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Recensione: Recensione: “Origin” di Dan Brown

 

Robert Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all’avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell’umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l’ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un’amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo? Mentre Langdon e centinaia di altri ospiti sono ipnotizzati dall’eclatante e spregiudicata presentazione del futurologo, all’improvviso la serata sfocia nel caos. La preziosa scoperta di Kirsch, prima ancora di essere rivelata, rischia di andare perduta per sempre. Scosso e incalzato da una minaccia incombente, Langdon è costretto a un disperato tentativo di fuga da Bilbao con Ambra Vidal, l’affascinante direttrice del museo che ha collaborato con Kirsch alla preparazione del provocatorio evento. In gioco non ci sono solo le loro vite, ma anche l’inestimabile patrimonio di conoscenza a cui il futurologo ha dedicato tutte le sue energie, ora sull’orlo di un oblio irreversibile. Percorrendo i corridoi più oscuri della storia e della religione, tra forze occulte, crimini mai sepolti e fanatismi incontrollabili, Langdon e Vidal devono sfuggire a un nemico letale il cui onnisciente potere pare emanare dal Palazzo reale di Spagna, e che non si fermerà davanti a nulla pur di ridurre al silenzio Edmond Kirsch. In una corsa mozzafiato contro il tempo, i due protagonisti decifrano gli indizi che li porteranno faccia a faccia con la scioccante scoperta di Kirsch… e con la sconvolgente verità che da sempre ci sfugge.

Fonte della trama: Amazon

Ho sempre amato i romanzi di Dan Brown per la sua estrema vicinanza alla nostra attualità: le sue storie sono sempre ambientate in luoghi familiari o “famosi”, conosciuti in tutto il mondo. Nei suoi libri, inserisce sempre opere d’arte indimenticabili, fa riferimenti a luoghi storicamente importanti e riesce a trovare significati nascosti anche nei dettagli più irrilevanti.

Ho letto tutti i libri che ha pubblicato, a partire da “La verità del ghiaccio”, passando per “Angeli e demoni” e all’immancabile “Codice Da Vinci”, fino ad arrivare a “Inferno” e, ovviamente, “Origins”: nessuno di questi romanzi mi ha mai deluso, infatti, dopo aver terminato di leggere ogni racconto, ho sempre avuto un momento di vuoto e di riflessione sui temi appena affrontati dal protagonista (Robert Langdon, per la maggior parte dei libri). Il fattore che mi ha sempre attirato è la curiosità verso le nuove scoperte, che l’autore utilizza come filo conduttore per le proprie storie: che siano vere, false, inventate o realmente accadute, strettamente legate all’arte e a personaggi vissuti nel corso della storia, hanno sempre una parte centrale all’interno delle vicende di Robert.

Origins” ha avuto il suo momento di attenzione da parte mia, per rispetto e speranza nei confronti dell’autore: ho aspettato un po’ di tempo prima di leggere questo romanzo, perché, dopo aver letto “Inferno”, ho voluto lasciare spazio per dimenticare dettagli che, purtroppo, non sono stati approfonditi come avrei preferito, in particolare quelli sulla vita di Dante Alighieri e delle sue opere; adoro la “Divina Commedia” e credo che l’autore non abbia saputo, come invece è solitamente riuscito, a fissare l’attenzione sul famoso autore fiorentino.

In ogni romanzo di Dan Brown ho il bisogno di prendere il telefono e andare a cercare immagini o riferimenti di quello che ho letto: anche per questo libro ho dovuto interrompere più volte la lettura proprio per questo scopo… è più forte di me, non posso leggere la spiegazione di un quadro senza averne l’immagine sott’occhio (per il “Codice Da Vinci” ho avuto la fortuna di avere la versione accompagnata dalle riproduzioni dei quadri e dalle foto dei luoghi).

Devo, però, ammettere che “Origins” mi ha piacevolmente sorpreso: nel romanzo non si fa riferimento diretto ad autori e artisti del rinascimento o precedenti, bensì Brown ha voluto concentrarsi sull’attualità del mondo dell’arte (basti pensare che l’inizio delle vicende si svolge all’interno di un museo di arte contemporanea). La componente della Chiesa e della religione è sempre presente, in maniera cruciale in questo romanzo, anche se non ai livelli di “Angeli e Demoni”, ma ha saputo mostrare un lato differente, anche se forse marginale, della religione cristiana.

Ma non voglio farvi attendere oltre e vi racconto subito l’accattivante trama!

Come ho già anticipato, le scene dei primi capitoli si svolgono all’interno di un museo d’arte contemporanea: il Guggenheim di Bilbao, Spagna. In realtà, come tutti i romanzi di Dan Brown, il Prologo è sempre una visione del passato, fatta per attrarre l’attenzione sulla scoperta di turno. In questo caso la scoperta verrà rivelata nel libro solamente al novantunesimo capitolo (su centocinque!!!). Quindi abbiate pazienza e lasciatevi trasportare dalle corse notturne nelle città spagnole.

