
Progetto grafico a cura di Teresa
Eccoci arrivati all’ottava puntata della serie di un franchising, quello di Star Trek, dalla lunga vita e prosperità.
Ricordo che la storia è ambientata anni dopo gli avvenimenti narrati nel film Star Trek Nemesis, dopo l’esplosione dell’astronave romulana Scimitar, l’ammiraglio Jean-Luc Picard è in pensione forzata e vive in una splendida tenuta vinicola in Francia, questo finché non trova una nuova ragione per combattere in prima linea, dopo la delusione che gli è stata inferta dalla Flotta Stellare, andando in aiuto delle “figlie” di Data, androidi perfette costruite utilizzando la traccia neurale del compianto comandante.
In questa puntata, dopo che l’azione è finalmente decollata, stiamo giungendo alla resa dei conti e ce ne accorgiamo perché non dobbiamo più elemosinare nulla, non c’è frustrazione, ci viene narrato il mistero che sta alla base della Zhat Vash romulana, la domanda che ci siamo posti dalla prima puntata, da quando la sorella di Soji, Naji, è stata eliminata: perché la Zhat Vash è così implacabile nello scovare ed eliminare le forme di vita artificiali?
Non voglio raccontare i dettagli per evitare di fare spoiler ma vi assicuro che in questo episodio ci viene mostrato, attraverso un flashback, perché l’ammiraglio della Flotta Stellare sia così risoluta e abbia coinvolto, suo malgrado, la dottoressa Agnes Jurati.
La trama si sviluppa su tre livelli: il flashback ci porta in un sistema solare artificiale, che ha ben otto Soli e un solo pianeta, sul quale si trova un Ammonimento, un manufatto tecnologico che contiene un messaggio per le generazioni future, capace di far impazzire chi lo scopre, messaggio che ha scatenato l’odio dei romulani verso gli androidi.
Tornando nel presente, il secondo livello della trama si svolge a bordo dell’astronave su cui Picard e Soji salgono dopo la breve sosta sul pianeta Nepenthe della scorsa puntata.
Il terzo livello è sul cubo borg, dove Elnor, il nuovo personaggio che apprezzo maggiormente, perso Tug si ritrova a combattere da solo cercando di salvare gli ex borg e i borg in stasi, fino all’arrivo inaspettato di un personaggio che pensavamo avesse fatto solo un cameo e che, invece, ricompare e assume, per un momento, la figura della regina borg.
Ho trovato divertente la scena in cui i personaggi olografici a bordo dell’astronave sono tutti copie del capitano Rios, ognuno con una personalità diversa e, interrogando loro, Raffi cerca di capire perché il suo amico sia stato così turbato alla vista di Soji.
Anche questo mistero non ci viene centellinato, pare che in questo episodio ogni mistero possa trovare immediata risoluzione senza frustrazione, svelandoci questo ci viene anche rivelato il passato di Rios, il perché abbia lasciato la Flotta per diventare un avventuriero.
Tali rivelazioni appaiono fin troppo serrate, se paragonate ai primi episodi molto lenti coi quali siamo stati introdotti nella storia e nei nuovi personaggi.
Forse per renderci più chiaro il quadro in vista della prossima puntata, in cui probabilmente ci sarà lo scontro sul pianeta degli androidi e si scoprirà se la tanto temuta profezia corrisponda o no alla verità.
Picard non sembra nutrire dubbi sul fatto che l’Ammonimento non possa influenzare il futuro, e noi ci affidiamo allo spirito della serie, in cui il bene trionfa, l’amicizia e la fedeltà sono valori supremi e le buone azioni danno sempre frutti positivi.
Lunga vita e prosperità!