“Vikings” stagione 5×18 – Baldur
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Con questa puntata ci prepariamo ad arrivare alla fine di questa seconda parte di stagione che, confronto alle altre, sta diventando sempre più lenta e noiosa. I personaggi(rivoglio Rollo e Ragnar!!) sembrano aver perso di carisma, forse perché quelli che rendevano la serie appassionante sono spariti.
Per qualche motivo strano, che non ci è dato di sapere, gli sceneggiatori hanno deciso che con questa stagione era arrivato il momento di distruggere il bellissimo personaggio di Floki, ora convinto di essere un Dio e non vuole più avere a che fare con gli uomini.
Decisamente è una storyline molto brutta e triste.
Ivar, vedendo un totem che lo rappresenta deturpato, capisce che il suo popolo non lo ama, ma lo teme, si sente solo e, in un attacco di disperazione, decide di uccidere coloro che non lo stimano compresa la donna di suo fratello Hvitserk, partito secondo le imposizioni di Ivar per trovare alleati, ma determinato in realtà a spodestare il fratello dal trono del padre, anche se sembra essere destinato al primogenito di Ragnar, Bjorn.
Ubbe ultimo dei figli di Ragnar di cui non ho parlato invece sembra essere colui che nell’anima e nel comportamento sia più simile al padre: un leader nato che i guerrieri, e non solo, amano e seguono con tranquillità; un uomo fantastico e che mi auguro gli sceneggiatori non abbiano destinato una sorte triste.
Ivar la scorsa stagione mi piaceva tanto, ma in questa è diventato un pazzo, convinto della sua divinità e crudele anche se con la nascita del figlio deforme fa capire quanto in realtà sia sempre stato solo, a causa della sua infermità e così decide di uccidere il proprio figlio in un momento di umanità.
La puntata prende un attimino di ritmo al ritrovamento di Lagherta, momentaneamente impazzita e triste, che ricorda la sua vita con l’unico uomo a cui abbia veramente donato il cuore, Ragnar. Cavoli che tuffo al cuore rivedere il nostro vichingo preferito e che tristezza rivivere il momento della sua morte!
Per il resto la puntata è stata una noia mortale, vedremo come saranno le altre
Alla prossima