Beh… riprendiamo: il protagonista come sempre è Robert Langdon, il famoso professore universitario americano, specializzato nel simbolismo. In questa avventura, lui si trova a Bilbao, in Spagna, su invito di un suo vecchio studente, Edmond Kirsch, ora diventato famoso in tutto il mondo come futurologo, informatico di altissimo livello e ateista. Edmond, in questa speciale occasione, vuole mostrare al mondo intero, anche grazie alla trasmissione streaming della sua conferenza, la sua nuova scoperta, che come lui stesso sostiene “cambierà la visione del mondo e della religione”. Fin qui niente di nuovo, se avete già letto qualche altro romanzo dell’autore.

All’entrata nel museo, gli ospiti facoltosi invitati da Edmond, ricevono un paio di “cuffie” con audio guida per permettere a ognuno di esplorare le varie stanze del museo e fruire di una spiegazione per ogni opera presente. Robert riceve le proprie e si stupisce dell’estrema accuratezza delle spiegazioni registrate, finché non si accorge che in realtà si tratta di un vero e proprio interlocutore, che parla direttamente con gli ospiti. Sbalordito, scopre che la propria guida in realtà è un computer, che sta parlando contemporaneamente con tutti gli ospiti: ovviamente una delle invenzioni di Edmond. Winston, il nome del super computer, risulta essere più di un programma di analisi informatica, è infatti un perfetto interlocutore che dialoga col protagonista toccando molti argomenti, in ogni ambito (arte, vita mondana, religione, storia, ecc).

Nell’attesa che la conferenza cominci, il professor Langdon viene condotto da Winston anche in un’area chiusa al pubblico, dove il computer lo fa incontrare con Edmond in persona, desideroso di rivedere il proprio professore dopo due anni. Qui scopre un lato dell’allievo che non aveva ancora osservato: era molto dimagrito nell’ultimo periodo, più agitato e preoccupato. Ansioso di cominciare la conferenza, il ragazzo spiega a Robert come il tutto procederà, senza svelargli i propri assi nella manica, ma confidandogli di temere per la propria incolumità. Come spiegato nel prologo qualche giorno prima, aveva illustrato la propria scoperta a tre personalità rappresentanti delle religioni più sostenute al mondo (Cristianesimo, Ebraismo e Islam), per osservare le loro reazioni; da quel momento Kirsch aveva ricevuto messaggi e richieste dai tre, che gli intimavano di non divulgare la propria scoperta, per salvaguardare l’integrità dell’umanità intera… era persino stato minacciato. Robert, preoccupato per l’aspetto dell’amico e per il suo racconto, cerca di tranquillizzarlo, assicurandogli che nessuno dei tre avrebbe ostentato un comportamento violento nei suoi confronti.

Tornato nelle sale del museo, il professore nota un grande schermo con riportati i collegamenti streaming da tutto il mondo: moltissime persone erano state attirate dall’annuncio di Kirsch e non vedevano l’ora di conoscere la sua scoperta.

L’inizio della conferenza prevede il passaggio in varie sale del museo, per permettere agli ospiti di godere di una piena esperienza, che coinvolge tutti i sensi. Robert entra nell’ultimo salone, scalzo e con un asciugamano sotto braccio, come anche gli altri ospiti: stupito e sempre più curioso, si ritrova in mezzo alla natura, credendo di essere uscito all’esterno del museo, quando in realtà era stato tutto creato da Edmond (erba, cespugli, alberi, stelle e perfino la nebbiolina erano stati creati artificialmente).

La conferenza finalmente comincia, viene proiettato un video in cui compare lo stesso Langdon, a sua insaputa: è una registrazione di una lezione in cui lui tratta delle interpretazioni dei fenomeni naturali ai tempi antichi (come le civiltà del passato giustificavano il verificarsi di determinati avvenimenti fisici e naturali). Dopo il suo intervento, Edmond compare sul palco presente nella sala e inizia a preparare il pubblico alla sua scoperta: dice di aver trovato la risposta alle domande più enigmatiche della storia: da dove veniamo? Dove andiamo?

Tra i commenti d’incredulità e d’attesa del pubblico, Kirsch annuncia che “l’era della religione sta tramontando e sta per sorgere l’era della scienza”. Tutto è pronto per la rivelazione, quando in uno sbuffo di fumo, da lui organizzato per creare ancora più suspense, cade a terra, dopo essere stato colpito da un proiettile perfettamente al centro della fronte.

Da qui in poi si succedono vari avvenimenti, che in tutto si svolgono in un lasso di tempo di qualche ora, sviluppate in cinquecentodiciotto pagine!

A voi scoprire chi si è celato dietro all’omicidio del famoso futurologo, pensando che nelle vicende è anche coinvolta la famiglia reale spagnola!

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