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Recensione Serie Tv: Will e Grace – Episodio 10×07 “So long division”

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Progetto grafico a cura di Francesca Poggi

Grace è frustrata e arrabbiata con Noah perché non vuole ancora farle incontrare sua figlia. Dopo aver parlato con Will, si convince a non esagerare e va nell’appartamento di Noah per cercare una riappacificazione. Lì si imbatte proprio in sua figlia, Katie, che inizialmente la scambia per la sua insegnante di matematica, Kimiko. Katie è entusiasta di incontrare Grace perché la rossa rende suo padre molto felice. Le mie previsioni sulla figlia che si sarebbe opposta alla relazione si rivelano infondate, per fortuna.

Noah torna a casa all’improvviso e Grace si nasconde in un armadio, ma viene scoperta subito.

L’uomo spiega finalmente le ragioni che l’hanno portato a nascondere la figlia: vuole stare con Grace’ però è preoccupato che la loro relazione possa finire. Grace controbatte che il loro rapporto non ha senso se non è vissuto con la speranza che possa andare lontano. Alla fine dell’episodio, Noah va nell’appartamento di Grace e si dice convinto che la loro storia d’amore possa durare per sempre. Questo pezzo è stato divertente, ma Noah e Grace passano ogni puntata a interrogarsi sulla loro relazione, gli autori potrebbero farli agire in altri contesti.

Nel frattempo Marilyn, la madre di Will, va a trovare il figlio dopo tanto tempo. È molto triste perché il suo amato cane, il dottor Silly, è morto, ma quello che la sconvolge di più è il fatto che Will non le stia dando il supporto emotivo di cui ha bisogno. L’intervento di Karen con il suo cane fa precipitare le cose nel delirio e nella riappacificazione finale.

La morale di questa piccola storyline è che è facile dimenticare che anche i nostri genitori hanno bisogno di noi. Dobbiamo star loro vicino e supportarli, non solo aspettarci che lo facciano loro.

La storia più assurda è come sempre quella di Jack. Jack litiga con il suo capo afro-americano perché non apprezza la storia di Abrahm Lincoln gay e non sente il bisogno di celebrare la comunità gay spesso oppressa.

La loro conversazione si tramuta in una discussione su chi è più oppresso, una persona di colore o un gay? Altre voci si uniscono al coro: musulmani, latino americani, anziani, tutti si sentono minoranze perseguitate.

Alla fine un maschio bianco eterosessuale afferma di essere sotto attacco più di qualsiasi altro gruppo in America, ma gli viene chiusa la porta in faccia. Forse è un riferimento alla politica di Trump che punta molto sul far sentire i maschi bianchi i veri minacciati per ottenere i loro voti, ma in generale fa riflettere su quanto il razzismo sia ancora attuale.

 

 

 

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StaffRFS