Home » Recensioni: serie TV e Film » Recensione Serie TV: Outlander 3×02 Surrender

Recensione Serie TV: Outlander 3×02 Surrender

Ed eccoci alla recensione della seconda puntata che, come la scorsa, si alterna tra passato e quasi presente.

Nel passato sono trascorsi sei anni dalla battaglia di Culloden, siamo infatti nel 1752, anni che gli autori non ci hanno mostrato, ma considerando le condizioni in cui ritroviamo il nostro Jamie, è più che scontato che non sia accaduto niente di eclatante, tranne il suo sprofondare sempre di più nell’apatia e nell’isolamento.

Nel ventesimo secolo, invece, sono passati solo alcuni mesi; lo si deduce dalla crescita pressoché nulla di Brianna.

Senza ombra di dubbio questo episodio vede Jamie protagonista; la persona che ci ritroviamo davanti è del tutto irriconoscibile, non solo nell’aspetto trasandato, ma anche nello spirito. Quello che vediamo in questa puntata è solo un eco dell’Highlander che conoscevamo. Vive da solo in una grotta vicino Lallybroch dove osserva e aspetta.

Jamie era sicuro di non sopravvivere alla ribellione, e di riuscire così ad evitare il dolore della perdita sia di Claire, che della figlia che non avrebbe mai conosciuto, ma il destino aveva altri piani per lui (meglio per noi!). Un soldato delle giubbe rosse lo riconosce come colui che ha salvato il fratello, e per rispettare la promessa d’onore fatta a quest’ultimo, lo salva dalla fucilazione mandandolo a casa.

Una casa in cui non vive realmente, la osserva da lontano per evitare di mettere ulteriormente nei guai la sua famiglia; tutto questo fino alla nascita del bimbo di Jenny. Sembra un momento tranquillo, ma la situazione precipita velocemente con il sopraggiungere delle giubbe rosse, attirate da un comportamento ingenuo da parte Fergus, e per un soffio non riescono a trovare Jamie.

A salvare la situazione è Mary Mcnab, vedova con un figlio, che si trova a Lallybroch per aiutare e per farsi aiutare.

Il nostro Red Jamie, oggi Cappello Grigio (che usa per nascondere i capelli rossi), sembra davvero non riuscire a riprendersi, cosa che anche la sorella Jenny gli fa notare, sottolineando che è riuscita benissimo a mentire alle giubbe rosse perché il vero James Fraser non si fa vedere da molto tempo in quella casa:

“Sai perché riesco a mentire così bene agli inglesi? perché non sto mentendo. È da tanto che James Fraser non si fa vedere da queste parti”

Andando avanti con la puntata troviamo Fergus, l’orfano che Jamie e Clair avevano praticamente adottato in Francia, che nel tentativo di allontanare le giubbe rosse dal nascondiglio di Jamie le provoca eccessivamente, vedendosi mozzare la mano da un soldato. Jamie, che assiste a tutta la scena, è palesemente combattuto, non sapendo se correre in aiuto o restare dove si trova per non rischiare di far precipitare la situazione; il fatto che lui sia proprio lì vicino salva la vita a Fergus, che viene portato subito a Lallybroch.

Veramente toccante la scena del suo pianto tra le braccia di Jenny quando scopre che Fergus è salvo.

Riflessione assolutamente personale: ma solo io ho trovato assolutamente non credibile il fatto che un ragazzino a cui viene tagliata una mano, non faccia un verso? Non emette alcun suono, addirittura poco dopo, parlando con Jamie, è assolutamente lucido (e anche un tantino opportunista). Sarà il XVIII secolo, ma il dolore è dolore, e un po’ d’alcool non può lenirlo, ma…

Meravigliosa e terribile l’analogia di Ian sul dolore dell’arto fantasma; come lui e Fergus, che hanno perso un arto, anche lo stesso Jaime ne ha perso uno, quello più importante, il cuore (qui le mie cataratte si sono aperte).

