
Progetto grafico a cura di AstreaLux
Oggi, voglio parlarvi di una serie che ho amato e odiato: Élite.
Targata Netflix, questa serie spagnola di sole otto puntate è riuscita a tenermi incollata allo schermo per tutta la sua durata e vi spiegherò perché.
L’incipit delineato dagli autori non ha niente di particolare, nuovi studenti che cercano di inserirsi in una nuova scuola.
Per rabbonire i ragazzi e i loro genitori, dopo il crollo di un istituto superiore, tre ragazzi vengono mandati in una delle scuole più prestigiose del paese: Las Encinas.
A questo punto starete pensando: che palle un altro Teen drama! E invece no!
Le prime scene ci fanno capire da subito che qualcuno morirà, ma la sua identità e i motivi dell’efferato gesto verranno svelati solo nell’ultima puntata.
La serie si divide in due archi temporali: presente e passato. Nel presente seguiremo le indagini della polizia e le testimonianze di tutti i ragazzi della scuola; mentre nel passato vedremo i tre nuovi studenti (Samuel, Christian e Nadia) cercare di inserirsi nel “mondo dei ricchi”.
Samuel è il classico bravo ragazzo con la testa sulle spalle, che per aiutare la famiglia lavora come cameriere.
Nadia la possiamo etichettare subito come “la secchiona” del gruppo, ma a causa della sua religione verrà insultata e maltrattata ingiustamente.
Infine, Christian il più spensierato e frivolo dei tre. Beh di lui non ci sarà molto da dire.
Nella prima puntata, osserveremo le prime interazioni non proprio gradevoli con il resto degli studenti. L’unica che si mostrerà carina nei loro confronti sarà Marina, lo spirito libero della scuola. Faremo conoscenza anche di Guzmán, fratello maggiore di Marina, lo stronzo; Lucrezia, “l’amica di letto” di Guzmán; Carla e Polo, la coppietta del gruppo e infine Ander, il figlio della preside.
Saranno loro i protagonisti che con le loro azioni, menzogne e sotterfugi tesseranno una rete dalla quale sarà difficile uscirne vivi, soprattutto per uno di loro.
Buona la trama e l’intreccio. Carlos Montero e Darío Madrona sono stati bravi a creare otto episodi ben strutturati. I colpi di scena sono capaci di stupirti e non lasciano spazio alla noia.
Fino alla fine, si cercherà di trarre delle conclusioni su chi abbia ucciso chi, ma attenzione, non è così scontato come sembra.
Molti personaggi della serie cambieranno nel corso degli episodi, matureranno. Proseguendo nella storia si scopriranno i lati più segreti e nascosti di ognuno di loro.
Élite affronta spesso temi importanti (religione, sesso, omosessualità, poligamia…) spiegando in modo dettagliato attraverso i punti di vista dei personaggi.
Sono tante le serie tv cui è stata paragonata. In primis Tredici, per l’ambientazione e le tematiche sociali, a Riverdale per l’elemento mystery, così come Le regole del delitto perfetto, visto che c’è un omicidio di mezzo e infine anche Gossip Girl per la vita mondana dei figli di papà.
In un susseguirsi di eventi che avranno come protagonista Marina, molti studenti saranno portati a provare risentimento e odio nei suoi confronti, tanto da essere possibili sospettati della sua morte. Ebbene sì, sarà lei la vittima designata, ma l’assassino resterà impunito.
Arriviamo alle considerazioni finali, mi spiace un po’ che alcune situazioni mi abbiano reso questa serie meno godibile, mi riferisco all’intera situazione tra Christian-Carla-Polo. Scene di sesso senza sentimento, solo ragazzi annoiati alla ricerca di qualche emozione. Degni eredi di Beautiful.
Altra pecca: Marina, l’ho trovata spesso frivola, immatura e menefreghista, si ha spesso la sensazione che sia una vittima, quando in realtà nei guai si mette sempre da sola.
Samuèl aveva delle potenzialità, ma sono andate sprecate. Molte sono state le occasioni per tirare fuori gli attributi o un guizzo di carattere, ma, ahimè sono state un buco nell’acqua. Passerà alla storia come il cucciolo desideroso di attenzioni.
Promossi a pieno titolo:
Nadia della quale il passaggio da ragazzina a donna è molto evidente.
Ander e Omar, mai volgari o estrosi come il trio vattelappesca (Christian-Carla-Polo per intenderci), sono riusciti a regalarci una bella storia d’amore.
Guzmàn, con mio sommo stupore dimostra di avere un cuore sotto a quella facciata da stronzo.
E infine Lucrezia. Sarò impazzita, ma promuovo anche lei, una delle poche ad aver rotto gli zebedei fino alla fine con i suoi modi da principessina, il suo sopracciglio altezzoso perennemente sollevato e i modi da vera bitch, ma scavando molto, ma molto a fondo, c’è una ragazza innamorata.
Voto Finale: 7,5