
Progetto grafico a cura di Eve
Un esordio aggressivo, Fenici, per una stagione che si rivela quasi “delicata”: una ragazza ricoperta di sangue, terrorizzata, che fugge per le strade di una cittadina deserta mentre la sua voce narrante scandisce “Caro diario, vai a farti fottere”.
Sidney è un’adolescente introversa, segnata dal suicidio di suo padre e schiacciata dalla durezza di sua madre; la sua luce sono gli amici Dina e Stanley, che si prendono cura di lei e la supportano nonostante il carattere non facile.
Improvvisamente lo stress, gli scatti d’ira, l’insicurezza e i sentimenti repressi iniziano a manifestarsi fisicamente, con episodi involontari di quella che sembra una forma estrema e incontrollata di telecinesi. Ora Sidney non deve gestire solo lo schifo intorno a lei, ma deve anche sforzarsi di mantenere la calma, al fine di evitare di ferire qualcuno.
Stanley scopre il suo segreto per caso, e cerca in tutti i modi di supportarla e aiutarla a comprendere meglio questo potere, mentre una figura nell’ombra sembra volere qualcosa da lei.
I am not ok with this è una serie dolcissima. Sì, so che non è la definizione che ci si potrebbe aspettare, ma a me ha trasmesso questa sensazione. Sidney è una ragazza buona che viene trascinata nell’ombra dalla vita stessa, e le poche volte in cui sorride fa una tenerezza infinita; ogni volta che qualcuno la tratta male, viene l’impulso di spaccare tutto, perché non è giusto.
Certo, prendo atto che ci sono tante cose già viste, come le influenze anni ’80, che ultimamente sembrano essere ovunque, o il solito atletapezzodimerda, ma sono i piccoli particolari e le cose non dette a far spiccare la serie in un catalogo letteralmente zuppo di prodotti così simili tra loro.
Gli autori hanno trattato la storia con molta cura e il risultato è sorprendente: una palla di cannone fatta di piume che ti arriva in faccia con violenza, per poi accarezzarti.
Da non perdere.