Difficile fare una premessa catchy, stavolta, Fenici!
Insomma, abbiamo Michael Duglas e Alan Arkin come protagonisti, e già qui viene da dire Tanta roba!, poi però iniziano a comparire guest star fotoniche come Danny DeVito, Patty Labelle, Kathleen Turner, Jay Leno (vabbè), Elliot Gould, Allison Janney…
Rendiamoci conto.
Non è nemmeno semplice fare un riassunto, di questa che più che una serie sembra un romanzo a episodi.
Sandy Kominsky è un grande, grandissimo attore, che però non ha mai sfondato davvero; si è avvicinato alla fama, l’ha sfiorata e ha insegnato le sue tecniche ai migliori attori, fino a quando non ha aperto un suo studio di recitazione, gestito con l’aiuto della figlia Mindy.
Il suo migliore amico è il manager di successo Norman Newlander, che purtroppo conosciamo nel momento peggiore della sua vita: la malattia e la morte della moglie Eileen sono ciò che dà l’avvio a questo delicatissimo e divertente racconto fatto di frasi memorabili e di un’amicizia inaffondabile.
Accompagniamo questi due straordinari compagni di invecchiamento mentre affrontano situazioni spesso grottesche, a volte dolorose; è una commedia più dark di quanto potrebbe sembrare, in realtà, proprio per la sua autenticità.
Ci sono scene toccanti e battute forse scurrili, ma soprattutto tante splendide citazioni.
Norman: È doloroso essere umani. Fa male da morire. E potete esplorare il mondo quanto volete, ma quel dolore non se ne andrà. Perché essere umani ed essere ferito sono la stessa maledetta cosa.
Sandy: Non importa se sei nero, o gay […] Non ha nessuna importanza perché tutti siamo uguali. La vita in te, in te, in te e in te è la stessa vita. La stessa elettricità che illumina lampadine diverse.
La verità è che non solo Douglas e Arkin, ma l’intero cast potrebbe girare ripreso unicamente dalla telecamera di un videocitofono, e il prodotto finale sarebbe comunque eccellente; oltre ad attori di prim’ordine, c’è questa scrittura che sembra calzare loro come un guanto, con battute di un’intelligenza rara, che vengono interpretate con la maestria e la naturalezza che possono derivare solo da una grandissima esperienza.
Poi che dire, ci sono particolari che fanno sogghignare, come Danny DeVito e Kathleen Turner, che hanno accompagnato Michael Duglas in alcuni dei suoi ruoli più iconici, All’inseguimento della Pietra Verde e Il Gioiello del Nilo, e ora interpretano il suo urologo e la sua ex moglie. La Guerra dei Roses vi dice niente?
Chuck Lorre, infine, che critica i suoi stessi show, è geniale.
Il Metodo Kominsky è qualcosa che fa volare via il tempo, coi suoi brevi episodi che in venti minuti riescono a raccontare una storia immensa.
Da non perdere.