Sintonizzate i vostri schermi, Fenici, perché continua il nostro viaggio nella storia moderna, attraverso la carriera di Roger Alies.
Siamo nel 2008 e c’è una sola cosa da dire: Obama.
Roger non tollera il candidato e fa di tutto pur di screditarlo e affossarlo, prima in campagna elettorale e poi una volta insediato, incrinando sempre di più i rapporti tra la Rete e il nuovo Presidente, che arriva a rifiutare un incontro con Roger, offendendolo irrimediabilmente. Questo divide ancora di più il nostro protagonista dal suo “mecenate” Rupert Murdoch, che continua a negargli il pieno controllo editoriale di Fox News.
Nel 2009, invece, vediamo maggiormente il privato di Roger, che sembra iniziare a perdere il controllo che esercita sulle donne, in particolare Laurie, che ormai distrutta dalle attenzioni dell’uomo arriva a procurargli una “sostituta” per potersi liberare.
Obama insiste nel colpire Fox News e arriva a dichiarare che il canale ha come unico scopo attaccare la sua amministrazione; Roger contrattacca dando spazio a Donald Trump e alle sue teorie sulla nazionalità del Presidente e sulla sua presunta illegittimità.
Inutile dire che in tutta questa overdose di storia recente e altarini, Russel Crowe spicca in un modo indescrivibile: la sua bravura nel trasformarsi nel viscido Roger è innegabile.
Viscido, ecco. Si vede di più il suo comportamento nei confronti delle donne, che nei primi episodi era appena accennato e ora invece sta iniziando a diventare sempre più aggressivo e spregiudicato; non parliamo di molestie, ma di veri e propri abusi, con Laurie che viene fatta pedinare e rinchiusa “per la sua stessa sicurezza”.
Non è più un porco sessista, ora è uno stupratore che però mantiene in piedi una facciata pulita, nella quale elogia la bravura e le competenze della moglie.
Insomma, se avete voglia di digrignare i denti e arrabbiarvi davvero tanto, Roger non vi deluderà: ogni episodio ci avvicina un po’ alla sua morte, mostrata (con mio grande sollievo) nei primi minuti della première.
Crepa, Roger… Crepa.