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Recensione: “Squali al tempo dei salvatori” di Kawai Strong Washburn

TITOLO: Squali al tempo dei salvatori

AUTORE: Kawai Strong Washburn

EDITORE: Edizioni e/o

GENERE: Romanzo famigliare

DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 Gennaio 2021

I genitori di Nainoa si sono amati nel buio della valle di Waipi’o e al calare della notte hanno visto gli antichi spiriti delle Hawaii in marcia con le loro fiaccole. È questo il momento magico in cui è stato concepito Nainoa, un bambino prodigioso, che fin da piccolo mostra di avere degli strani doni: Nainoa che sogna sogni impossibili, Nainoa che cade dalla nave in mezzo agli squali e viene miracolosamente tratto in salvo, Nainoa che guarisce un amico ferito, Nainoa che suona perfettamente l’ukulele. Segni che dicono che il destino di questo ragazzo è quello di riscattare i genitori dall’estrema povertà e dalla sfortuna che li perseguita, e di salvare forse il loro mondo intero – quelle Hawaii che l’avanzata spietata del capitalismo americano sta distruggendo economicamente e culturalmente. Segni che mettono in ombra i fratelli di Nainoa, Dean e Kaui, che pur avendo i propri grandi talenti e ambizioni, devono fare i conti col fatto di non essere i prescelti. Ma questa missione è così gravosa per un ragazzo che presto Nainoa e i suoi cari cominceranno ad avere paura.

 

Hawaii. Questa parola ci fa pensare a spiagge meravigliose, al mare, ai surfisti e alla barriera corallina. Ma le Hawaii non sono solo il paradiso dei turisti che siamo abituati a immaginare: sono fatte di ingiustizie, di povertà e di persone che lottano per sopravvivere. Sono il luogo in cui questo romanzo familiare ha inizio, intrecciando la realtà con le credenze magiche e la spiritualità.

La vita della famiglia Flores che ci viene qui raccontata, è impregnata di tali elementi fantastici fin dalle prime pagine in cui il concepimento di Nainoa avviene alla presenza degli spiriti. Ma sarà la “storia degli squali” che renderà evidente che Noa ha qualcosa di speciale. Da allora ritroveremo il realismo magico in tutta la narrazione: esso accompagnerà il percorso dei Flores verso una sorta di salvezza, li seguirà nella loro ricerca persino quando li porterà sul continente americano.

Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è molto diretto, a volte volgare; non viene abbellito con metafore inutili: ci viene raccontata la cruda realtà così com’è con i suoi lati positivi e negativi, i momenti di violenza e quelli d’amore. Tale schiettezza è ancora più evidente confrontata con il realismo magico che, invece, viene presentato in modo quasi sfumato, un manto di nebbia che avvolge le vicende e ci conforta.

La storia non segue un andamento lineare, ci sono diversi flashback, salti temporali e alcuni rimandi ad avvenimenti futuri, seppure questi ultimi sono appena accennati. Sono i membri della famiglia stessa a raccontarci ciò che avviene di volta in volta usando le loro parole e mostrandoci il loro punto di vista. Ogni personaggio ci viene, così, presentato non solo tramite le descrizioni degli altri Flores, ma anche attraverso i propri pensieri e decisioni.

Lo scrittore è molto bravo a renderli unici, cambiando lo stile e il registro utilizzato in ciascun capitolo. Conosciamo Malia, una madre che scopre che uno dei suoi figli ha un dono e si immagina per lui un grande destino; Nainoa, il prediletto, che cerca di capire chi è e qual è il suo scopo; Kaui, l’unica femmina che si sente ignorata e, a volte, colpevolizzata dalla madre, ma cerca di reagire; Dean, il primogenito geloso del fratello, che vuole essere un supporto per la famiglia a ogni costo; Augie, il padre allegro e ricco di battute di spirito, che ci racconterà il finale di questa storia.

Mi sono immedesimata molto con alcuni di loro, sia con Nainoa che sente su di sé la pressione delle aspettative altrui sia con Dean e Kaui che devono confrontarsi con un fratello speciale. Non è facile per Noa vivere con il fardello di una grande responsabilità sulle spalle, a volte si sente schiacciato da questo peso e cerca con tutto sé stesso di esserne all’altezza. Si avverte spesso la sua solitudine e suoi continui sforzi per esprimere il suo potenziale. Gli altri due, dall’altra parte, soffrono ogni volta che le prime parole dei genitori sono “Hai sentito Noa? Come sta Noa?”. Si sentono invisibili, poco considerati e ciò li spinge ancora di più a lottare per emergere in qualunque modo possibile, anche se, a volte, non ottengono l’attenzione sperata.

Onestamente ho faticato a leggere questo libro perché l’ho trovato molto malinconico, impregnato dalle difficoltà della vita. Fin dalle prime pagine ho avuto la costante sensazione che gli eventi stessero scivolando lentamente verso il baratro, come una pallina su un piano inclinato. Persino quando andava tutto bene, questa sensazione non mi ha abbandonato e mi ha accompagnata per tutto il tempo.

È stato proprio il finale a sorprendermi maggiormente e a lasciarmi una sensazione dolce-amara, facendomi commuovere fino alle lacrime (non è la prima volta che piango per un libro e sappiate che non sarà l’ultima). Sono riuscita a capire l’importanza che le credenze magiche hanno non solo per la salvezza di questa famiglia, ma anche per la natura che li circonda.

Consiglio questo libro a chi non ha paura di vedere la realtà così com’è, senza abbellimenti, a chi non teme di commuoversi e soprattutto a chi ha voglia di riconciliarsi con la magia che ci circonda.

 

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StaffRFS

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