Tutto questo serviva, se non per farlo ritornare in sé, per lo meno ad accendere in lui una scintilla; le continue incursioni delle giubbe rosse con i conseguenti arresti di Ian e l’incidente di Fergus lo portano a prendere la decisione di costituirsi. Prima di farlo lo troviamo nella sua grotta dove viene raggiunto da Mary, che gli si offre più che su un piatto d’argento; ingenuamente pensavo che non avrebbe ceduto ma… sicuramente non è stato amore e non è stato sesso, anzi, osservando meglio è stata una scena tristissima. Credo si sia trattato solo di due persone con un bagaglio di dolore troppo grande, che per un attimo si sono concesse di condividerlo.

Jamie convince Jenny a chiamare i soldati così da farle guadagnare i soldi della taglia sulla sua testa.

Vediamo la scena dell’arresto quasi come una liberazione per Jamie; infondo lui vive già in carcere, avere o meno delle sbarre intorno cambiano poco la sua vita.

La storyline di Claire in questo episodio è più marginale; è subito evidente quanto la sua nuova realtà le stia stretta, l’unica gioia della sua nuova/vecchia vita è la figlia.

La ritroviamo esattamente come nella scorsa puntata, incapace di lasciarsi il passato alle spalle, al punto da continuare a vedere sempre e ovunque Jamie e, cosa assai strana, sempre nudo (ci dispiace? Anche no)

Certo è che se guardassimo la stessa cosa in parallelo, farebbe un certo effetto: Jamie, nel suo tempo, quando pensa a lei lo fa sempre in modo rispettoso, quasi con reverenza, lei invece pensa solo al sesso… questo fa sembrare lui un santo, e lei boh, non so, diciamo superficiale? ma sicuramente sono io che non ho colto qualche sfumatura.

Claire cerca in qualche modo di tornare ad essere la moglie che era un tempo, prima della Scozia, prima di Jamie, ma fallisce miseramente quando Frank si rende conto che durante il loro rapporto sono in tre, e quello di troppo è lui!

La rabbia e la frustrazione di Mr. Randall sono più che giustificate; non riesco a provare empatia per quest’uomo, che è fisicamente identico a Black Jack, ma non si può non capirlo.

I due rimangono insieme per il bene di Brianna, ma la loro dinamica familiare sembra irrimediabilmente compromessa, come ci suggerisce la scena che mostra i letti separati.

Ma Claire non è una che si arrende, e cerca qualcosa che riesca a stimolarla, a darle una spinta per riprendersi un’identità, e questo input lo trova nell’università.

Visto il suo passato come infermiera al fronte, studiare medicina sembra quasi ovvio; sicuramente visti i tempi, non avrà certo vita facile in una facoltà piena di uomini che non accettano i cambiamenti. Fortunatamente c’è un altro studente non proprio ben visto, si tratta di una new entry: facciamo la conoscenza di Joe Abernathy. Il suo essere di colore sicuramente lo colloca nella stessa posizione di Claire, il che fa presumere che potrebbe essere, se non altro, l’inizio di una bella amicizia.

Possiamo concludere dicendo che questa stagione di Outlander è sicuramente meno spettacolare delle precedenti (per ora), più che sull’azione si sta focalizzando sulle crisi interiori dei protagonisti, sulla loro solitudine. Puntata molto scarna di dialoghi, cosa assolutamente compensata dai primi piani dei protagonisti; ma è giusto così, il distacco doveva essere visto e vissuto sia dai protagonisti che da noi.

Ultima riflessione, quando Jamie nel 1752 viene ammanettato e messo sul carro, Claire a Boston camminando nel parco si imbatte in un musicista che suona una melodia irlandese… coincidenza?

Perdonatemi per questa lunghissima recensione, ma finalmente concludo e vi saluto restando in attesa del ricongiungimento più atteso della storia di Outlander!

Ciao Sassenachs alla prossima.

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]

StaffRFS