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Recensione: Promessa al drago – Serie: Amori draconici #1 di Kara Lockharte

Titolo: Promessa al drago
Autrice: Kara Lockharte
Serie: Amori draconici #1
Genere: Paranormal romance
Casa Editrice: Smartia Publishing
Data di pubblicazione: 16 Giugno 2021

Sono fidanzata con uno sconosciuto, un uomo… drago. Se non lo sposo, sono spacciata.

Ho trascorso la vita a nascondermi.

A differenza del resto della mia un tempo potente famiglia, non possiedo magia.

Il mostro immortale che ha divorato tutti i miei parenti continua a darmi la caccia.

E mia nonna è convinta che l’unico modo per salvarmi dal mostro sia darmi in sposa a un altro mostro: un drago.

Solo che questo mostro è la perfezione in forma umana: tutto muscoli dorati guizzanti e più magnifico di chiunque si trasformi in una mostruosa fiera scagliosa abbia il diritto di essere. La sua magia mi attrae, il suo calore mi incanta e la mia mente si fonde al tocco delle sue man inumanamente calde sulla mia pelle.

Non ho la minima intenzione di sposarlo.

So cosa vuole davvero: accesso al potere della mia famiglia.

Ma io non ho magia, non ho un potere mio.

Lui crede di sapere cosa aspettarsi da me.

Io non gioco a certi giochi.

Preferisco fuggire da un mostro che sposarne uno.

Non sono il tesoro di un drago.

Anche se il mio cuore non è d’accordo.

SERIE COMPLETA DISPONIBILE ORA!

Salve, Fenici!

Finalmente, dopo gli ultimi quattro romanzi poco piacevoli, inizio a scorgere una piccolissima e minuscolissima luce in fondo al tunnel! Beh, non illudetevi troppo, però, in fondo ho detto piccolissima…

Ho da poco concluso, infatti, la lettura di Promessa al drago, primo volume della serie Amori draconici della Lockharte. Il romanzo, se così si può definire data la sua brevità, ci introduce in un mondo a noi lettori accaniti ben noto, seppur con qualche pizzico di novità. Si parla, appunto, di draghi, fate, kitsune, e chi più ne ha più ne metta; ma l’innovazione sta nella classificazione che l’autrice dà di questi esseri. Nel mondo da lei creato, vi sono solo tre “specie”: umani, shen e draghi. Tra i primi vi sono anche le streghe, dotate appunto di poteri sovrannaturali di bassa entità; ai secondi, invece, appartengono tutte le creature magiche note, come vampiri, geni, mutaforma, ecc. Mentre gli ultimi… beh, pare siano una “razza” a parte, veri e propri alieni, insomma.

La vicenda s’incentra su Sophie, una shen apparentemente difettosa, priva di magia, ma perseguitata dalla grande Distruttrice (Apollymi, sei tu??? Sfortunatamente pare proprio di no… [semicit. Dark Hunter]), che ha precedentemente sterminato la sua intera famiglia, lasciando come uniche superstiti la nostra protagonista e la nonna. Quest’ultima, per assicurare una valida protezione alla nipote anche dopo la sua morte, ha deciso di prometterla in sposa a un drago, nemici apparenti degli shen. L’incontro tra Sophie e il suo promesso sposo, però, avviene in modo parzialmente casuale. Hunter, infatti, si presenta a un convegno artistico che la donna tiene, senza però rivelarle nome o reale identità. Va via, ma poco dopo s’incontrano/scontrano durante una corsetta al parco. Il cellulare di lei si distrugge e lui si offre d’aiutarla. Ma proprio sul più bello, si svelano a vicenda, rovinando un momento di passione ardente… letteralmente!

