
Progetto grafico a cura di Teresa
Eccoci arrivati alla seconda puntata di questa nuova serie del franchising Star Trek che promette già benissimo, i fan sono entusiasti, faccio parte di vari gruppi di trekker e devo dire che, finora, Picard sta raccogliendo grandi consensi e non sta affatto spaccando il pubblico come invece è accaduto con Discovery.
Ricordo che la storia è ambientata circa vent’anni dopo gli avvenimenti narrati nel film Star Trek Nemesis, dopo l’esplosione dell’astronave romulana Scimitar. La serie promette fin dall’inizio di colmare una lacuna temporale, ci narra che cosa sia accaduto quando abbiamo lasciato l’equipaggio tanto amato in The Next Generation. Apprendiamo che l’ammiraglio Picard si è dimesso dalla Flotta Stellare, perché in profondo disaccordo con la decisione di abbandonare i Romulani al proprio destino in seguito all’esplosione del loro pianeta natio Romulus, in quel momento le colonie terrestri su Marte erano state attaccate da androidi ribelli e le forze della Federazione si erano concentrate lì.
È un Picard in pensione quello che troviamo nel primo episodio, che coltiva viti in una splendida tenuta francese, assistito dai due amici romulani Laris e Zhaban. Ma l’uomo che è stato è ancora lì, sotto gli anni trascorsi, pronto a rimettersi in gioco, a tornare nel mondo oltre la palla di vetro che si è creato a La Barre.
La cosa che mi è apparsa chiara nel primo episodio, è che la storia, come suggerisce anche il titolo, non sarà centrata sulla nave spaziale Enterprise, come nelle altre serie (a parte Vojager, ambientata sull’astronave omonima; e Deep Space Nine, ambientata sulla stazione orbitante omonima). Tutte le serie, finora, comunque, sono state centrate su un equipaggio o, nel caso di Deep Space Nine, sui membri della stazione e sui loro ospiti, storie corali, autoconclusive.
Picard è centrata invece sul personaggio, un grande personaggio, carismatico, uno di quelli maggiormente amati in tutta la saga e, la storia, si è già intuito, sarà a lungo termine, ogni episodio aggiungerà dettagli.
In questa nuova puntata, continua la ricerca da parte di Jean-Luc Picard, per svelare il mistero legato alla fgura di Daji, che sembra essere fortemente collegata a Data, androide unico nel suo genere, membro della Flotta Stellare, grande amico del capitano, sacrificatosi durante Nemesis.
Affascinante la figura di Soji, sorella gemella di Daji. Il mito dei gemelli, del doppelgänger, ha affascinato intere generazioni e mantiene intatto lo stesso fascino. Talentuosa l’attrice Isa Briones, che interpreta entrambe le parti.
Il mistero riguardo al Cubo Borg, che non avevo citato nella prima recensione per non rischiare di spoilerare un finale da cardiopalma, inizia a venirci chiarito, e si aggiungono nuovi personaggi che ci fanno capire che i nemici romulani stanno bramando qualcosa di terribile, timore che non viene accolto dalla Flotta Stellare quando Picard tenta di metterli in guardia.
Picard è solo, non più a capo di un’astronave, ma è proprio di una nave stellare e di un equipaggio che ha bisogno per scovare Soji ed evitare che venga distrutta come la sorella Daji.
Confido che Jean-Luc troverà comunque il modo di appropriarsi di un’astronave, magari mandando al diavolo quel regolamento stellare come spesso faceva l’amato capostipite della saga, il primo capitano James T. Kirk.
Una serie assolutamente da non perdere, che ci riporta agli antichi fasti senza darci contentini, nuova e allo stesso tempo accogliente come quando si torna a casa.
Buona visione!