Home » Recensioni: serie TV e Film » Recensione serie TV: Mrs America – Episodio 1 “Phyllis”, 2 “Gloria”, 3 “Shirley”, 4 “Betty”

Recensione serie TV: Mrs America – Episodio 1 “Phyllis”, 2 “Gloria”, 3 “Shirley”, 4 “Betty”

Progetto grafico a cura di Teresa

Genere: Drama

Creato da Dahvi Waller

Cast: Cate Blanchett, Rose Byrne, Uzo Aduba, Elizabeth Banks, Kayli Carter, Ari Graynor, Melanie Lynskey, Margo Martindale, John Slattery.

Numero degli episodi: 9

Produttori esecutivi: Stacey Sher, Cate Blanchett, Ryan Fleck

Durata episodi: 43–50 minuti

In onda su Hulu

Primo episodio: 15 aprile 2020

Mie care fenici, devo ammettere che mi sono avvicinata a questa serie quasi esclusivamente per la presenza della DEA, la mia Cate Blanchett, di cui mi sono innamorata pazzamente quando indossava le candide vesti e l’algido sorriso di Lady Galadriel e della quale cerco di seguire tutte le splendide performance.

Lei è una delle protagoniste di Mrs America, serie composta da nove episodi che racconta parte della lotta per la ratifica dell’ERA ovvero l’emendamento alla Costituzione Americana sulla parità dei diritti in entrambi i sessi. Oltre al movimento femminista, promotore dell’ERA viene raccontata la nascita dell’opposta fazione, lo STOP-ERA ideato e condotto da una donna conservatrice di nome Phyllis Schlafly (la Blanchett).

Una serie sulle donne, interpretata quasi esclusivamente da donne, in cui i pochi uomini fanno da contorno. Ogni episodio, per il momento ne sono stati trasmessi quattro, porta il nome di una delle protagoniste, in particolare il primo: Phyllis, il secondo di Gloria (Steiner), la leader del movimento femminista, il terzo di Shirley (Chisholm), la prima donna di colore a candidarsi come presidente degli Stati Uniti e il quarto di Betty (Friedan) autrice del libro “La Mistica della femminilità”, vera e propria Bibbia del femminismo.

Siamo nel 1970, la Schlafy è una casalinga dell’Illinois, madre di sei figli, nota in politica per la sua grande cultura specie sugli armamenti e per una fallita candidatura al Congresso. È una donna colta, che si interessa dell’attualità, con un piglio da vero generale, ma che deve chiedere al marito il permesso di andare a Washington per un incontro politico. Dopo aver partecipato a questo meeting, in cui viene considerata al pari di una dattilografa, inizia a interessarsi all’ERA, sostenendo che “ad alcune donne piace incolpare il sessismo per i loro fallimenti invece di ammettere di non essersi sforzate abbastanza”.

Proprio il suo essere una donna con tutte le apparenti libertà fanno di lei la guida perfetta di un gruppo, per lo più di casalinghe, che rivendicano il diritto alla diversità dei diritti e dei doveri rispetto agli uomini e considerano L’ERA, quasi come una limitazione al loro ruolo di madri e di mogli e, come l’eventuale possibilità di essere gravate dal doppio lavoro di nutrici domestiche e di donne in carriera.

Nell’opposta fazione c’è Gloria Steinem, co-fondatrice della rivista femminista ‘Ms. Una donna forte e affascinante, della quale però, nell’episodio dedicato a lei scorgiamo anche le debolezze: i dubbi e la tristezza di essere il bersaglio del maschilismo più bieco. Viene ben descritto, come nel suo caso, quanto essere una bella donna la esponga ancora di più a pregiudizi, come se il fatto di essere anche intelligente, possa essere incompatibile con l’essere piacenti. Ci viene anche mostrato che per ottenere qualcosa che ora ci sembra assolutamente ovvio, si doveva contrattare, scambiare favori, cedere a piccoli e grandi compromessi.  Uno dei temi per il quale la Steinem si batte di più è il diritto all’aborto legale e, attraverso delle scene molto toccanti, scopriamo che lei stessa è stata vittima di una pratica illegale e pericolosa.

Il terzo episodio è dedicato alla deputata Shirley Chisholm (Orange Is the New Black’s), impegnata nella campagna elettorale per le presidenziali e allo stesso tempo paladina sia del femminismo che della uguaglianza razziale. In questo episodio appare ancora più marcato il contrasto tra la genuinità e la purezza di donne come Shirley, che cerca di portare avanti il suo piano politico senza cedere a compromessi e Phyllis che, trovandosi davanti a duri commenti razzisti da parte di alcune delle delegate della sua organizzazione, sceglie la via della diplomazia, per tenere in piedi la baracca e non perdere sostenitori.

Piano piano con il trascorrere degli episodi si fa sempre più strada la certezza di come anche il movimento femminista, che avrebbe dovuto fare un fronte comune, invece sia invece diviso e questo è più evidente nel quarto episodio, che è quello che ho preferito, incentrato sulla figura di Betty Fiedan. Betty, una delle prime femministe, musa ispiratrice di tutte le attiviste è messa da parte per il suo carattere sanguigno e la sua scarsa capacità di mantenere la calma e di saper mediare. Nell’episodio a lei dedicato affronta un dibattito con Phyllis, fino a quel momento non considerata abbastanza pericolosa dalle altre attiviste. La Schlafly, molto abilmente la tocca nel profondo facendo riferimento al fatto che l’ERA non renderà felici donne che non lo sono maggiormente se hanno un fallimento matrimoniale alle spalle. Betty, che fino a qual momento stava prevalendo va fuori di testa e accusa Phyllis di essere una strega e una “Zio Tom”, passando così in posizione di svantaggio. Ho amato questa parte, sia per l’interpretazione dell’attrice sia perché il fallimento di Betty, insieme ad altri fattori spingono Gloria a capire la necessità di unire le forze e superare le divisioni; iniziando anche a considerare Phyllis come una nemica temibile.

Sappiamo già come finirà la storia dell’ERA, ma non vedo l’ora, nella prossima puntata di scoprire come questa battaglia verrà condotta e quanto delle protagoniste verrà messo in gioco.

Intanto voglio dirvi che il Casting è stato pazzesco, come potete vedere dalla foto qui sotto, le attrici sono estremamente somiglianti alle originali e le ho trovate tutte bravissime, oltre alla DIVINA, su cui non avevo dubbi.

La sua Phyllis, al contrario delle femministe, fragili e vere, sembra quasi un robot, vedremo se nelle prossime puntate avrà delle debolezze.

Le musiche e le ambientazioni sono perfette, ci sono intercalati spezzoni reali di documentari e servizi dell’epoca e questo ti fa perfettamente immergere nell’atmosfera dei caldi anni Settanta. Anche la sigla è spettacolare!

Allora cosa aspettate? Correte a vedere questa serie, non ve ne pentirete!

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]

StaffRFS

Lascia un Commento