Inizia lo spin-off della serie 9-1-1 dal titolo 9-1-1 Lone Star. “Pilot” e “Yee-Haw” sono i titoli dei primi due episodi. Chissà se la nostra Wicked Wolf ne sarà rimasta soddisfatta. Buona lettura!

Progetto grafico a cura di Francesca Poggi
Fenici, gioie del mio cuore… Io a volte mi immagino gli autori che sudano terrorizzati quando il network annuncia loro la creazione di uno spin-off: cosa inventare, che non sia già nella serie madre?
E qui entra in gioco la tombola delle variabili: estraggono a sorte, suppongo da un cilindro, bigliettini con caratteristiche casuali, che poi si sforzeranno di mettere insieme.
9-1-1 Lone Star a quanto pare ha fatto il pieno di fagiolini sulla tabella, perché ha letteralmente TUTTO.
Allego infografica:
Insomma, ci siamo capiti?
Fortunatamente, nel suo eccesso è una serie scritta bene. Rob Lowe, mia inconfessabile passione, brilla: la parte gli è affine e ha dei perfetti momenti comici, ritagliati non solo sul personaggio, ma anche sull’attore stesso che si porta sullo schermo una grande autoironia.
Il capitano dei vigili del fuoco Owen Strand viene invitato ad Austin con l’incarico di rimettere in piedi la caserma 126, dopo che la squadra è stata decimata in un’esplosione.
Con lui il figlio TK, che ha appena avuto una ricaduta con le droghe dopo che il compagno lo ha tradito e lasciato. I due dovranno formare una nuova squadra e aiutare Judd Ryder, l’unico sopravvissuto all’incidente, a rientrare in servizio.
Poco prima di partire alla volta del Texas, però, Owen scopre di avere un cancro ai polmoni causato dalle polveri inalate durante le operazioni di soccorso dell’undici settembre.
In questi primi due episodi ci sono ottime premesse, ma alcune cose fanno storcere un po’ il naso.
Le motivazioni che portano il capitano Strand in Texas sono sensate, come lo sono le rimostranze di Judd e in generale tutte le azioni e reazioni dei membri della squadra; l’aspetto che stona è questo melting pot di etnie, religioni e identità di genere, che sembra quasi fuori luogo nel Texas tristemente famoso per l’intolleranza e il razzismo che lo contraddistinguono di questi tempi.
Non a caso, uno dei primi interventi li porta proprio nella casa di una donna razzista, che ha chiamato il 911 per denunciare il barbecue del vicino messicano.
Altra nota dolente è Liv Tyler, la cui prova attoriale è stranamente inquietante: sembra sempre sotto narcotici ed è praticamente inespressiva.
Per chi ama la serie madre, Lone Star è un bel cambiamento. C’è più ironia, gli interventi sono molto più veloci e ci sono nuovi personaggi con un grande potenziale che già in questi primi episodi hanno iniziato ad aprirsi, lasciandoci come unico mistero da risolvere la (poco interessante) sparizione della sorella di Michelle.
Un esordio interessante, da non perdere! Vi lascio con il trailer qui.