Non starò qui a scendere nei dettagli, ma una cosa voglio dirla: pare che il bell’imbusto sia capace di sollevare la sua bella con una sola mano… con due dita ben piantate dentro di lei. Che??? Ma non è doloroso? La forza di gravità e il peso della ragazza hanno magicamente smesso di esistere? Sono ancora perplessa al riguardo…

Cooomunque, dopo esser andata via da casa di lui, Sophie torna al suo appartamento, ma trova una sottospecie di proiezione astrale della nonna che l’avverte di essere stata rapita dalla Distruttrice. Spaventata a morte, la giovane torna di corsa a casa del bel dragone, non trovandolo. Così, braccata dal nemico, decide di raggiungere il capanno/casa della nonna, poiché pieno di protezioni magiche. Quando, però, si ritrova segregata in casa e circondata da strani squali-lupo, ecco che interviene il suo bello a salvarla. Stipulano così un accordo: avrebbero stretto un sigillo draconico (e ho ben capito, una sorta di legame anche temporaneo), così che l’uno avrebbe avuto accesso alla magia dell’altra e viceversa. E come si potrebbe mai concludere un patto simile? Ma con una sanissima trombata, naturalmente!

Insomma, dopo una gran bella sveltina, i poteri della shen finalmente si sbloccano, ma le protezioni al capanno iniziano improvvisamente a cedere: la nonna è morta, non esiste altro motivo per cui ciò possa avvenire. Sophie, quindi, inizia a piangere a dirotto e il suo neo-trombamico la stringe tra le braccia e… ah, no scusate, libro sbagliato… lui se ne sbatte le… scatole. Continua, letteralmente, a parlare del più e del meno. Diciamo che è stata una reazione alquanto inaspettata, dato che poco prima quasi si giuravano amore eterno… mah.

Ma andiamo avanti. I due vengono tratti in salvo dalla combriccola di Hunter, due superpotenti draghi e un’abilissima hacker del tutto umana… che tempo dieci righe finiscono rapiti dal nemico.

Vabbè, non ve la porto per le lunghe. I due trombano ancora, l’aereo su cui si trovano crolla sull’isola della Distruttrice, organizzano l’assalto al suo covo e… zac, battaglia finale di nemmeno mezzo capitolo. Il tutto, ovviamente, avvenuto in meno di tre giorni, giorni in cui lui ha fatto almeno due docce al giorno e lei nemmeno una… ma siamo seri? Mi descrivi nel dettaglio il processo d’insaponamento del belloccio, mentre di lei neanche un accenno a un’eventuale lavatina leggera? Non per dettagli piccanti, sia ben chiaro, ma inizio ad avere seri dubbi sulla sua igiene personale.

Ironia a parte, il libro ha davvero un ottimo potenziale: bella storia, personaggi che incuriosiscono, descrizioni dei luoghi brevi e coincise, prive di troppi fronzoli inutili. È stato davvero un peccato che il tutto sia stato sviluppato in meno di 116 pagine. Ciò ha penalizzato non poco i vari sviluppi: le emozioni risultano superficiali e ovattate, le reazioni agli eventi quasi non pertinenti, mentre i fatti hanno un che di “frettello” e caotico. Poco chiari, infatti, sono stati alcuni passaggi, mal spiegati i poteri di entrambi i protagonisti e poca importanza e spessore sono stati dati all’innamoramento dei due giovani. Altra cosa non ben identificata è il tempo, o meglio le età dei personaggi: si parla di esseri antichi, ma in alcuni punti pare siano appena trentenni.

Oh, piccola chicca: nel romanzo è presente una pseudo-citazione a Gandalf… alquanto mal riuscita, però, se vista nel contesto!

Non. Puoi. Restare!

(Tratto dal Libro)

Insomma, non ci siamo.

L’editing risulta, poi, un po’ deludente, dato che è stato affidato a una casa editrice: l’italiano è tutto sommato corretto, ma molto elementare, pieno di ripetizioni e termini apparentemente poco appropriati alla situazione (forse errori di traduzione?), con qualche refusino sparso qua e là.

Il tutto è narrato in prima persona dal pov di Sophie, anche se, improvvisamente, ci sono un paio di frasi brevissime (appena soggetto e verbo con un solo complemento) in terza persona neutra.

Concludo la recensione dando un bel 3 d’incoraggiamento all’autrice, nella speranza che i successivi due romanzi, che sinceramente non vedo l’ora d’iniziare, siano più lunghi e, soprattutto, approfonditi.

Alla prossima, Fenici!

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