
Progetto grafico a cura di Eve
Care Fenici, appena ho avuto notizia di questa serie sapevo che l’avrei guardata, specialmente perché la produzione e il cast sono tutti italiani. In Italia, non c’è grande affinità con il concetto di “soprannaturale” nel cinema in particolare; in poche parole: non siamo così fantasiosi, principalmente perché vampiri, zombie e lupi mannari non fanno parte del nostro retaggio. Invece, le streghe ci appartengono, grazie soprattutto al periodo dell’Inquisizione che ha falciato più innocenti che criminali.
La serie è ambientata da qualche parte nella campagna italiana attorno al 1600 d.C. in un villaggio pieno di gente superstiziosa e ignorante. L’episodio pilota si apre con un parto difficile della moglie di un signorotto locale. Le due levatrici, un’anziana e una giovane rispettivamente nonna e nipote, hanno intuito che qualcosa non stia andando per il verso giusto, tanto che la giovane, che si chiama Ade, posando la mano sul ventre della partoriente vede la morte e l’anima del piccolo scivolare nel mondo dei morti. Purtroppo, ha l’ardire di dirlo ad alta voce. Neanche a parlarne è subito tacciata di stregoneria… ovviamente il piccolo muore e la madre cade in una specie di coma. Le due levatrici scappano, ma ormai i Benandanti, gruppo di cacciatori di streghe, con tanto di maschere bianche sono sulle loro tracce.
Ma chi diamine è Ade in tutto ciò? È una ragazza, giovane e bella, che divide la sua casupola con il fratellino ammalato e la nonna esperta di erbe. In verità, Ade ha il dono della profezia e la nonna è effettivamente dotata di magia, ma stando alle sue parole: ogni donna racchiude la magia in sé.
Mentre parlava, mi è venuto in mente il libro La profezia della curandera che affermava pressappoco la stessa cosa, quindi ho pienamente apprezzato. Tuttavia, il dono della profezia non lo voglio, preferirei piuttosto quello di parlare con gli animali in modo da sapere cosa pensa il mio gatto di me… Riflettendoci, meglio di no. Ok, bando alle ciance e torniamo a noi.
La nonna si fa catturare salvando così la nipote a cui affida il fratello, una collana con uno strano pendente e un libro, che viene posizionato sotto le assi dal pavimento e protetto dalle radici. Anche dopo aver preso la strega, Ade si trova in pericolo a causa della superstizione della gente che le nega la più piccola carità: nemmeno un tozzo di pane per il fratello febbricitante. A venire in suo soccorso, al mercato, è Pietro, un figaccio ben piazzato figlio di Sante, il capo dei Benandanti. Pietro, a differenza del padre e della sorellastra, non è ignorante. Anzi, è un medico molto razionale che, studiando il cadavere del bambino nato morto, scopre che si è strozzato con il cordone ombelicale. Naturalmente, lo mandano a quel paese e bruciano sul rogo la nonna-strega; tutto d’un tratto si mette a piovere e le fiamme si spengono, ma la donna muore ugualmente, trafitta da una spada.
La moglie del signorotto si sveglia e accusa Ade, la donna deve quindi scappare, e viene aiutata anche da Pietro che le dona il cavallo. La nonna, prima di morire, le aveva raccomandato di andare nel cuore del bosco e mettere la mano nel “covo di serpi”: altro non è che un monumento che si apre utilizzando il pendente della collana come una chiave, rivelando i resti di un’antica città.
Il secondo episodio inizia con Ade e il fratello accolti da un gruppo di donne dotate di poteri magici. La loro “capa” è Tebe, un’amica della madre della giovane. Il fratellino viene curato e, oltre a trovarsi in un posto sicuro, la ragazza fa la conoscenza di Persepolis. Nonostante le si mostri dapprima ostile, le due riescono a diventare grandi amiche. Sarà proprio questa nuova amica ad aiutare i due giovani, Ade e Pietro, a rincontrarsi, permettendo inoltre a un nuovo e puro amore di sbocciare.
Come villain della storia, oltre ai Benandanti (che in verità sono solo degli ignorantoni superstiziosi) c’è anche una qualche presenza oscura che uccide i cervi del bosco e che forse appartiene al passato della madre di Ade. Credo anche che c’entri con la nascita della ragazza, ma finora è solo teoria.
Comunque sia, la trama della storia regge e la ship Pietro e Ade mi piace molto, come dire: scienza e magia, mente e cuore. Oh sì, adoro tantissimo!
Però, mi hanno lasciato un pochino di stucco queste streghe-guerriere con vestiti, capelli e tatuaggi celtici che mi fanno tornare alla memoria la serie Britannia, e fidatevi: non è un bel ricordo. Insomma, in parole povere ve la consiglio, promette molto bene e non vedo l’ora di proseguirne la visione.
Alla prossima!