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Recensione: “Ritorno da te” di Jennifer L. Armentrout (Wicked serie #2)

 

Devo proteggere il mio segreto.
Tu credi di avermi salvato, invece hai scritto la mia condanna…

Ivy Morgan pensava di avere tutto sotto controllo, di aver eretto una barriera impenetrabile tra sé e il resto del mondo. Ma le sue difese sono crollate nel momento in cui ha incontrato Ren Owens. Coi suoi profondi occhi verdi e il sorriso da sbruffone, Ren ha fatto breccia nel cuore di Ivy, conquistandosi la sua fiducia. Anche perché, con lui, Ivy può finalmente condividere ogni aspetto della sua vita: Ren infatti è membro dello stesso, antichissimo Ordine di cui fa parte lei, perciò capisce bene cosa voglia dire passare le giornate fingendo di essere una ragazza come tante e le notti a combattere contro il Male che si cela tra le strade di New Orleans. Però tutto cambia quando Ivy scopre un segreto sulle origini della sua famiglia, un segreto che non può rivelare a nessuno, neppure a Ren. Perché, se lui ne venisse a conoscenza, dovrebbe ucciderla. Ben presto, quindi, Ivy sarà costretta a fare una dolorosa scelta: mentire all’uomo che ama e mettere in pericolo tutto ciò per cui hanno lottato insieme, o sacrificare se stessa per la salvezza del mondo intero…

 

Ritorno da te” è l’ennesima prova che, mannaggia la miseria, prima di prenotare una recensione, devo ricordarmi di leggere il libro… Invece mi son fatta fregare un’altra volta. Uff… Vi starete chiedendo il perché ed io vi rispondo subito: è il dannatissimo secondo volume della saga Wicked e, mannaggia la miseria (sì, di nuovo), come tutti i seguiti, è ‘na tragedia; ha una trama ricca di colpi di scena, straziante (prima o poi qualcuno mi dovrà spiegare perché il romanzo centrale di una trilogia, deve sempre essere così triste) e tremendamente fantastica.

Ok, sono pronta, forse.

Ivy è una mezzosangue, per metà umana e per metà Fae; uno potrebbe pensare: uauuu che figata! E invece, no! Non lo è quando ci s’innamora di un ragazzone che per dovere di nascita, deve ucciderti. Vi presento Ren, alias figo da paura, nonché uomo ligio al compito che gli spetta.

Li abbiamo lasciati dopo un’estenuante lotta contro il Principe dell’altro mondo, il cui unico scopo è di trovare una mezzo sangue per “piantare il suo seme e dar vita al bambino dell’apocalisse” (parole sue, eh…). Così inizia una caccia alla donna, Ivy, che non sarà per niente facile dato che, nonostante il potere del principe di poter soggiogare le persone e piegarle al suo volere, per grazia ricevuta, non può ordinare a Ivy di concedersi al fattaccio. Nel frattempo c’è Ren, che veglia su di lei, senza sapere cosa lei sia. Ed è così che nelle prime pagine del libro siamo completamente in balia di una Ivy piena di sensi colpa e di indecisione sulla scelta di mantenere il segreto oppure rivelarlo consapevole che, probabilmente, il suo compagno non vorrà più avere niente a che fare con lei.

Lo amavo. Dio, lo amavo più delle praline e dei bignè, il che era davvero estremo, considerato che la mia passione per i dolci rivaleggiava con le storie d’amore più epiche.”

L’Armentrout in quanto a ironia non si spreca, ed è una delle cose che più mi piace di lei: il suo essere tremendamente profonda e ugualmente fresca e divertente.

Ivy mi è sempre piaciuta come personaggio, è una ragazza sicura di sé, coraggiosa e determinata a portare avanti i suoi piani nonostante la mettano costantemente in pericolo di vita, ma lo fa comunque, perché l’esistenza delle persone che ama viene sempre al primo posto.

Così quando capisce che l’unico modo per salvare il suo amato è di sottostare al volere del Principe Drake, non ci pensa due volte, con la speranza di riuscire a trovare una soluzione che la riporti a casa sana e salva e soprattutto senza un bimbo in grembo.

Il principe è molto simile a Ivy, con giusto una puntina di crudeltà in più, determinato a far crollare il mondo degli umani prendendone possesso. Ha una personalità forte, è scaltro e machiavellico, non si fa scrupoli a uccidere i comuni mortali e lo fa con una semplicità folle.

Però dovresti sapere che in meno di cinque secondi potrei uccidere una ventina di questi umani e nutrirmi degli altri, facendo credere che sia stata la ragazzina dai capelli rossi ad ammazzare tutti questi innocenti.” La sua voce si fece ancora più bassa quando si allungò verso di me, e un soffio d’aria gelida mi sfiorò la guancia: “Se ti neghi a me, avrai quelle morti sulla coscienza, mio piccolo uccellino”.

Ora voglio parlare del mio personaggio preferito: Campanellino. Se in “Lontano da te” ha avuto un ruolo marginale, in “Ritorno da te” diventa molto importante. Questo piccolo folletto, preda di shopping ossessivo compulsivo su Amazon e fan di The Walking dead e Supernatural, nasconde un segreto che più di una volta salverà le chiappe ai nostri amici. In pochi centimetri di altezza si nasconde la forza di un leone e la saggezza di un gufo oltre ad adorare Ivy più della sua stessa vita.

Nessuno deve scoprire cosa sei.” Gli lanciai un’occhiataccia. “Ma dai? Stavo giusto pensando di aggiornare il mio profilo Facebook su “mezzosangue”.” Lui inclinò la testa biondo platino. “Ivy, tu non hai un profilo Facebook.” Sospirai. Ovviamente proseguì: “Ti ho cercata. Volevo aggiungerti agli amici per mandarti un poke e, sì, lo so che i poke non si mandano più, ma secondo me sono fantastici per esprimere uno…”

Lo adoro.

Bene, mi sono ripromessa di riuscire a scrivere questa recensione senza spoiler (e, credetemi, non è stato per niente facile) per questo deve finire qui, anche se di cose da dire ce ne sono tante: tutto quello che cercate, fidatevi, lo troverete.

È un libro cazzuto (passatemi il termine), forse più degli altri nati dalla mente di Jennifer Ammore Mio L. Armentrout. Concludo dicendo che spero vivamente che la Nord pubblichi il più velocemente possibile il seguito perché, come sempre, i personaggi e le storie creati da lei ti restano nel cuore.

Il male della peggior specie si era annidato dentro la bellezza più familiare.”

 

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