Titolo: Segreti che uccidono
Autore: Riccardo Landini
Genere: Giallo, Noir
Editore: Newton Compton Editore
Data di uscita: 25 Marzo 2021
Il restauratore Astore Rossi riceve dall’amico Sergio Candurra una serie di mobili antichi da rimettere in sesto. Nascosti all’interno di uno di essi, Astore trova degli anelli, delle monete antiche e una lista di nomi, accanto ai quali sono vergate delle croci nere. Quando qualcuno si introduce in casa sua alla ricerca degli oggetti misteriosi, il restauratore vorrebbe spiegazioni, ma Candurra fugge dal Paese, affidando alle cure di Astore la figlioletta, Isabella. Assieme alla bambina, Astore si trasferisce nello sperduto paesino appenninico di Garbano, dove si troverà invischiato in una fitta rete di segreti, tutti con al centro la misteriosa lista di nomi che, scoprirà ben presto Astore, appartengono ad abitanti di Garbano ormai deceduti. Abitanti su cui, a quanto pare, gravava una maledizione… Trovare Candurra, proteggere sé stesso e Isabella da qualcuno che sembra minacciarli e svelare i segreti annidati a Garbano: saranno questi i tre obiettivi di Astore in un pericoloso gioco in cui nulla è come sembra.
Anche questa volta mi accosto a un romanzo che ha già alle spalle una storyline nata altrove, ma posso assicurarvi, care Fenici, che pur non conoscendo gli antefatti sono stata pienamente conquistata dal protagonista di questo noir all’italiana.
Astore Rossi (l’antieroe o l’eroe per eccellenza? Dipende da come lo si vede…) non è figo ma ha il suo fascino, non è ricco ma i suoi valori starebbero bene addosso al più grande dei cavalieri, è anche un ex galeotto e frequenta pessimi personaggi fra cui un certo Candurra, deus ex machina delle odierne disavventure del nostro intrigante restauratore.
Astore Rossi è quel personaggio che nella vita vuole fare la cosa giusta e ogni volta che segue questo sacro principio paga sempre cara la sua testardaggine, eppure lo adoro perché è un idealista a suo modo incorruttibile e perché, invece di diventare un cinico e ipocrita, si prende cura dei fragili intorno a sé con una dolcezza disarmante. Lo sa bene Oscar, l’amico fidato malato e debole, comparsa muta di questa storia; lo sa ancor meglio la piccola Isa, sfortunata figliola di Candurra che Astore accudisce con un amore e un’attenzione davvero notevoli dando vita a un legame adulto e bambino davvero affascinante e credibile.
Questo è solo l’antipasto, amiche: dietro a un personaggio ben costruito e lontano da noiosi canoni, vi è una vicenda succulenta su cui avventarsi. Sì, perché i brividi me li ha messi davvero questo romanzo e mi ha rapita e incatenata fino all’ultima pagina, una danza forsennata di colpi di scena e misteri che, come in un complicato rompicapo, si moltiplicano finendo per indurre noi poveri lettori a dubitare insieme al protagonista di tutto e tutti.
Con poche certezze e tanta suspense, Astore mi porta a seguirlo nelle sue decisioni di cuore e istinto che la metà delle volte mi fanno tremare i polsi e inveire contro la sua maledetta cocciutaggine. Alla fine, il nostro protagonista riesce a svelare i misteri che avvolgono il passato di Garbano, un paesino dell’Appenino, dove vecchi peccati e sempre verdi ambizioni hanno creato un fosco mistero che, per mezzo di una partita di mobili da restaurare e una misteriosa lista, finisce nelle mani e nella vita del nostro eroe.
Ad alzare un po’ la temperatura sensuale su tutto c’è anche l’incontro del nostro Astore con la bella e intrigante Anthea, un incontro conturbante e ovviamente incasinato come quasi tutto quello che afferisce ai legami del bel restauratore.
In conclusione una lettura da non lasciarsi sfuggire: emozionante, intrigante e, a tratti, raggelante proprio come un buon noir deve essere.