
Progetto grafico a cura di Teresa
Eccoci arrivati alla quarta puntata della serie, nuova di zecca, di un franchising, quello di Star Trek, dalla lunga vita e prosperità, citando il famoso Spock.
Ricordo che la storia è ambientata anni dopo gli avvenimenti narrati nel film Star Trek Nemesis, dopo l’esplosione dell’astronave romulana Scimitar, l’ammiraglio Jean-Luc Picard è in pensione forzata e vive in una splendida tenuta vinicola in Francia, questo, almeno, finché non trova una nuova ragione per combattere in prima linea, dopo la delusione che gli è stata inferta dalla Flotta Stellare.
Nello scorso episodio lo abbiamo visto salire, finalmente, a bordo di un’astronave e comandare il mitico: engage! Accompagnato da un equipaggio ben lontano da quelli a cui eravamo abituati, più una sorta di variopinta miscellanea di individui, che hanno deciso di seguire Picard ognuno per un differente motivo.
In questa puntata può sembrare che l’azione non decolli, ma io sto apprezzando il tempo che gli sceneggiatori si stanno prendendo per approfondire i vari personaggi, anche perché rischiano di essere messi in ombra dalla grandezza del personaggio di Picard stesso.
Personalmente sono affezionata al ritmo narrativo originario, sono cresciuta macinando stagioni di varie serie trekkiane, quando ogni puntata aveva una storia autoconclusiva ma, allo stesso tempo, ogni volta veniva aggiunto un pezzetto di conoscenza dei personaggi, delle sottotrame. M’infastidisce il ritmo da fast food di questi tempi, un pubblico abituato a prodotti da consumare velocemente e con effetti visivi che troppo spesso celano una povertà nella trama, pecca che infatti avevo riscontrato in Star Trek Discovery, dagli effetti speciali a livelli cinematografici ma spogliata, a mio avviso, dell’anima che Gene Roddenberry aveva infuso nella propria creazione, defraudata del suo aspetto di filosofia di vita.
Sto amando rivedere Picard, un personaggio puro, coi suoi limiti e difetti ma sempre capace di discernere il bene dal male, che torna in campo per una missione, probabilmente l’ultima, consapevole di essere invecchiato, di avere bisogno di aiuto, ma animato dal suo senso della giustizia che va oltre al regolamento della Flotta Stellare, riprendendo l’amato motto del primo capitano, James T. Kirk, col suo famoso: Al diavolo il regolamento!
È un Picard leggermente diverso quello che abbiamo trovato adesso, gli anni e, soprattutto, gli avvenimenti, lo hanno mutato, ma non nel profondo: un trekker se ne può rendere conto anche solo guardando la scena, ambientata in flashback sul pianeta Vashti (dove Jean-Luc aveva aiutato migliaia di romulani a rifugiarsi), di un Picard che gioca con un bambino, Elnor, legge con lui I Tre Moschettieri di Dumas, e gli insegna a duellare.
Tutti i trekker hanno ben presente l’espressione del capitano Picard quando in scena compariva il giovanissimo Wesley, in The Next Generation.
La scena con Elnor è intensa, e il confronto con il bambino ormai diventato un ragazzo che si è sentito abbandonato, è amaro.
La storia di questo episodio si concentra soprattutto sul pianeta Vashti, nel passato e nel presente. Quando l’astronave riparte, Elnor, diventato un valente combattente di una casta religiosa guerriera votata alle cause perse, quella delle Qowat Milat, (in cui lui era l’unico maschio) ha accettato di seguire Picard.
L’altra linea narrativa prosegue snodandosi sul cubo Borg rivendicato dai Romulani. Soji continua a mostrarsi ignara della sua vera identità e continua a cercare delle risposte, manipolata dal bel romulano Narek, appartenente alla Tal Shiar, che ancora non abbiamo capito se stia totalmente mentendo o se, sotto sotto, non stia per abbandonare il lato oscuro.
Credo che lo scopriremo nella prossima puntata, visto che al bel Narek viene dato un ultimatum dalla sorella, in una scena che mi ha dato la sensazione che fosse, da parte di lei, vagamente incestuosa.
La scena nello spazio si conclude, invece, con un combattimento e la comparsa, a bordo, di un amatissimo personaggio conosciuto in Vojager.
Da menzionare il regista di questo episodio: Jonathan Frakes, il noto Comandante Riker, detto Numero Uno, in The Next Generation.
Lunga vita e prosperità!