiatori hanno dato un ruolo focale essendo che in questa nuova epoca le astronavi procedono solo a velocità d’impulso e non possono utilizzare il dilitio per raggiungere la curvatura) e il pilota Keyla Detmer (Emily Coutts). Ho trovato ingenuo il litigio fra i due, il conflitto poteva essere narrato con maggior maturità (Stamets: “Io aziono il motore a spore”. Detmer: “Io ho fatto atterrare la nave”. Va bene, pari e patta, ma mi è sembrato il litigio fra due bambini, e la scelta di utilizzare delle poesie haiku per insultare Stamets mi è parsa piuttosto macchinosa).
Anche la scelta di Saru di far vedere all’equipaggio un film di Buster Keaton, per rilassarsi, l’ho trovata surreale perché io dubito che a persone del ventiduesimo secolo possa sembrare divertente la comicità del 1920. Insomma, tutto è possibile ma ho sperimentato di persona, per esempio, come una pietra miliare quale la vecchia trilogia di Star Wars apparisse, ai miei alunni adolescenti, estremamente noiosa e apprezzassero maggiormente quella girata anche solo vent’anni dopo. Non oso immaginare con film vecchi di millenni.
Comunque, dopo aver elencato le cose che non mi hanno convinta, dichiaro invece che l’avventura di Michael (Sonequa Martin-Green) e Adira (Blu Del Barrio) sul pianeta dei Trill è stata molto interessante. Questo popolo alieno è ben conosciuto dai trekker, grazie alla serie di Deep Space Nine, dove uno dei personaggi principali, Jadzia Dax (Terry Farrell) era appunto una trill unita a un simbionte.
Il personaggio di Adira è umano e non ricorda come sia stata unita a un simbionte, tale blocco le impedisce di accedere ai ricordi del simbionte (creatura senziente che reca dentro sé le memorie di tutti i precedenti ospiti). Adira è in possesso dei ricordi di un ammiraglio della Flotta Stellare, fondamentali per cercare la Federazione terrestre, di cui si sono perse le tracce in questo secolo.
Gli effetti speciali nel mondo alieno sono ipnotici, scopriamo che al di sotto delle vasche sacre trill, già viste in Deep Space Nine, esiste un altro luogo nel quale il simbionte può materializzare i ricordi.
Ho adorato la parte romantica della puntata, quando Adira ricorda il suo ragazzo (stiamo parlando di due adolescenti) e sono rimasta piacevolmente sorpresa dal finale, in cui l’amato fa la sua ricomparsa anche se è tecnicamente morto, aspetto di vedere come gli sceneggiatori svilupperanno questa relazione amorosa.
Effetti speciali, come sempre, a livelli cinematografici.
Lunga vita e prosperità!