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Recensione: “Per sempre mia” di Jennifer Armentrout

 

 

 

È bastato un battito di ciglia per mandare in frantumi il mondo di Sasha Keeton. Da studentessa come tante, in un attimo si è ritrovata prigioniera di un serial killer. Lo Sposo l’ha tormentata per giorni, e solo un miracolo le ha permesso di fuggire. E da allora non ha più smesso di fuggire. Nemmeno quando ha saputo che lo Sposo era morto, nemmeno per riabbracciare Cole, il ragazzo che stava imparando ad amare. Per dieci anni, Sasha è rimasta il più lontano possibile da casa. Adesso però è stanca: il suo sogno è sempre stato quello di gestire il bed & breakfast di famiglia, ed è arrivato il momento di realizzarlo. E, non appena rivede Cole, si rende conto che aveva anche un altro motivo per tornare…
Cole Landis non si è mai perdonato per quanto accaduto quella notte. Avrebbe dovuto accompagnare Sasha, invece di lasciarla tornare da sola. Per dieci anni ha cercato di rifarsi una vita, pur sapendo che esisteva solo una donna capace di renderlo felice. Ecco perché, ora che il destino gli sta dando una seconda occasione, Cole è determinato a coglierla. Ma è davvero possibile ricominciare tutto da capo, ignorando il passato? In città nessuno sembra aver dimenticato e Sasha ha sempre l’impressione di essere spiata. Poi lei e Cole trovano i finestrini della macchina sfondati e una macabra sorpresa sul sedile posteriore. Infine il cadavere di una donna viene rinvenuto proprio nel luogo dove lo Sposo abbandonava i resti delle sue vittime, e Cole capisce che Sasha è di nuovo in pericolo. Ma stavolta la proteggerà, anche a costo della vita…

Perfetto! Come altro definire l’ultimo lavoro di Jennifer Armentrout? Per noi che siamo abituati a leggerla in chiave fantasy o romance questo romanzo rappresenta, a mio parere, una grande prova d’autore: la Armentrout si confronta col genere thriller, dando vita ad una storia ricca di suspense, con un ritmo serrato che tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Sebbene a tratti sia intuibile il colpevole, è evidente la bravura dell’autrice nel rimescolare le carte senza eccedere nei dettagli.

Lo stile è essenziale ma non riduttivo, nelle pagine troviamo tutti gli elementi che delineano personaggi e luoghi frammezzati da dialoghi vivaci e riflessioni personali che creano la perfetta atmosfera di tensione che ci si aspetta da questo genere di libri.

Mi assicurai che la porta fosse chiusa a doppia mandata. Lo stomaco mi si contorse per il nervosismo. Come una pazza furiosa, girai la maniglia per esserne sicura. Chiusa. Decisamente chiusa. Ora che ero più tranquilla, mi stesi a letto, mi tirai il piumone fino al mento e… fissai le ombre sul soffitto.

Inoltre non manca quel pizzico di romance a cui siamo abituati: la storia d’amore, che si intreccia con la storia thriller, serve a caratterizzare e ad aumentare il senso di impotenza e paura dei protagonisti. Sono presenti anche scene di sesso, non eccessivo ma naturale (niente maratone nel letto insomma!), finalizzate a dare una connotazione realistica al racconto.

Sasha è un personaggio delicato, una donna spezzata che decide di affrontare il suo mostro nell’armadio (e mai definizione fu più azzeccata!), di combattere a testa alta perché capisce che fuggire la porterà a perdere di nuovo la sua vita. Possiamo dire che la prima parte è una sorta di introduzione al suo personaggio: l’Armentrout alterna ricordi, pensieri e gesti, per aiutare a calarsi nei suoi panni.

Un braccio mi cinge la vita, bloccando il mio. Quello strano odore amarognolo è ovunque, m’invade le narici e la gola, e apro la bocca per urlare, mentre il cuore sembra schizzarmi fuori del petto. Dimeno le gambe per lottare, ma è troppo tardi. Troppo tardi.

Cole…ehhhh (sospiro e cuoricini)…Cole è il paladino di turno, l’eroe che protegge ad ogni costo la sua amata; come Sasha, è pronto a lottare per non perdere di nuovo ciò che gli appartiene. É forte, deciso, preparato ma il suo punto debole è sempre lei.

La loro storia può sembrare un po’ forzata, ma va a bilanciare perfettamente la vicenda legata al serial killer.

«E non ci sono muri che io non possa abbattere. Cemento armato? Filo spinato? Niente mi fermerà.» Rimasi a fissarlo nel buio, senza riuscire a fare altro. A quel punto, non ero nemmeno sicura di respirare ancora. «Prima ero serio, Sasha.» Le sue labbra scivolarono lungo il mio viso, facendomi tremare. «Non ti lascerò. Stavolta no.»

E già, perché in questa storia c’è un killer seriale con la “k” maiuscola, di quelli efferati, cattivi, psicopatici che agiscono in maniera subdola; la sua personalità deviata si intuisce dai racconti delle sue gesta e dai ricordi che tornano, di tanto in tanto, a tormentare la protagonista e a renderlo più reale.

Da sottolineare infatti è il livello di violenza presente in questo libro: mai nei precedenti lavori, Jennifer Armentrout, aveva mostrato questo suo lato crudele.

Devo dire che sono rimasta estremamente sorpresa da questo libro, che trovo ben bilanciato, mai eccessivo e stupendo dal punto di vista psico-emotivo perché ho tremato insieme a Sasha per tutto il tempo.

Sarò ripetitiva, non mi aspettavo un libro così da questa autrice ma sono davvero felice che lo abbia scritto: grazie signora Armentrout per questa piccola gemma!

A cura di:

 

 

 

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Voto Kida 5

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