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Amanti delle serie in costume, a me!
Eccomi a parlarvi della nuovissima uscita dell’HBO in stile regency che sta facendo discutere di sé. Alcuni pensano sia solamente una copia rivisitata della famosissima Downton Abbey, divenuta così famosa che ogni produzione in costume ci farà scattare il paragone.
The Gilded Age è ambientata nella New York di fine ottocento invasa, come direbbe una dei protagonisti, dai nuovi ricchi. Gente modesta che, grazie agli investimenti, al petrolio, o alla fortuna, ha fatto i soldi e ora si sente in diritto di occupare i salotti più rinomati della città.
Ovviamente chi ha sangue nobile non tollera di riceverli e non accetta gli inviti a presenziare agli eventi da loro organizzati; non importa quanto tu sia ricco, se non hai le conoscenze giuste, rimarrai un emarginato della società. Ed è proprio quanto accade a George e Bertha Russell. Lui ha fatto fortuna con le ferrovie e ora detiene più di metà delle stazioni del paese; è un uomo potente, con una moglie ambiziosa che punta a imporsi nella società newyorkese, ma che presto dovrà rendersi conto di quanto ciò sia difficile.
La protagonista è Marian Brook, figlia di un nobiluomo che ha sperperato tutta la sua ricchezza in vita e che non le ha lasciato nulla. Rimasta nubile, l’unica soluzione per lei è lasciare il paese di periferia in cui vive per trasferirsi dalle zie, Agnes e Ada, a New York. La prima, Agnes Van Rhijn, è una delle due donne più influenti della città, senza il suo consenso nessuno entra nell’élite; pragmatica e determinata, ha il carattere necessario per gestire tutti i problemi che le si presentano e difende la sorella, che grazie a lei non deve sposarsi per mantenere la vita agiata a cui è abituata.
Marian è bella e intelligente, un po’ contraria ai modi talvolta crudeli della società verso alcuni di loro, ma dal cuore grande, che spesso le causa guai, facendole seguire i sentimenti. In una situazione difficile incontra Peggy Scott, giovane afroamericana che l’aiuta, e stringono immediatamente amicizia, tanto che verrà assunta dalla zia Agnes come segretaria personale.
Come dicevo, la serie racconta l’avventura di Marian a New York; una città dalle regole rigide e delicate, troppo antiche in un mondo che sta cambiando, tanto da faticare a trovare il loro posto in questa nuova società in cui il sangue non è tutto, ma i soldi sì.
La giovane incontrerà tante persone, riuscendo a conquistare tutti con la sua purezza, compreso un giovane avvocato appena arrivato, che Agnes non approva, sostenendo sia solamente un arrampicatore sociale.
La zia ha un senso sviluppato per smascherare gli uomini che puntano solo ai benefici che possono trarre da una donna di buona famiglia; infatti anni prima aveva salvato la sorella da un matrimonio apparentemente d’amore, ma in cui esisteva solo l’inganno.
Qualche riga deve essere per forza dedicata a Bertha e George Russell, che sono un diamante raro, un marito e una moglie che si amano intensamente; mi hanno trasmesso un’infinita dolcezza e li ho davvero adorati.
Bertha dimostrerà la sua caparbietà e farà in modo di imporsi con l’astuzia nella società newyorkese; è la determinazione fatta in persona. Mi sono spesso trovata a pensare che in una situazione simile io avrei lasciato la morsa, ma a quanto pare lei sa quello che fa e, in qualche modo, diventa subito un personaggio principale in poco. Cosa pagherei per vedere dal vivo certe scene!
Mille intrighi e storie si svolgeranno sotto i nostri occhi, con tanto di cura nei costumi, che spesso vengono usati in più scene evitando sprechi e costi inutili; ho apprezzato il riutilizzo di un bel vestito.
I retroscena delle vite del personale delle due case principali, Van Rhijn e Russell, mi hanno affascinata e conquistata, facendomi affezionare ai personaggi e incuriosendomi molto.
Mi è piaciuta parecchio questa serie, con i suoi protagonisti complessi e articolati che non possono non catturare l’attenzione del pubblico.
Di certo aspetterò la seconda stagione di cui già si parla!
