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Recensione Serie Tv: Star Trek Picard – 1×06 – “The Impossible Box (La Scatola Impossibile)”

Progetto grafico a cura di Teresa

Eccoci giunti alla sesta puntata della serie di un franchising, quello di Star Trek, dalla lunga vita e prosperità.

Ricordo che la storia è ambientata anni dopo gli avvenimenti narrati nel film Star Trek Nemesis, dopo l’esplosione dell’astronave romulana Scimitar, l’ammiraglio Jean-Luc Picard è in pensione forzata e vive in una splendida tenuta vinicola in Francia, questo finché non trova una nuova ragione per combattere in prima linea, dopo la delusione che gli è stata inferta dalla Flotta Stellare, andando in aiuto delle “figlie” di Data.

In questa puntata l’azione decolla, dopo una serie di episodi in cui la scena e i personaggi sono stati costruiti lentamente.

Alla fine della scorsa puntata abbiamo assistito al colpo di scena in cui un personaggio, che pareva il più candido, si rivela invece animato da intenzioni oscure, causando coscientemente la morte del dottor Maddox (lo scienziato che, utilizzando l’impronta neurale di Data, androide unico nel suo genere, ha creato Soji e Daji, due androidi che non hanno conoscenza della propria vera natura).

Gli sforzi dei personaggi per raggiungere Stardust City e liberare Maddox non sono del tutto vani, perché Picard riesce a scoprire, dallo scienziato, che Soji si trova su L’Artefatto, un cubo Borg scollegato dalla Comunità e studiato ora dai Romulani.

Una piccola pecca che si sta delineando andando avanti, è che gli sceneggiatori stanno dando troppo per scontato che il pubblico sia composto solo da trekker, tra l’altro trekker con la memoria fresca, anch’io che sono una grande fan ho avuto un attimo di smarrimento quando ho visto il personaggio di Hugh, ex borg riconvertito, e ho poi collegato il personaggio con uno visto nella serie The Next Generation, ovviamente un personaggio comparsa, non uno dei fissi della serie.

Penso che si sarebbe potuta chiarire qualche situazione, sia per i fan dalla memoria corta, sia soprattutto per il pubblico nuovo, che si sta perdendo alcune sfumature.

Un momento di maggior chiarezza lo abbiamo quando Jean-Luc sale a bordo, finalmente, del cubo borg riconvertito, l’ultima volta che c’era stato non era una decisione volontaria e la puntata era finita con un cliffhanger che recitava: Io sono Locutus di Borg, la resistenza è inutile.

Picard ha dei flashback del passato, che aiutano il pubblico a capire quali siano le emozioni, le paure, che ancora si celano nell’animo del capitano (ammiraglio in pensione, ma per noi trekker sarà sempre capitano).

La storia tra Narek e Soji mi ha disorientata, perché mi aspettavo che Narek si fosse veramente innamorato della ragazza androide. Lo sembra, anche perché le rivela il suo vero nome (i Romulani hanno un nome, vero, per le persone a cui vogliono bene, e uno, falso, per tutti gli altri). Ma poi, ottenute le indicazioni per trovare il pianeta in cui la Tal-Shiar pensa vi siano molti altri androidi, la imprigiona e la lascia in balia della scatola impossibile che dà il titolo alla puntata, che contiene un dispositivo radioattivo.

La Soji androide, che ha appena scoperto di non essere più vecchia di 37 mesi, si attiva e riesce a fuggire, intercettata da Picard, i due riescono a scappare grazie all’aiuto di Hugh, e di Elnor, la guardia di Picard, la cui fine non è certa e che io spero vivamente di rivedere perché è uno dei nuovi personaggi che mi piace maggiormente.

Attendiamo con ansia il prossimo episodio, siamo stati catapultati nel pieno dell’azione e vogliamo che tutti i nodi vengano al pettine.

Lunga vita e prosperità!

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StaffRFS

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