Bentrovate mie Fenici, quest’oggi cominceremo un lungo viaggio insieme, un percorso mistico che ci porterà ad esplorare le meravigliose Highlands scozzesi, la loro cultura e la loro storia, attraverso gli occhi di una donna incredibile.
E’ il 1945, la seconda guerra mondiale si è ormai conclusa e molti reduci di guerra tornano a casa, portando con sé i ricordi degli orrori vissuti e delle privazioni subite durante il conflitto. Claire Randall, che operava come medico al fronte, vive un periodo di ricollocamento psicologico, tormentata dalle immagini di coloro che non sono riusciti a sopravvivere; ed è contemplando una vetrina, con il desiderio di comprare un vaso, che realizza di non aver mai avuto la possibilità di fare una cosa apparentemente così semplice, proprio per la mancanza di opportunità di mettere veramente radici in qualche luogo. Il ricongiungimento con suo marito Frank, in apparenza felice, lascia trasparire la difficoltà che hanno entrambi a trovare una nuova intimità; per questo decidono di fare una seconda luna di miele, un viaggio che li porterà alla città di Inverness, nelle Highlands scozzesi, dove il destino di Claire si compirà.
Il viaggio è un’occasione per Frank di fare delle ricerche per ricostruire il suo albero genealogico considerando che la sua famiglia è originaria di questo territorio. Nel frattempo sua moglie, appassionata d’erboristeria, esplora i boschi intorno alla città alla ricerca di piante rare. Ed è dopo un antico rito pagano, avvenuto sulla collina di Craigh Na Dun, all’interno di un cerchio di pietre, che gli eventi precipiteranno. Claire, raggiunto il sito dopo il rituale, toccherà con una mano la struttura lì presente, che, come d’incanto, la porterà indietro nel tempo, nel XVIII secolo.
Ritrovatasi nel passato, incontrerà l’antenato di suo marito, che, con suo orrore, si rivelerà una persona orribile, un uomo violento, rissoso e prepotente. Stava per essere violentata proprio da lui, quando dei guerrieri locali la salveranno, ma solo per farla a loro volta prigioniera. Dalla padella nella brace, Claire cercherà in tutti i modi di trarsi d’impaccio, ma senza riuscirci. Disorientata e impaurita, cerca di capire cosa è in realtà accaduto. Sarà grazie alle cure fornite a uno di loro che riuscirà ad evitare di fare una misera fine. Nel frattempo, viene portata lontano dal luogo dell’incantesimo, complicandosi così ulteriormente la situazione.
Una serie entusiasmante, nella quale amore e misticismo si fondono insieme, creando una chimica unica. L’immagine di Claire davanti alla vetrina, nell’atto di fissare il vaso, mette in risalto il concetto di eterno presente in cui ognuno di noi vive. Il passato è trascorso, il futuro deve arrivare, solo il presente è gestibile e modificabile. Attraverso di esso noi plasmiamo il nostro destino. Così Claire comincia il suo lungo viaggio, che la porterà a scoprire su di sé più cose di quante avrebbe mai potuto immaginare.
Il suo passaggio la costringe a guardarsi dentro, mettendo in luce chi è lei veramente ed è questo che mi è piaciuto molto. Si riesce a percepire il suo tormento interiore e il suo essere persa, che non è solo riferito alla situazione pratica, ma anche a quella psicologica. Credo di considerare mirabile l’interpretazione data dall’attrice nel portare in scena situazioni e stati d’animo. Una donna al di fuori del comune, che si sa ricreare in tutte le circostanze.
Pollice in su anche per la colonna sonora composta da musiche meravigliose, tipiche della tradizione celtica.
Anche per oggi abbiamo concluso, a presto mie Fenici.